Ancora fumo, fiamme, paura e gente in fuga, dalle abitazioni e dagli stabilimenti balneari della zona stadio. È successo di nuovo e c'è da mettere in conto che andrà avanti così per giorni. Il rogo della pineta ha ripreso vigore intorno alle 14 di ieri, sul versante via Luisa D'Annunzio: ad ardere, salvo verifiche sull'opera di piromani attratti dal disastro, sono i focolai che ancora covano in vari punti, alimentati dal vento. L'allarme e l'intervento di vigili del fuoco e dell'intero dispositivo di ordine pubblico sono stati immediati e in poco le fiamme, che hanno interessato un'area di tremila metri quadrati, sono state domate. La zona è sorvegliata a vista.
Accade mentre le indagini sul gigantesco rogo di domenica scorsa puntano decisamente su Trenitalia. Ad appiccare il fuoco potrebbero essere componenti metalliche espulse da un convoglio, dopo un fenomeno di forte attrito con i binari, in grado di provocare scintille e surriscaldare parti meccaniche. Gli investigatori dei carabinieri forestali hanno fatto visita ieri negli uffici locali di Pescara per acquisire il quadro esatto dei treni in transito nel primo pomeriggio di domenica, poco prima delle 14.10, ora stimata del primo innesco dell'incendio. Dati da incrociare con un filmato girato da un privato, ritenuto di estrema importanza perché in grado di localizzare il primo innesco nella zona di via terra Vergine, e con il ritrovamento nella pineta distrutta di pezzi di metallo anneriti e deformati dal fuoco, teoricamente compatibili con parti meccaniche di vagoni ferroviari. Da precisare, aggiungono fonti investigative, che per il momento non sono stati repertati inneschi di natura diversa riconducibili all'opera di piromani. Significa poco perché un incendio può anche essere appiccato con accendini e altri getti di fiamme libere, dunque senza lasciare traccia sul posto.
LA SVOLTA L'inchiesta della procura, che continua a ipotizzare l'incendio boschivo doloso, giunge dunque a una svolta decisiva. In caso di conferme sull'ipotesi legata al passaggio di un treno, il quadro cambierebbe radicalmente, virando verso un'ipotesi di tipo colposo tale, dopo la tragedia di Livorno, da chiamare di nuovo in causa la responsabilità di Trenitalia.
Il lavoro dei forestali dei reparti Niab e Nipaaf, i super investigatori in materia di incendi boschive polizia ambientale, proseguirà ora su un tracciato obbligato. Tutti i treni transitati domenica sulla linea adriatica nella zona della pineta di Pescara dovranno esser censiti e i relativi convogli rintracciati ed ispezionati, per verificare la compatibilità dei pezzi recuperati nella pineta con lo stato delle carrozze. Particolare attenzione, ferma restando l'ipotesi di incendi sviluppatisi a ridosso di via Terra vergine e, solo poi, sotto lo svincolo della tangenziale, è posta al traffico verso sud. A quell'ora, in ogni caso, i treni in transito sono gli Intercity per e da Lecce e un regionale Tua diretto a Lanciano. Ma ci sono anche da rintracciare i numerosi convogli merci, anche di operatori diversi di Trenitalia, che impegnano la linea adriatica.
Anche la conformazione del tracciato ferroviario, che in quel tratto, dopo la galleria di San Silvestro affronta una lunga curva a destra (in direzione sud), è teoricamente compatibile con un fenomeno di forte attrito carrelli-binari in grado di provocare scintille e usura di parti meccaniche.