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Data: 07/02/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Parruti: rischio rosso totale L'infettivologo avverte: «Piazze gremite. Subito controlli severi e a tappeto». Oltre 500 contagiati Colpito il Pescarese Test negativo per Marsilio ma deve restare in quarantena

PESCARA Controlli a tappeto nelle piazze e senso di responsabilità per evitare che tutto l'Abruzzo diventi zona rossa. A scuotere cittadini e istituzioni è l'esperto Giustino Parruti che lancia un appello agli abruzzesi affinché «contribuiscano con i loro comportamenti ad evitare ulteriori restrizioni». Tre comuni, Atessa, San Giovanni Teatino e Tocco da Casauria, da ieri e fino al 13 febbraio sono in zona rossa per effetto dell'ordinanza regionale firmata venerdì sera dal presidente Marco Marsilio. Altri comuni, come Chieti e Francavilla, rischiano di diventarlo se i casi aumenteranno nei prossimi giorni. «Il contesto epidemico sta accelerando e sta consumando più risorse sanitarie», dice Parruti, direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive dell'ospedale di Pescara, «quindi ognuno deve fare la sua parte per evitare che qualcuno ci chiuda». Intanto, l'Abruzzo avrà un'arma in più contro il Covid. Ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha dato il via libera alla distribuzione degli anticorpi monoclonali che saranno utilizzati anche nella nostra regione «per prevenire l'evoluzione dell'infezione nei pazienti più a rischio», spiega Parruti in una lunga intervista al Centro.Professore, cosa bisogna fare per evitare che tutto l'Abruzzo diventi zona rossa?«Dobbiamo interrompere il più efficacemente possibile le attuali catene di trasmissione, che sono incrementate sia nelle scuole che sul territorio, e il numero di focolai attivi in tutta la regione. Pescara, in particolare, in questo momento è sotto un notevole carico assistenziale che non riusciamo a sostenere da giorni. Anche nelle ultime ore abbiamo dovuto trasferire nove malati dall'ospedale Covid di Pescara all'Aquila».Quindi?«Abbiamo una trasmissione e un numero di focolai sul territorio che richiedono assolutamente una responsabile attività di controllo. Ognuno di noi deve fare quello che può. Ovviamente, andranno valutate le opportune misure per contenere la situazione se questo tasso di contagi si mantenesse così elevato anche nei prossimi giorni».Le disposizioni contenute nell'ordinanza regionale bastano, oppure servirebbe un'altra stretta?«Bisogna valutare attentamente i dati per vedere se provvedimenti ulteriormente restrittivi possano trovare considerazione. Per quanto riguarda le attività di interesse commerciale e tutto il resto della vita sociale, fino a quando rimarremo in zona gialla, il richiamo è al massimo della responsabilità».Anche ieri, però, nonostante l'ordinanza regionale, si sono visti assembramenti nelle piazze. «Non è possibile che ci siano assembramenti e raduni senza mascherine nelle ore pomeridiane, sfruttando le possibilità della zona gialla. Sono tutte situazioni che rendono la nostra situazione più precaria. Una cosa che si deve fare è un incremento dei controlli coercitivi per ottenere un maggiore rispetto da parte di tutti delle norme vigenti». L'ordinanza di Marsilio prevede solo la chiusura delle scuole superiori in tutta la regione. Alcuni comuni, invece, hanno chiuso le scuole di ogni ordine e grado. Pensa che anche nel resto della regione si debbano chiudere tutti gli istituti?«I dati relativi alla provincia di Pescara dicono che le scuole primarie sono più coinvolte delle secondarie. Sono in corso valutazioni da parte dei sindaci. Intanto, alcuni plessi scolastici erano già stati chiusi laddove il numero delle classe coinvolte era molto rilevante. Vedremo».Dal 15 febbraio saranno consentiti gli spostamenti regionali e saranno riaperti gli impianti sciistici nelle zone gialle. È preoccupato?«Sono preoccupato perché se comportamenti non responsabili incrementassero un peso assistenziale già elevato, questo carico potrebbe diventare insostenibile. Tutto quello che facciamo dobbiamo farlo con coscienza, altrimenti non ce la possiamo fare». Chieti e Francavilla rischiano la zona rossa?«La possibilità che ci sia un allargamento di provvedimenti omogenei cresce di giorno in giorno con i trend attuali».Sarebbe opportuno istituire una zona rossa in tutta l'area metropolitana Chieti-Pescara?«Sarebbe un provvedimento molto impattante, quindi dobbiamo cercare di fare di tutto per evitarlo».Perché preoccupa così tanto la variante inglese? «Nella circolazione epidemica che abbiamo avuto fino all'anno scorso, avevamo una percentuale di superdiffusori intorno all'1-2% per ogni 100 contagiati. Con le varianti, invece, la percentuale dei pazienti capaci di diffondere molto il virus sale in modo cospicuo, probabilmente intorno al 5-6%. Questo determina la possibilità di una crescita esponenziale dei contagi».Il ministro Speranza ha dato il via libera alla distribuzione degli anticorpi monoclonali. A cosa servono?«Gli anticorpi monoclonali sono un presidio molto interessante. Riguardano la prevenzione dell'evoluzione delle infezioni dei pazienti ad alto rischio, come gli anziani e i diabetici. Quando si ha un'infezione precoce documentata attraverso lo screening in un paziente che ha altissimo rischio di progredire, la somministrazione degli anticorpi monoclonali impedisce all'infezione di andare avanti. È uno strumento utile che utilizzeremo appena sarà disponibile».A breve arriveranno anche i vaccini di AstraZeneca e dal 15 febbraio inizierà la fase 2 della vaccinazione per gli over 80.«A noi interessa vaccinare il più velocemente possibile tutte le categorie a rischio, quindi anziani, diabetici e pazienti fragili. Quanto prima riusciamo a vaccinare tutte queste persone, quanto prima vedremo appiattirsi la curva del ricorso all'ospedalizzazione. L'Italia ha fatto una politica di acquisto di vaccini diversificata per non dipendere dai tempi del singolo fornitore. In questo modo, dovremmo sempre avere vaccini disponibile».Nel report settimanale di venerdì prossimo della Cabina di regia, l'Abruzzo non sarà più zona gialla?«Con le varianti c'è una maggiore velocità nella variabilità del contesto epidemico. Dipenderà molto anche dalla nostra capacità di responsabilità».
 
07 febbraio 2021 il centro contagi
07 febbraio 2021 il centro zona rossa
 
Un aumento giornaliero dei contagi che si aggira intorno al 50%, con un rapporto tra tamponi e nuovi casi che balza oltre il 10% e il numero di decessi che rompe la soglia dei 1.500. A fare la differenza sono i dati sui nuovi positivi registrati nella città di Pescara (+113) e quelli dell'intera provincia che sono oltre la metà dell'intera regione (+303). L'emergenza sanitaria è in netto peggioramento e l'aumento dei contagi ha spinto diversi sindaci abruzzesi a disporre la chiusura di tutte le scuole. Intanto il governatore, Marco Marsilio, fa sapere che il suo test è negativo ma resterà in quarantena per essere sottoposto a un tampone di conferma. I CASI. Nella giornata di ieri i nuovi positivi sono stati 509, con una preponderanza nelle provincie di Pescara e di Chieti. Tra i comuni con il maggior numero di contagi giornalieri ci sono Pescara con il numero record di 113 casi, Montesilvano 62, Spoltore 30, Roseto 25, Pianella 24, Chieti 19, Gessopalena 13, Teramo e Vasto 10.I morti con il Covid sono stati 4, che portano il totale a 1.502.I decessi riguardano un 80enne di Ortona, un76enne di Castel Frentano, una 81enne di Ancarano e un 72enne di Pescara. Dall'inizio dell'anno i decessi in Abruzzo sono stati 289. LE SCUOLE CHIUSE. Il preoccupante aumento dei contagi sta portando i sindaci dei comuni più colpiti a chiudere tutte le scuole. Il primo cittadino di Pescara, Carlo Masci, ha firmato un'ordinanza che prevede la sospensione della didattica in presenza in tutte le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado della città da domani fino al 16 febbraio. Stesso provvedimento adottato dal sindaco Luciano Marinucci a San Giovanni Teatino con la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 13. Anche a Carsoli, a causa del crescente aumento dei casi, non solo tra la popolazione scolastica, il sindaco Velia Nazzarro ha firmato un'ordinanza con la chiusura delle scuole fino al 20. CURVA DEI CONTAGI. Supera la soglia dei 10mila contagiati da inizio pandemia la provincia di Pescara che resta comunque in termini assoluti quella meno colpita con il 3,19% della popolazione totale, contro il 3.44 della media regionale e il 3.92 di quella nazionale. La provincia più colpita resta invece quella dell'Aquila con il 4,18%. Segue la provincia di Teramo con il 3,71% della popolazione contagiata e infine quella di Chieti con il 2.72%. Il rapporto tra tamponi e nuovi contagi in Abruzzo supera il dato medio nazionale. Quello regionale è del 10.26, con un positivo ogni 10 test eseguiti, mentre il giorno prima è stato del 7.52.In Italia è stato pari al 9.0%. I test antigenici in regione ieri sono stati 3.114. RICOVERI. Si conferma una situazione di stabilità nei reparti Covid abruzzesi con un lieve aumento delle terapie intensive (+1). Dall'inizio dell'anno i nuovi pazienti finiti in terapia intensiva in Abruzzo sono stati 120, 33 nell'ultima settimana. Attualmente sono 49 i letti occupati, 1 in più rispetto al giorno prima, su 189 a disposizione della regione Abruzzo, pari al 26% del totale quando la soglia di allarme fissata in Italia al 30%. I posti di medicina Covid interessano invece il 31% di quelli disponibili. La soglia di allerta fissata è del 40%. Sono attualmente 461 i pazienti ricoverati in terapia non intensiva, 8 in più nel giro di 24 ore.

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