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Data: 18/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Porti, il fronte delle aziende si è spaccato. Spunta una lettera pro Ancona di 8 associazioni con 40mila iscritti: siamo con Marsilio. E salta il vertice per Civitavecchia.

E Febbo rinfaccia a Paolucci le cose non fatte dalla sua giunta


PESCARA Il fronte delle aziende si spacca sui porti. Ben 8 associazioni, che corrispondono a quasi 40mila partite Iva, hanno scritto ieri al presidente Marco Marsilio e all'assessore Mauro Febbo schierandosi dalla parte della Regione e dell'adesione al porto di Ancona, prendendo le distanze dall'ipotesi Civitavecchia sponsorizzata da Confindustria e dalla Camera di commercio Chieti Pescara. La spaccatura arriva insieme alla notizia dell'annullamento dell'incontro di domani a Roma in cui gli industriali di Chieti Pescara avrebbero dovuto stringere un patto di ferro con Unindustrie Lazio e Civitavecchia. Il rinvio, per ora sine die, fa pesare la bilancia dalla parte della Regione e delle 8 sigle che l'appoggiano.Sigle tra i cui iscritti troviamo anche pezzi grossi dell'imprenditoria abruzzese come la Walter Tosto che aderisce all'Uni.Pmi. Ecco la lettera.«In riferimento al comunicato diffuso dalla Camera di Commercio di Chieti Pescara relativo alla riunione sull'Autorità Portuali del 13 settembre, in cui si legge che la proposta di passaggio dei porti abruzzesi sotto l'Autorità portuale di Civitavecchia sarebbe sostenuta dalla totalità delle associazioni di categoria, le scriventi associazioni ritengono di dover portare alla sua attenzione le dovute precisazioni». E le sigle sono: Confartigianato Chieti-L'Aquila, Uni.Pmi Abruzzo, Confcommercio Chieti, Sib Confcommercio Abruzzo, Confcooperative Abruzzo, Legacoop Abruzzo, Agci Abruzzo e Casartigiani Abruzzo.La missiva, dopo la premessa, prosegue in modo tranchant: «Crediamo che il dibattito creato sia inutile e sposti l'attenzione dalle reali esigenze sia del nostro sistema infrastrutturale, che necessita di pianificazione strategica e di investimenti, sia del tessuto socio-economico della nostra Regione». In altre parole, il braccio di ferro in corso fa solo perdere tempo prezioso all'Abruzzo. Per un motivo che la missiva spiega dopo una precisa ricostruzione dei fatti in cui ricorda che la collocazione dei porti abruzzesi di Pescara e Ortona in seno all'Autorità portuale di Ancona è stata stabilita con il decreto legislativo 69 del 4 agosto 2016. E che nei mesi precedenti, grazie a un deciso intervento della Regione, fino ad allora esclusa dalla rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), il Parlamento Europeo approvava una risoluzione che prevede il completamento del corridoio baltico adriatico, incluso il prolungamento dell'intera dorsale ionico-adriatica, e l'ampliamento nord-sud del corridoio "scandinavo-mediterraneo".Una prospettazione che, secondo le 8 sigle, configura già «la proposta di diramazione del corridoio mediterraneo verso l'Italia centrale, sfruttando l'asse Civitavecchia - Ortona, che si estende dal porto di Civitavecchia, da cui si effettua la connessione trasversale con la strada europea E80 (Autostrada A24/A25) fino al porto di Ortona». Arriviamo così al punto: «Oggi non si può non rilevare l'estrema positività della situazione determinatasi che potrebbe far cogliere al sistema economico abruzzese tutte le opportunità che scaturiscono da due poli diversi: quello del corridoio Mediterraneo, dato acquisito con Risoluzione del Parlamento Europeo, e quello della portualità nel bacino Adriatico con la collocazione nell'Autorità di Ancona».L'Abruzzo, infatti, resta comunque al centro, come regione di snodo. Tanto vale andare subito avanti verso Ancona, che chiede di accelerare. «In questo scenario straordinariamente positivo per la Regione Abruzzo troviamo surreale il riacutizzarsi del dibattito sulla collocazione dei porti abruzzesi in seno all'Autorità portuale di Civitavecchia (...) che non trova il sostegno da parte delle scriventi». Concludono le 8 sigle che si mettono a totale disposizione di Marsilio.

E Febbo rinfaccia a Paolucci le cose non fatte dalla sua giunta

PESCARA Il Pd gioca d'anticipo di un'ora e convoca per le 10 di domani, in Regione a Pescara, la controconferenza stampa sulle cose non fatte dalla giunta Marsilio. Che alle 11, al Museo delle Genti d'Abruzzo, terrà la propria conferenza sulle cose fatte e oggi tenta anch'essa l'anticipo incalzando il capogruppo dem, Silvio Paolucci. «Dovrebbe solo tacere e provare vergogna per i gravi danni causati alla macchina amministrativa della nostra Regione», accusa l'assessore Mauro Febbo, «vergogna per una serie di provvedimenti totalmente sbagliati e confusionari approvati durante la scorsa legislatura e per gli enormi ritardi accumulati in alcune partite decisive come la Zes». Febbo entra nel merito: «Per quanto riguarda la norma sui Trabocchi ci siamo già costituiti per difendere le ragioni di una legge che per noi non invade la materia statale. Ricordo come la Regione è intervenuta, a soli tre mesi dal suo insediamento, doverosamente e tempestivamente, per salvaguardare uno dei brand d'Abruzzo più conosciuti. Questo passaggio ha permesso agli operatori turistici di aprire i trabocchi, dopo aver apportato le dovute "correzioni" sui manufatti, salvaguardando questa stagione e la prossima. Ricordo, inoltre, come questa norma rappresenti un passaggio propedeutico a una legge regionale più completa e organica per la quale i tempi d'approvazione saranno diversi rispetto a 3 mesi fa quando eravamo a ridosso della stagione estiva. Infatti, proprio su questo è stato già costituito un tavolo tecnico di lavoro per arrivare in tempi ragionevoli a una norma definitiva. Paolucci», afferma Febbo, «domani ci dovrebbe spiegare cosa ha fatto nei suoi 5 anni di governo regionale per risolvere questo problema». E ancora: «Anche sulla Zes abbiamo ereditato un pasticcio enorme (...). D'Alfonso e Paolucci avevano fatto credere al mondo intero la possibilità di collegare la nostra Zes all'autorità portuale di Civitavecchia per poi presentare un piano con l'autorità di Ancona. Adesso», conclude l'assessore di Fi, «l'impegno del nuovo esecutivo e del sottoscritto è di recuperare tutto il tempo perso».

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