Data: 01/11/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Parruti: per fermare il virus servono 600mila terze dosi. L'infettivologo fissa il nuovo traguardo da raggiungere: è difficile ma non impossibile
«Quando riusciremo ad avere una copertura del 50 per cento circa di vaccinati con tre dosi, la variante Delta farà molta più fatica a replicarsi e potremo togliere qualche mascherina in più. A quel punto il ciclo dei contagi comincerà a chiudersi».Parola di Giustino Parruti, direttore del reparto di malattie infettive di Pescara, che fissa il nuovo traguardo della campagna di vaccinazione in Abruzzo, in un momento molto delicato della pandemia in cui i contagi sono in rialzo sul territorio regionale e la nuova variante Delta plus comincia a diffondersi.Parruti definisce una percentuale che, considerando la platea totale degli abruzzesi vaccinabili, dai 12 anni in su, corrisponde esattamente a 603.994 cittadini. È l'obiettivo, o meglio il traguardo da raggiungere il prima possibile per dare un colpo significativo al Covid in Abruzzo.Ma
A CHE PUNTO SIAMO CON LE TERZE DOSI? Al momento la terza dose viene somministrata solo ad alcune categorie a rischio.Si è partiti con gli immunodepressi e i soggetti più fragili, per poi passare ad altre fascee prioritarie come gli operatori sanitari e gli ospiti delle Rsa e, da qualche settimana, anche agli over 60. Una scelta che ha tenuto conto di diversi fattori: la fragilità del sistema immunitario dei soggetti coinvolti, l'esposizione al virus e da quanto tempo hanno completato il ciclo vaccinale. Finora le terze dosi somministrate sono poco più di 29mila: un ventesimo dell'obiettivo. Nel dettaglio: gli over 80 sono 18.287, un numero molto simile a quello dei non vaccinati della stessa fascia d'età. Segue la fascia 60-69 anni con 3.090 terze dosi già fatte. Le altre sono: 12-19 anni (solo 11 terze vaccinazioni), 20-29 (563), 30-39 (1.212), 40-49 (1.631), 50-59 (2.397) e 70-79 (1.876).Parallelamente il numero dei no vax si sta assottigliando. Ora sono 178.701. Ma restano scoperte in maniera consistente le fasce 40-49 anni (33.463 non vaccinati) e 50-59 con 29.530 soggetti senza alcuna dose.
LE CAUSE DELL'AUMENTO. L'aumento dei contagi, in questi giorni, è trainato proprio dai non vaccinati.«Gli ingredienti della situazione attuale sono semplici», spiega Parruti, «la variante Delta è molto contagiosa, non dimentichiamolo, e ha come possibili obiettivi del contagio tutti non vaccinati, che cominciano ad essere pochi in Abruzzo, ma c'è anche una possibilità che i vaccinati si infettino con la variante Delta pur senza sviluppare forme molto gravi di malattia. Per questo motivo stiamo registrando un aumento dei contagi che però è oscillante».Nonostante l'aumento dei numeri, dunque, la situazione resta sotto controllo: «Non ci sono elementi particolarmente preoccupanti», rassicura Parruti, «e poi la cosa che ci fa ben sperare sono gli ultimi studi sulle terze dosi fatti in Israele. Ci dicono che se ci vacciniamo tutti con tre dosi riduciamo non solo i ricoveri e i decessi, ma anche il numero di infezioni più lievi». La necessità della terza dose è dunque ormai un dato di fatto: «La terza dose ci farà da scudo anche contro le infezioni più lievi da Covid e poi manterremo anche le misure di cura e profilassi che abbiamo sviluppato in questi mesi. Se riusciamo a non fare l'errore degli inglesi, che l'hanno fatto circolare tanto, potremmo cavarcela con un aumento dei positivi lievi, ma senza vedere aumentare decessi e ricoveri. Dobbiamo anche continuare con le regole che sappiamo (mascherine nei luoghi chiusi e distanziamento, ndr), oltre ad accelerare con la vaccinazione».
COSA ACCADENEI REPARTI. Anche il numero dei nuovi ingressi in ospedale, però, è in aumento. «I ricoverati sono quasi tutti non vaccinati», dice Parruti, «specialmente quelli più impegnativi da gestire. In larga parte sono pazienti in età geriatrica. Ce anche qualche anziano con due dosi di vaccino ma non ha fatto in tempo a fare la terza e soffre di altre malattie concomitanti o di una depressione dell'immunità fisiologica, vista l'età».Nel reparto Covid di Pescara, dove da mesi lavorano in prima linea Parruti e il suo staff di medici e infermieri, su 11 ricoverati 5 sono over 65. «Al momento non siamo particolarmente preoccupati. Ma è chiaro che la convivenza con il virus, nei prossimi mesi, sarà più rischiosa e delicata. E se diamo modo al Covid di accelerare la trasmissione diventerà difficile contenerlo».
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