Data: 21/03/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Parruti: Covid 19, i sintomi e tutte le regole da seguire Il direttore di Malattie infettive risponde alle domande dei telespettatori di Rete8
PESCARA I sintomi e come riconoscere il Covid19, consigli sugli ambienti domestici e condivisi, dove il virus si può annidare, ma anche come si sta fronteggiando l'emergenza e come lavorano in trincea tutti gli operatori sanitari abruzzesi. Sono stati tanti i temi affrontati ieri sera in tv, su Rete8, nel corso dello speciale "Medicina facile", dal direttore di Malattie infettive dell'ospedale civile di Pescara, Giustino Parruti, intervistato dal giornalista Paolo Castignani e poi sottoposto alle domande dei telespettatori. Il medico, punto di riferimento della task force attrezzata dalla Regione contro l'epidemia, ha fatto il quadro della situazione abruzzese, rispondendo alle tante domande dei cittadini.La situazione dei medici e la relativa dotazione di protezione, come mascherine e camici, qual è?«Finora le dotazioni non sono mancate, per fortuna, e speriamo che continui così. Però, poi, più aumentano i degenti e più aumentano gli operatori sanitari che dobbiamo mettere in sicurezza con tutti i dispositivi del caso. Quindi, aumentando il fabbisogno, aumenta anche la necessità di reperire il materiale di protezione».Come task force regionale che situazione stiamo vivendo?«Attualmente stiamo aiutando anche pazienti arrivati da fuori Abruzzo. Tuttavia se nella nostra regione dovesse crescere la curva dei contagi, varcando la soglia dei 1.000 ricoveri, si andrebbero a saturare tutte le strutture esistenti. Quando tutte le risorse disponibili saranno sature, poi bisognerà trovare altre risorse assistenziali e altri posti di rianimazione». Un tampone può risultare positivo e, poi, negativo da un giorno all'altro?«Certo, può accadere. Se ne abbiamo due consecutivi negativi, allora si può fugare il rischio contagio». Nell'ospedale di Pescara è iniziato il trattamento con il tocilizumab per i malati in terapia intensiva?«Sì, il tocilizumab l'abbiamo utilizzato su oltre 20 pazienti. Mitiga l'evoluzione clinica degli intubati».I soggetti sieropositivi che sono già da tanto tempo in terapia antiretrovirale per Hiv, possono avere una certa immunità verso il Covid19 oppure rischiano la morte sicura se un sieropositivo viene infettato?«I sieropositivi che fanno terapia hanno un sistema immunitario pressoché normale alle altre persone».In tutti i casi dei ricoverati fino a questo momento, mediamente quali comportamenti a rischio sono stati riscontrati e giudicati come causa del contagio?«Un forte livello di socialità, in primis. Se una persona, che è fortemente contagiosa, va a contatto con altre è molto pericolosa».Il virus può vivere al di fuori del corpo umano e cosa bisogna proteggere?«Vive poco al di fuori del corpo umano. La parte più importante da proteggere è il viso, ma anche capelli e le mani».La condizione di asintomatico quanto tempo dura e, nel caso di sintomi lievi, tanto da non accorgersi di essere malati, per quanto tempo è necessario evitare i contatti?«Per come si è diffuso il virus la condizione dell'asintomatico dura parecchio. Sui sintomi lievi, vale la regola dei 14 giorni di isolamento».Nel caso si avvertano dei sintomi influenzali lievi, dopo quanto tempo dalla loro comparsa si manifesta l'eventuale evoluzione verso un quadro clinico di Covid19?«In media tra i 5 giorni».Se si assume da tempo l'Ismigen, un coadiuvante per alzare le difese immunitarie, potrebbe essere utile?«No, perché le persone allergiche e coloro che hanno delle patologie respiratorie recidive, se usano l'Ismigen, possono anche peggiorare».Per quale motivo non ci ispiriamo alle misure adottate dalla Corea del Sud visto che ha avuto un tasso di mortalità dello 0,7%.?«Pensano che quella percentuale dipenda dalla piramide popolazionista del paese. Ci sono anche dei fattori genetici che influenzano il tasso di mortalità».I disinfettanti non alcoolici sono efficaci per lavarsi le mani e, con l'arrivo dell'estate, le zanzare possono essere veicolo per il contagio?«Le zanzare non sono un veicolo e non hanno nulla a che vedere con il coronavirus. Sui disinfettanti? Acqua e sapone sono fantastici».Tra gennaio e i primi di febbraio a Pescara, essendo circolata una forma influenzale con sintomatologie simili a Covid19 - cioè bronchiti polmoniti e temperatura elevata - si potrebbe parlare già di una forma magari meno virulenta di questo virus comparsa in tempi non sospetti?«Il fatto che ci sia una diffusione importante nell'area di Pescara e dintorni potrebbe farci pensare che ci siano stati i primi inoculi. I primi casi sporadici, però, non hanno avuto una gravità che ci ha fatto insospettire».Prendere l'ascensore può essere fonte di contagio anche nel caso in cui lo stesso sia vuoto e se è stato preso precedentemente da qualcuno positivo al virus, questo potrebbe rimanere in sospensione ed infettare chi lo usa successivamente?«Tendenzialmente no, perché i droplet (le goccioline, ndr) sono pesanti e non rimangono a vagare per ore nell'aria. Cadono a terra, però, e quindi la prudenza ci dice che per entrare in ascensore serve la mascherina».Bambini e neonati sono più a rischio?«I bambini, tendenzialmente, reagiscono meglio degli adulti. Per i reparti di neonatologia, però, stiamo mantenendo una particolare attenzione».Le donne incinte positive al Covid rischiano di contagiare anche il bambino?«Nei pochi casi, il bambino è stato negativo e la madre non ha avuto grandi problemi dopo il parto».Qual è lo scenario epidemiologico attuale?«Dalla mappa di geolocalizzazione si vede che c'è una fascia ad alta densità, che va da Montesilvano alla vallata del Fino. Poi c'è una zona a bassa densità, che va da Penne fino a Popoli, dove il virus è a bassissima circolazione. Il focolaio autoctono della provincia di Pescara? È la zona Vestina. Il 60% dei casi si è verificato in provincia di Pescara».Come si devono comportare gli operatori sanitari quando finiscono di lavorare rientrando a casa?«Devono assolutamente mantenere il distanziamento sociale, sempre nella misura del possibile, specie a tutela delle persone anziane». |
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