L'EMERGENZAL'AQUILA Il piano per la gestione dell'emergenza A14 è ora definitivo: ieri le autorità locali, al gran completo, ne hanno preso atto nel corso di una doppia riunione che si è tenuta prima Teramo e poi a Pescara, con il coordinamento delle Prefetture. I comitati operativi per la viabilità provinciale (cosiddetti Cov), hanno esaminato il documento che è stato predisposto da Autostrade per l'Italia, la società che gestisce le tratte interessate, e che sarà inoltrato alla Procura di Avellino, con tutta probabilità, già nella giornata di oggi. Si tratta dell'estremo tentativo per provare a riportare i mezzi pesanti sul viadotto del Cerrano, oggi interdetto proprio per volontà dei giudici irpini che indagano sulle barriere di protezione e sulla sicurezza delle infrastrutture a seguito della tragedia che si è verificata nel 2013 nei pressi di Monteforte Irpino, sull'A16, quando un pullman è precipitato dal ponte causando 40 vittime. L'obiettivo primario è evitare, come accade ora, che migliaia di mezzi pesanti, non potendo percorrere l'autostrada adriatica, si riversino ulteriormente sulla statale 16 che attraversa alcuni paesi e città, causando gravissimi disagi alla popolazione. Dopo che una precedente istanza è stata già respinta, Autostrade per l'Italia, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti che ha fornito le indicazioni operative nel corso di un summit a Genova, ha predisposto un documento che codifica le varie operazioni allo scattare dell'emergenza, in modo crescente. Fino, ovviamente, a possibili nuovi blocchi completi. In soldoni il viadotto viene monitorato da appositi sensori, automatici e meccanici, che rivelano possibili movimenti delle strutture. In tal caso si attivano dei blocchi alla circolazione con conseguente individuazione di percorsi alternativi.
Ieri le autorità locali e le forze dell'ordine hanno visionato il documento nella sua interezza e hanno proposto alcune sottili limature. La società, che gestisce le tratte, si è impegnata alla trasmissione urgente del documento alla procura di Avellino. La speranza è che gli inquirenti stavolta comprendano che è stato fatto uno sforzo considerevole per rendere sicuro il transito lungo quel tratto di autostrada, strategico per la viabilità di tutta Italia. Dal canto loro le comunità, che proprio domenica sono scese in piazza in segno di protesta, chiedono che cessi immediatamente un'emergenza che appare non avere confini. Il flusso di migliaia di camion e mezzi pesanti che si è riversato sulla statale 16 e sulle altre vie interne ha provocato enormi disagi sotto vari punti di vista. E se i dati sull'inquinamento continuano a non superare le soglie di allarme, ora l'Arta, l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, ha deciso di installare delle centraline che possano monitorare, oltre alla qualità dell'aria, anche le soglie di rumore. D'altronde i Comuni hanno già fatto presente di non essere in grado di poter gestire a livello finanziario l'emergenza, viste le rotture del manto stradale e delle tubature idriche che si sono ripetute costantemente nelle ultime settimane. Aspi, dal canto suo, continua a ribadire la sicurezza del viadotto.