Data: 21/02/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Prese a pugni il controllore, condannato. Quattro anni e 4 mesi al passeggero che malmenò davanti alla famiglia il dipendente Tua, ricoverato in prognosi riservata
PESCARA Prende a pugni il controllore del bus che gli aveva chiesto il biglietto e gli fa perdere conoscenza per un intero giorno, provocandogli anche diverse fratture. Viene rintracciato, arrestato e ieri il gup Fabrizio Cingolani lo ha giudicato con il rito abbreviato, condannandolo a 4 anni e 4 mesi di reclusione dopo aver derubricato il reato da tentato omicidio a lesioni gravi, con l'aggiunta del reato di oltraggio a pubblico ufficiale (l'imputato era difeso dagli avvocati Antonio Valentini e Pasquale D'Incecco).Una vicenda che risale al 9 agosto del 2023 quando l'uomo, 42 anni, di nazionalità serba, che viaggiava insieme alla moglie e ai tre figli, aggredì con inaudita violenza il malcapitato controllore che stava soltanto facendo il proprio lavoro, e lo ridusse a mal partito tanto che fu costretto al ricovero in ospedale e a una prognosi di 30 giorni. Dopo l'aggressione, l'imputato scese dal bus con tutta la famiglia e si allontanò come se nulla fosse accaduto.Ma quella terribile scena era stata ripresa da una collega della vittima che mostrò il video alla polizia intervenuta subito dopo. Quelle immagini, passate nel sistema "Sari" (che consente il riconoscimento facciale) diedero una risposta certa al 61 per cento: si trattava di Agim Hamza, già noto alle forze dell'ordine, residente a Pescara. La collega poi fornì agli investigatori la conferma, riconoscendo l'aggressore nella foto segnaletica, e per il serbo non ci fu scampo: rintracciato e arrestato. Il gip Nicola Colantonio emise anche una misura cautelare in carcere, dove ancora è rinchiuso. «Occorre rilevare», scriveva il gip nella misura, «che l'indagato agiva con assoluta violenza attingendo reiteratamente la testa dell'aggredito, cagionando alla persona offesa lesioni che ne determinavano la perdita di conoscenza ("trauma cranico; altra frattura chiusa del cranio con lacerazione e contusione cerebrale con perdita di conoscenza di durata superiore a 24 ore, senza ritorno allo stato di coscienza preesistente", questa la diagnosi dei medici dell'ospedale), e imponevano il ricovero nel reparto di neurochirurgia».«Solo soggetti particolarmente avvezzi ad aggredire l'incolumità altrui», aggiungeva il giudice per motivare la misura in carcere, «possono avere la capacità di colpire, attingendo reiteratamente organi vitali, con violenza micidiale, al solo scopo di dar sfogo alle proprie insane pulsioni aggressive e di affermare le proprie pretese; la particolare capacità delinquenziale dell'indagato emerge palese anche in quanto neppure la presenza dei figli minori costituiva freno alle sue pulsioni violente ed irrazionali». Il pm, Andrea Di Giovanni, aveva chiesto la condanna a 5 anni per tentato omicidio. La parte offesa era stata invece risarcita prima del processo con un indennizzo di 8.000 euro. (m.cir.) |
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