PESCARA Trasporti pubblici potenziati in vista della ripresa in presenza delle lezioni nelle scuole superiori. L'Abruzzo si prepara a gestire il ritorno in classe degli studenti con 120 pullman in più e 417 corse aggiuntive (con un riempimento limitato al 50%). Ad annunciarlo è il sottosegretario alla Presidenza con delega ai Trasporti Umberto D'Annuntiis. «Già nei primi giorni di dicembre», dichiara il D'Annuntiis, «abbiamo iniziato una fitta attività di organizzazione del servizio di trasporto pubblico, attraverso quotidiani tavoli tecnici. I parametri sui quali abbiamo tarato tutta l'attività organizzativa sono quelli della presenza al 75%, così da essere sufficientemente pronti anche nel momento in cui il governo permetterà un rientro maggiore di studenti nelle classi». Poi aggiunge: «È stato un lavoro minuzioso, svolto nei tavoli operativi istituiti e coordinati dai prefetti, ai quali erano presenti tutte le aziende di gestione del trasporto pubblico locale abruzzese che, sin dalle prime riunioni, hanno mostrato grande disponibilità e grande senso di responsabilità nel concertare le migliori soluzioni tecniche da porre in essere. In particolar modo la Tua si è fatta carico di assicurare il servizio dove esso era meno ben integrato con il resto della rete. Voglio ringraziare», continua D'Annuntiis, «il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, i responsabili degli uffici provinciali e i dirigenti scolastici, che hanno saputo comprendere al meglio le necessità di tutti quei servizi che sono essenziali alla ripartenza del mondo della scuola, come per l'appunto il trasporto pubblico, scaglionando gli ingressi e le uscite per evitare probabili assembramenti. Siamo pronti per ripartire, ma dispiace l'atteggiamento di autorevoli membri dell'opposizione che mentre invocano la collaborazione a livello nazionale sui territori fanno polemiche strumentali».
Tua, in particolare, metterà in campo 320 corse in più, di cui 170 su base regionale e 150 nell'area metropolitana Chieti-Pescara. «I mezzi aggiuntivi», spiega il direttore generale dell'azienda Maximilian Di Pasquale, «saranno 100, il doppio di quelli messi a disposizione a settembre. I chilometri in più saranno 15mila, due terzi gestiti da privati e un terzo gestito da noi. Abbiamo potenziato anche l'organico assumendo 50 interinali». Infine il direttore generale conclude affermando che «da domani entreranno in azione anche 6 dei nuovi 50 autobus che abbiamo ordinato per rinnovare il parco macchine».
Ma i sindacati dicono no: si rischiano nuovi contagi. Cgil e Cisl scendono in campo alla vigilia della ripresa delle lezioni in presenza Appello alla Regione dalle due sigle: «Non vanno prese soluzioni affrettate»
L'AQUILA Cgil e Cisl restano critiche sulla riapertura in presenza delle scuole superiori. I due sindacati chiedono di non prendere «soluzioni affrettate», con la Cgil, in particolare, che lamenta la mancata attivazione di una cabina di regia unica a livello regionale e una contrattazione avvenuta solo nei tavoli prefettizi provinciali.
«TAVOLI AUTOREFERENZIALI». Il segretario regionale della Flc Cgil Abruzzo-Molise, Giuseppe La Fratta, esprime «forti perplessità sulle condizioni di sicurezza che dovrebbero permettere la riapertura». La Fratta afferma che «il 21 dicembre, con una lettera indirizzata al prefetto dell'Aquila, al presidente della Regione Abruzzo ed al direttore dell'Ufficio scolastico regionale, insieme alle organizzazioni confederali, avevamo chiesto di essere convocati ai tavoli tecnici previsti dal Dpcm del 3 dicembre in ciascuna prefettura, in modo da condividere gli interventi necessari a garantire il diritto allo studio, in presenza ed in sicurezza. Avevamo inoltre chiesto alla Regione di attivare anche una cabina di regia per fare sintesi delle misure prese a livello provinciale garantendo misure sinergiche, precise e univoche. Nessuna risposta è però giunta, con il risultato che le riunioni sono avvenute nella più assoluta autoreferenzialità». «Le uniche misure di cui siamo a conoscenza», continua La Fratta, «sono quelle anticipate dalla stampa: abbiamo appreso così che la Regione ha previsto un potenziamento per i trasporti (non sappiamo con quali modalità), e che in alcuni casi è stato previsto uno scaglionamento degli ingressi. Ma le domande che attendono risposta sono tante. In primis, come si è deciso di intervenire su tutte le altre criticità che abbiamo più volte evidenziato: tamponi rapidi per personale e alunni, tracciamento e indicazioni chiare dalle aziende sanitarie locali per la gestione dei casi di positività nelle scuole, presidi sanitari nelle scuole. I lavoratori della scuola, gli studenti e le famiglie hanno diritto ad avere certezze su tutti questi temi».
CAOS ISTITUZIONALE. «In ogni caso», prosegue ancora La Fratta, «il caos istituzionale e organizzativo sulla riapertura delle attività didattiche nelle scuole, non è più tollerabile. L'apertura delle attività in presenza non è un orpello ideologico ma il risultato di precise scelte politiche ed organizzative che devono essere gestite in primo luogo a livello nazionale. Non si deleghi più nulla alle Regioni a causa dell'incapacità del governo a decidere. Si anticipi il rischio della terza ondata su infanzia e primaria rafforzando da subito i protocolli di sicurezza sottoscritti con i sindacati. Il governo si concentri sui vaccini e sulla costruzione di dati veri sulla diffusione della pandemia nelle scuole, se vuole che le istituzioni scolastiche riaprano davvero».
MOBILITAZIONE. «È necessaria una visione complessiva della scuola, che al momento è lasciata alle decisioni dei presidenti delle Regioni, con un pericoloso scivolamento verso forme concrete di autonomia differenziata che rischiano di disgregare il sistema di istruzione nazionale», conclude la Cgil, che poi annuncia iniziative di mobilitazione compatibili con l'emergenza sanitaria «in mancanza di risposte credibili e in tempi brevi».
CISL. Critica, come detto, anche la Cisl Scuola, il cui segretario regionale, Davide Desiati, osserva: «Il rinvio della riapertura in presenza delle scuole superiori è stato ormai deciso da ben 14 regioni, chiaro segno di una non condivisione della valutazione fatta dal ministero dell'Istruzione e dal Governo a livello nazionale. La situazione abruzzese non appare assolutamente diversa dalle regioni che hanno deciso il rinvio. Il numero di contagiati in Abruzzo, venerdì, era di 11.097, dopo il picco raggiunto il 30 novembre con 18.192, ed è pari a oltre cinque volte il massimo numero raggiunto nella prima ondata (2.108 persone il 22 aprile). La scuola abruzzese, con segnalazioni continue di contagi tra alunni e personale scolastico nella scuola già in presenza, dalla scuola dell'infanzia alla scuola media, sta già pagando un costo notevole, pertanto non si riesce proprio a comprendere la fretta di riportare anche le scuole superiori in presenza in uno scenario che non è sicuramente quello di una riapertura in sicurezza».