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Data: 28/09/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA
    CORRIERE DELLA SERA

Più deficit per il taglio delle tasse Il prossimo anno sarà al 4,3% La premier: manovra seria e responsabile. Giorgetti: l’Europa capirà la situazione

ROMA Nonostante la crescita della spesa per il Superbonus e degli interessi sui titoli di Stato, nella legge di Bilancio 2024 ci saranno i fondi per la conferma del taglio del cuneo fiscale, l’avvio della riforma fiscale, con la riduzione delle imposte per i redditi più bassi, le misure per le famiglie e i fondi per i rinnovi dei contratti di lavoro nel pubblico impiego, a cominciare dalla sanità. Lo spazio, in gran parte, sarà recuperato aumentando l’indebitamento del prossimo anno. Da un tendenziale del 3,6% si passa al 4,3%, che significa 14 miliardi di manovra in deficit. L’obiettivo di crescita del Prodotto interno lordo viene fissato all’1,2% per il 2024, con il debito previsto a quota 140,1%. La manovra, nel complesso, dovrebbe essere intorno ai 30 miliardi.

«Stiamo lavorando per una manovra all’insegna della serietà e del buon senso e che mantenga gli impegni con gli italiani» ha detto Giorgia Meloni annunciando il via libera alla Nota di aggiornamento ai conti, il quadro della prossima legge di Bilancio. «Basta con gli sprechi del passato: tutte le risorse disponibili saranno usate per sostenere i redditi più bassi, il taglio delle tasse e gli aiuti alle famiglie» ha aggiunto la premier, ricordando che sarà anche prorogata la garanzia statale fino all’80% sui mutui per l’acquisto della prima casa per i giovani.

«Abbiamo fatto le cose giuste, con serietà e responsabilità, in un quadro in cui è in corso la ridiscussione del Patto di Stabilità Ue» ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il massimo che si potesse fare, secondo il governo, tenendo conto che la situazione dei conti, in parte ereditata, è molto pesante. Il Superbonus comporterà un aumento del deficit 2023 di un punto, al 5,3% del Pil, ma poi peserà per un punto di Pil all’anno, 20 miliardi, sul debito dei prossimi quattro anni. Mentre l’aumento della spesa per gli interessi sui titoli pubblici, dovuto in gran parte ai rialzi della Banca centrale europea, ruberà il prossimo anno alla manovra 15 miliardi di euro.

Nel 2025, ha spiegato il ministro Giorgetti, il deficit scenderà al 3,6% e nel ’26 al 2,9%. «Siamo sopra il 3% delle regole Ue, è vero, ma noi riteniamo che le condizioni dell’economia, in rallentamento, e la stretta monetaria, non inducano ad adottare politiche economiche pro-cicliche, se vogliamo evitare di aggravare la recessione» ha spiegato in conferenza stampa.

Il debito pubblico scenderà dal 140,2% di quest’anno di un solo decimale, al 140,1%, e arriverà solo nel 2026 al 139,6%. «Non scenderà come auspicato — ha ammesso Giorgetti —. Ma occorre tener conto che 80 miliardi di crediti legati ai bonus edilizi, non previsti, si scaricheranno sul debito pubblico nei prossimi 4 anni per 20 miliardi l’anno. Senza la spesa per i bonus, il debito sarebbe sceso di un punto l’anno», per arrivare nel 2026 intorno al 136% del Pil.

«Nella Commissione Ue ci sono persone che hanno fatto e che fanno politica, a differenza di chi siede nella Bce che fa un mestiere diverso, e sono certo che comprenderanno la situazione italiana, come del resto molti miei colleghi ministri delle Finanze europei che devono far fronte a un rallentamento, se non alla recessione, delle loro economie» ha detto Giorgetti. «Il nostro è un approccio responsabile e prudente, lo ripeto. Lo spread sugli interessi tra titoli italiani e tedeschi, allargatosi ieri fino a quasi due punti, «dipende anche da altri fattori. Saranno i mercati — ha detto Giorgetti — a valutare le nostre proposte».

Tra queste, per recuperare risorse, ci saranno anche le privatizzazioni, e una nuova stretta sulla spesa dei ministeri. Le cessioni di partecipazioni pubbliche, ha spiegato il ministro, frutteranno un punto di Pil, 20 miliardi, nell’arco del prossimo triennio. «Cosa e quando vendere lo decido io e lo dirò, anche per evitare speculazioni come quelle che vedo oggi sul Monte dei Paschi di Siena, che è una storia di successo quasi incredibile, rispetto a come era messa poco tempo fa. Il nostro obiettivo è un’operazione di politica industriale bancaria, Mps può anche essere la leva per costruire un forte polo bancario. In ogni caso, ora, non abbiamo necessità di fare cassa» ha detto Giorgetti. Annunciando anche una nuova stretta sulla revisione della spesa dei ministeri: «Se non lo fanno loro lo faccio io, e per il 2024 prevediamo un taglio di 2 miliardi di euro». Confermato anche il «bonus Maroni», un premio per chi resta al lavoro e rinuncia alla pensione.


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