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Data: 09/06/2023
Testata Giornalistica: REPUBBLICA
    REPUBBLICA

Pnrr, salta il calendario delle rate. E alle Ferrovie cambiano progetti per sei miliardi. Salvini scrive a Fitto: Cambia il piano per le ferrovie: dal Pnrr escono la Roma-Pescara e l'alta velocità Palermo-Catania

ROMA - La tabella di marcia del Pnrr è saltata. Nella spirale dei ritardi è finito il calendario che allinea gli obiettivi semestrali alle singole rate. Andrà riscritto. È la prima volta che succede da quando il Piano di ripresa e resilienza è nato. Per il governo è la presa d'atto che il passo deve farsi più lento, rimettendo in discussione non solo alcuni progetti (sono 118 le misure che presentano elementi di debolezza), ma anche gli obiettivi che, se portati a traguardo, permettono all'Italia di chiedere alla Commissione europea l'erogazione dei fondi. Pagina 62 della relazione: «La richiesta di pagamento della quarta rata, laddove nell'ambito della complessiva rimodulazione del Piano siano proposte modifiche dei relativi obiettivi, sarà presentata in linea con i tempi di questo processo». Il «laddove» è già realtà perché tra Roma e Bruxelles è in corso una trattativa che, nello schema di Palazzo Chigi, affidato al ministro Raffaele Fitto, punta a rimodulare tra i sette e i nove dei 27 obiettivi in calendario. Tra questi anche quello che prevede l'assegnazione di tutti i lavori per la costruzione degli asili nido: all'Europa si è chiesto un tempo supplementare, fino al 30 settembre. Non è detto che Bruxelles dica sì, anche perché la rivisitazione del target intermedio non garantisce che in autunno si arrivi all'affidamento di tutti gli appalti. Sarà la stessa Commissione Ue a valutare se la soluzione indicata da Roma, cioè escludere i Comuni che non riescono ad adeguarsi in tempo, può essere considerata valida per il raggiungimento dell'obiettivo. Di fatto, le interlocuzioni sulla quarta tranche, che vale 16 miliardi, potrebbero coincidere con quelle per la revisione generale del Pnrr, che il governo punta a chiudere entro metà luglio. Ecco allora l'elemento inedito: la richiesta di pagamento non sarà inviata a Bruxelles il 30 giugno, cioè entro la fine del semestre, come è avvenuto fino ad ora. Il governo non ne fa un dramma. Perché è il ragionamento meglio tardare un paio di settimane, correggendo prima, che ritrovarsi ad aspettare, come sta avvenendo con la terza rata, che è sotto esame a Bruxelles da inizio gennaio. Ieri il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni ha detto che arriverà «nel giro di questo mese»; i tempi si allungano ancora. Ed è stato lo stesso Gentiloni a esortare il governo a fare presto sulla revisione del Piano. Anzi il «più presto possibile». Chi ha le idee chiare è Matteo Salvini. Ha scritto a Fitto per dirottare altrove 7,3 (circa 6 relativi alle ferrovie) dei 32,3 miliardi in capo al ministero delle Infrastrutture, chiedendo anche 1,1 miliardi in più per finanziare le condotte idriche, gli alloggi pubblici e altri investimenti. E il capitolo delle ferrovie quello che deve prendere atto dell'impatto dell'inflazione e di altre criticità: i 600 milioni della Roma-Pescara sono bloccati dalle lungaggini dell'iter amministrativo; l'alternativa è rafforzare la Orte-Falconara e la Metaponto-Potenza, oltre ad altre tratte regionali. Sarà ridimensionato l'investimento per Ertms, il sistema di sicurezza per le ferrovie: mancano le materie prime. La Palermo-Catania dovrà aspettare ancora per l'alta velocità: il Pnrr finanzierà il potenziamento della linea storica. E il rimontaggio dei progetti non finisce qui. Ma c'è un'incognita: è Bruxelles che deve dire se va bene procedere così


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