Data: 05/05/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Per Menarinibus partita la corsa a tre
ROMA Tre in corsa per il rilancio di Industria Italiana Autobus (IIA), azienda proprietaria dei marchi Menarinibus e Padane con sede legale a Roma, quartier generale e sito produttivo a Bologna e stabilimento principale a Flumeri (Avellino), che fa capo a Invitalia (42,76%), Leonardo (28,65%) e alla società turca che produce autobus e furgoni Karsan (28,59%).
Dopo una ricapitalizzazione di 25 milioni iniettata qualche settimana fa, con la regia del Mimit si sta cercando un nuovo assetto azionario che dia un futuro alla società che ha ricavi scesi a 83 milioni, un ebitda negativo di 20, un portafoglio ordini di mille bus. Al Ministero, secondo quanto ricostruito da fonti bancarie coinvolte, hanno fatto pervenire il loro interesse tre pretendenti: Sira Industrie, gruppo industriale emiliano specializzato nella produzione di radiatori e punto di riferimento della Sirpress di Nusco, facente capo a Valerio Gruppioni; CaetanoBus, società facente parte di Toyota Caetano Portugal e Mitsui & Co, il più importante produttore di autobus e pullman in Portogallo; Seri Industrial spa, investment company, quotata in Borsa, attiva negli accumulatori di energia, di cui l'azionista di controllo è Seri spa. L'intervento del partner dovrebbe attestarsi sui 30 milioni.
BUS A IDROGENO - Il pretendente portoghese potrebbe essere avvantaggiato perché a ottobre 2022 IIA, che produce, commercializza e fornisce servizi post-vendita su un'ampia gamma di veicoli da 8 a 18 metri, ha siglato un accordo con la CaetanoBus per la produzione e commercializzazione in Italia di autobus urbani a idrogeno basati sulla tecnologia Fuel Cell Toyota e un sistema H2.City Power Kit.
In base a quest'intesa, IIA vende veicoli a idrogeno prodotti a doppio marchio da CaetanoBus con Toyota e dal 2024 avvierà la produzione degli autobus destinati al mercato italiano e a quelli internazionali equipaggiati con il kit H2.City Power sviluppato da CaetanoBus. IIA ha beneficiato di un prestito di 50 milioni da Bpm, Bper, Unicredit garantito da Invitalia e Leonardo.
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