L'AQUILA Non si placano le tensioni tra governo e Regioni sulla imminente ripartenza, prevista per il 18, di gran parte delle attività economiche e commerciali. Ieri è andato in scena un ulteriore braccio di ferro che si è pericolosamente avvicinato a una nuova rottura. Il tema è sempre quello della legittimità delle ordinanze emanate dalle Regioni in ordine sparso e, soprattutto in questa fase, in alcuni casi in conflitto con le linee guida nazionali emanate da Inail e Istituto superiore di sanità. Ecco perché a un certo punto è sembrato evidente che il governo volesse addirittura ricorrere allo strumento del decreto legge, che avrebbe affossato e creato problemi alle ordinanze regionali. L'Abruzzo, sotto questo punto di vista, è stata una delle Regioni capofila in Italia nel promuovere una celere ripartenza del comparto economico. E, anche ieri, ha fatto la sua parte all'interno dell'accordo, siglato da 21 tra Regioni e Province autonome, con cui si è inviato al governo una sorta di testo unico uniforme per tutto il territorio nazionale contenente le prescrizioni per i vari comparti. Un'esigenza nata alla luce delle linee guida di Inail e Iss che, praticamente nella totalità dei casi, sono state giudicate eccessivamente restrittive. Due casi emblematici riguardano proprio l'Abruzzo. Che ha allentato le misure previste per i balneatori e per i ristoratori, parametri che poi sono entrati a pieno nel testo unico proposto al governo. Sul tema degli ombrelloni, per esempio, Inali e Iss si erano fermati a una superficie di 5 metri per 4,50 per ogni ombrellone; l'Abruzzo, con ordinanza del presidente Marco Marsilio, aveva ridotto a 3,50 per 3,50; nel testo finale si è arrivati addirittura a 3 × 3,50. Dunque le norme emanate dalla Regione sono rientrate a pieno titolo nell'intesa sottoscritta a livello nazionale con le altre. Dopo le tensioni di metà giornata, nella serata di ieri c'è stato un nuovo confronto con il governo. Sul tavolo anche la richiesta di modifica al Decreto rilancio affinché si possa dare forza giuridica ai protocolli regionali, in modo da escludere il rischio di possibili contenziosi. La proposta delle Regioni prevede che il protocollo Inail-Iss resti solo un surrogato in caso di inerzia da parte di qualche ente. Per arrivare al testo unico sottoposto al governo è stato fatto uno sforzo importante visto che per tutta la giornata si è lavorato su almeno sei settori considerati cruciali. «La volontà comune - ha detto Marsilio - è quella di stare tutti all'interno delle regole, definendo standard oggettivi e senza fare fughe in avanti o mettere pezze diversificate. Vogliamo che finisca l'effetto disordine».
LE CRITICHE Proprio sul tema delle ordinanze sindaci e amministratori del Pd ieri hanno diffuso una nota per dire che, a loro parere, «la Regione mette in difficoltà gli enti locali con un'ordinanza (il riferimento è all'ultima, quella per la ripartenza, ndr) corredata da un'enorme mole di allegati e protocolli, pieni di contraddizioni, da studiare e applicare nel giro di 48 ore. La soddisfazione di poter progressivamente uscire dalla sospensione pressoché generalizzata di attività produttive ed economiche deve purtroppo fare i conti con la preoccupazione di non avere avuto confronti e interlocuzioni con la Regione. Questo mette in grave difficoltà gli uffici».