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Data: 08/03/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

PESCARA Multe T-red per la striscia bianca: nuove sanzioni dopo i ricorsi vinti

Atto secondo nello scontro tra il Comune e gli automobilisti multati attraverso il T-red. A ottobre scorso il giudice di pace aveva sancito l'illegittimità delle sanzioni comminate a chi aveva oltrepassato la striscia bianca. Il Comune non si è dato per vinto, e così ha impugnato la sentenza.Nel frattempo, però, la polizia municipale ha cominciato a inviare ai ricorrenti che non hanno comunicato i dati necessari per la decurtazione dei punti della patente, una sanzione da 210 euro (se pagata entro 5 giorni, altrimenti è di 297). Questo ha scatenato un altro ricorso da parte degli automobilisti, questa volta al prefetto, che ora dovrà sciogliere il nodo. Tutto è cominciato con il ricorso al giudice di pace degli avvocati pescaresi Alessandro Ferraro e Francesco Maria Di Gaetano, su alcune multe da 47,80 euro prese dai loro assistiti per aver fermato l'auto oltre la prima striscia bianca ai semafori sorvegliati dal T-Red. La violazione riguardava l'articolo 146 comma 2 del Codice della strada, relativo al mancato rispetto della segnaletica orizzontale. Il ricorso presentato puntava sul fatto che nella delibera di giunta che istituiva i nuovi semafori T-Red in città, il funzionamento della strumentazione veniva autorizzato solo per il passaggio con il rosso, e non per il superamento della linea di arresto.Il Comune si era accorto del problema, tanto che corresse il tiro inserendo con l'ordinanza 627 anche la violazione contemplata nell'articolo 146, comma 2, ossia sul rispetto della segnaletica stradale. Le multe impugnate da parte dei cittadini sono state comminate prima del 28 agosto 2023 (data della nuova ordinanza), entro i canonici 60 giorni.La questione tuttavia non si è chiusa lì. Il sindaco ha deciso di impugnare quella sentenza, su cui è pendente il relativo giudizio di appello. Nel frattempo è arrivata una ulteriore beffa per i ricorrenti. Nelle ultime settimane i vigili hanno iniziato a inviare agli automobilisti che non hanno comunicato i dati personali e della patente entro 60 giorni dalla notifica del verbale di contestazione, un'ulteriore sanzione da 210 euro che, maggiorata, arriva a quasi 300 euro.«La municipale», spiega l'avvocato Ferraro, «si legittima in forza di una circolare del ministero dell'Interno del 27 ottobre 2022. La Corte di Cassazione, tuttavia, dice l'esatto opposto con una sentenza del 2022, stabilendo che il destinatario dell'invito a comunicare i dati della patente non può ritenersi tenuto a fornirli, prima della definizione dei procedimenti giurisdizionali o amministrativi proposti contro il verbale relativo alla infrazione di riferimento. La sentenza della Corte di Cassazione, a nostro avviso, ha prevalenza sulla circolare che è una mera direttiva», sottolinea l'avvocato, «ed è per questo che abbiamo impugnato queste nuove sanzioni davanti al prefetto, affinché venga dichiarato nullo, illegittimo o infondato il verbale di accertamento del comando di polizia locale». I legali puntano a evidenziare al prefetto che la richiesta di precisazione dei dati debba essere inviata solo dopo che la contestazione sia divenuta definitiva, in quanto se il ricorso del Comune fosse bocciato, e quindi i giudici dovessero dare di nuovo ragione agli automobilisti, di fatto non vi sarebbe alcuna violazione, e quindi non ci sarebbe la necessità di accertare i dati della persona alla guida, che non avrebbe commesso nessuna infrazione. La parola spetta ora al prefetto, ma qualora quest'ultimo dovesse sposare la linea della municipale, allora scatterebbe un altro ricorso degli automobilisti al giudice di pace.


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