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Data: 03/08/2022
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
    ABRUZZOWEB

Presidenza Tua: fuori Giuliante dentro De Angelis, ma è resa nei conti nel centrodestra. Lega rivendica posto, ma ad appoggiare ex sindaco di Avezzano i tre di Valore Abruzzo, con benedizione di Pagano (FI) e presidente Marsilio di Fdi.

Oggi con approvazione bilancio scade cda societa' trasporti guidato da ex salviniano rimasto senza appoggi politici. Lega propone slittamento nomine di 60 giorni per mettere sul piatto della bilancia poltrone di arap in scadenza ad ottobre


L’AQUILA – Nei giorni in cui il centrodestra nazionale si sforza di dare sfoggio di unità e compattezza, galvanizzato dai sondaggi, che lo vedono in forte vantaggio in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, la maggioranza in Regione Abruzzo di Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, precipita di nuovo nel conflitto intestino, e che potrebbe esplodere in tutta la sua carica distruttiva dopo il voto, una volta scaduto il termine della consegna, quasi monastica, del silenzio e del bassissimo profilo.

Ancora una volta, manco a dirlo, il casus belli è una poltrona, quella pregiatissima della presidenza di Tua, la società unica regionale del trasporto pubblico, che ha un valore di produzione di 104 milioni di euro, e oltre 1300 dipendenti. L’uscente Gianfranco Giuliante, ex assessore regionale del PdL, nominato in quota Lega nel giugno del 2019 ha poi sbattuto la porta in faccia al Carroccio, ed è quindi fuori gioco.

E qui la situazione si complica: infatti, con Giuliante out, Valore Abruzzo, Forza Italia e Fdi vogliono soffiare la casella alla Lega proponendo ufficialmente il manager privato ed ex sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis, segretario provinciale dell’Aquila degli azzurri e grande amico del governatore. La Lega da parte sua non ci sta.

Per oltre un mese si sono susseguiti tentativi di intesa in diversi summit di maggioranza, senza che la quadra venisse trovata: ed ecco che nel giorno della resa dei conti, cioè nell’assemblea di oggi in cui l’azionista di maggioranza, la Regione Abruzzo, deve approvare, con un mese di ritardo, il bilancio e rinnovare la governance rischia di consumarsi la ennesima spaccatura che rischia di minare anche la corsa delle elezioni politiche.

Una delle poche certezze è quella fine dell’era Giuliante che dopo le continue frizioni col segretario regionale del Carroccio abruzzese, il deputato Luigi D’Eramo, che aveva scoperto e lanciato nella importante carriera politica, ha lasciato nei mesi scorsi i salviniani a cui aveva aderito nel 2017 in seguito a decenni di militanza in An e nel centrodestra.

I rapporti si sono rotti definitivamente visto che a novembre 2021, l’ex storico esponente di An ha lanciato il movimento aperto Futur-a, con l’obiettivo di un’aggregazione civica ma soprattutto di ‘rubare’ esponenti ed elettori ai  salviniani.

Il suo mandato è scaduto a fine giugno, e il suo destino è segnato, ma il problema è però che ad ambire alla presidenza è da una parte, come ovvio, la Lega, che non vede l’ora di mettere alla porta il “traditore” Giuliante, rivendicando per sé quella casella.

Dall’altra, ha preso quota sempre di più la candidatura di Gabriele De Angelis, già sindaco di Avezzano e oggi coordinatore provinciale di Forza Italia, affermato manager che ha il suo core business con il colosso tedesco delle assicurazioni Alliance con il quale ha delle partnership. Un esponente di Forza Italia che, peculiarità tutta ascrivibile alle geometrie variabili della politica abruzzese, ha come principali sponsor non gli azzurri in consiglio, ma i tre consiglieri di Valore Abruzzo, Simone Angelosante, ex sindaco Ovindoli, in primis, Manuele Marcovecchio e Antonio Di Gianvittorio, anche loro transfughi della Lega, e come Giuliante, in rotta con il segretario D’Eramo.

Giorno decisivo cade proprio oggi, quando Giuliante, l’appena riconfermato direttore generale, Max Di Pasquale, e l’azionista di maggioranza probabilmente rappresentato da Marsilio, dovranno approvare il bilancio. E poi nominare il nuovo CDA ora composto oltre che da Giuliante dal vicepresidente Antonio Prospero, ex assessore regionale ed ex sindaco di Vasto, e i consiglieri Annalisa Bucci, Guido Cerolini Forlini e Barbara Petrella. Un bilancio arrivato con un mese di ritardo, ma solo per problemi nei conti di una partecipata che ha reso necessario ricominciare, una volta trovata la quadratura, l’iter di certificazione. E soprattutto si dovrà nominare, come vuole la liturgia amministrativa, il nuovo cda.

Non è detto che questo secondo passaggio però avvenga: proprio a causa delle forti tensioni in maggioranza, su proposta della Lega la nomina del nuovo cda potrebbe essere rimandata di 60 giorni, come consentirebbe la norma. Tempistica non casuale, ad ottobre infatti scade anche il Cda dell’Agenzia regionale delle attività produttive (Arap), di cui è presidente, in quota Forza Italia, Giuseppe Savini.

Potrebbe essere questa una moneta di scambio per uscire da una situazione davvero esplosiva, che può minare la già fragile maggioranza di centrodestra.

In ogni caso una quasi beffa, per Giuliante, che aveva contato per ottenere la riconferma al vertice della Tua. E loro, pur di fare un dispetto al comune nemico della Lega, e tenuto conto che tra i fautori della scissione è stato annoverato lo stesso Giuliante, erano pronti a dare il loro appoggio.

Poi però è spuntato il nome di De Angelis, sindaco di Avezzano costretto alle dimissioni per la sfiducia della coalizione civica di sponda centrodestra, arrivata dopo che in precedenza era rimasto senza numeri sufficienti in consiglio a seguito del riconteggio dei voti imposta da una sentenza del Tar e poi del Consiglio di Stato. De Angelis poi è stato tra gli ispiratori della candidatura nelle file di Fi alle elezioni dell’ottobre 2020 di Anna Maria Taccone, spezzando l’unità del centrodestra, che aveva candidato il leghista Tiziano Genovesi, poi battuto fatalmente al ballottaggi dal civico e già sindaco Gianni Di Pangrazio. Fi non ha sottoscritto l’apparentamento con Genovesi, e non lo ha appoggiato nemmeno al ballottaggio, provocando l’ulteriore ira dei vertici della Lega abruzzese e marsicana.

A supportarlo nella corsa al vertice della Tua, ironia della sorte, proprio un ex leghista, per di più tra i fondatori del partito in Abruzzo, il conterraneo Angelosante, che ha proposto il suo nome al segretario regionale e senatore uscente di Fi, Nazario Pagano, che ha dato la sua benedizione in un esercizio di equilibrismo.

Resta la particolarità che Valore Abruzzo sia una forza solo federata ad Fi – visto che l’annunciata fusione in consiglio non si è mai verificata – che ha proposto ad Fi il nome di un suo uomo per una presidenza. Una sorta di spoil system per interposto gruppo consiliare.

Ma non è tutto, ad essere d’accordo è anche Marsilio, che è un amico personale di De Angelis.

Un vero affronto per la Lega, che rivendica per sé quella postazione, e che è venuta più volte ai ferri corti con gli alleati negli ultimi vertici di maggioranza, rinfacciando in particolare a Fi di essere già sovradimensionata, in termini di rappresentanza, avendo un assessore, Daniele D’Amario, l’unico esterno, e il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, con soli due consiglieri, il capogruppo Mauro Febbo e Sospiri, visto che il sottosegretario Umberto D’Annuntiis, eletto con gli azzurri, è passato in corso d’opera a Fratelli d’Italia. Ma allo stesso modo Fi, come pure Fdi, invitano la Lega a ridimensionare le pretese, visto che ha perso tre dei suoi dieci consiglieri, quelli appunto di Valore Abruzzo, mantenendo lo stesso ben quattro assessori su sei. Fi fa poi osservare che ora è federata con Valore Abruzzo, e dunque di fatto il peso politico è cresciuto, e consta di cinque consiglieri, e non di soli due. E quanto questa forza sia reale lo dimostra in effetti anche i ripetuti ostruzionismi praticati da Valore Abruzzo, nelle commissioni consiliari, per far capire l’antifona alla Lega, ed anche al presidente Marsilio.

La partita è insomma aperta e agguerrita. Unica certezza è che si sta dirigendo a bordo campo Giuliante, senza più santi in paradiso, e che potrà almeno rivendicare di aver guidando una società in utile per tre anni consecutivi, attraversando più o meno indenne la tempesta della pandemia del covid.


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