Data: 21/12/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Oltre 2mila in pensione con quota 100 Ma l'occupazione non cresce, deludenti anche gli effetti del Reddito di cittadinanza per la creazione di nuovi posti di lavoro
L'AQUILA Al sistema "quota 100" per la pensione anticipata hanno avuto accesso, in Abruzzo, 2.389 lavoratori. Un dato aggiornato al 31 agosto scorso, come da rilevazione Inps. Di questi, ben il 71,9% è di sesso maschile, a conferma di una fragilità del sistema occupazionale femminile, sempre più frammentato e a singhiozzo. In sostanza, secondo i dati presentati ieri dall'Inps regionale nel rendiconto sociale 2018, le donne, nel corso della loro vita professionale, devono fare i conti con una maggiore incidenza di contratti precari, si trovano a cambiare più facilmente lavoro o ad interrompere l'attività. L'altro indicatore riguarda il reddito di cittadinanza, che ha sostituito il vecchio reddito di inclusione: la platea dei beneficiari, al 7 novembre scorso, era di 18.282 unità con un importo medio mensile erogato di poco più di 484 euro. Ma in entrambi i casi, gli effetti sull'occupazione, secondo l'Istituto di previdenza sociale, non corrispondono alle aspettative. Né quota 100, né il reddito di cittadinanza hanno prodotto, in regione, un aumento dell'occupazione. Di contro, è cresciuto il ricorso alla Naspi, con 53.637 prestazioni. In totale, l'Inps lo scorso anno ha pagato 493.897 pensioni per 5 miliardi 588 milioni di euro. FLOP QUOTA 100. I pensionamenti sono in aumento. «In termini di prestazioni nel 2018 sono state gestite 493.897 pensioni: un dato in crescita rispetto all'anno precedente in cui erano circa 395mila», ha dichiarato l'ex direttore Inps Abruzzo, Valeria Vittimberga, che ha illustrato i numeri del report, «questo deriva anche da quota 100, oltre che da un invecchiamento della popolazione. In particolare, al 31 agosto scorso sono le pensioni anticipate erano 2.389 e il 71,9 per cento riguarda beneficiari di sesso maschile. Questo va letto con una situazione di forte svantaggio lavorativo delle donne in Abruzzo che, in moltissimi casi, non sono riuscite ad arrivare ai 38 anni di contributi per raggiungere quota 100. Questo, a causa di una carriera frammentata, con periodi di interruzione per maternità o per contratti a tempo determinato, seguiti da difficoltà di reinserimento dopo le interruzioni».Il 48,9% degli accessi a quota 100 si registra nel settore privato, il 44,7 per cento in quello pubblico. REDDITO DI CITTADINANZA. L'Abruzzo si conferma uno dei grossi fruitori del reddito di cittadinanza con 18.282 percettori di questa misura che corrispondono a 43.121 persone coinvolte all'interno di questa operazione assistenziale, con una media dell'importo mensile erogato di 484,83 euro e 2.571 nuclei familiari coinvolti. La prima regione del Centro-Italia per numero di beneficiari. «Persistono evidenti sacche di povertà date dalla fruizione del reddito di cittadinanza», evidenzia Vittimberga, «come si evidenzia anche dalle Naspi, le indennità successive al licenziamento, che sono in crescita, con 53.637 prestazioni a cui si sommano 9mila indennità di disoccupazione agricola».Sono 22mila, invece, i beneficiari del reddito di inclusione, nel 2018, con 8.583 nuclei familiari interessati. PRESTAZIONI. Nel corso del 2018 l'Inps ha gestito 493.897 prestazioni e pensioni, per un importo complessivo di 5 miliardi 588milioni di euro, rispetto ai 5 miliardi 447 euro dell'anno precedente. Nello specifico, la gestione corrente ha riguardato 395mila pensioni e 99.900 prestazioni assistenziali, oltre a 13.206 nuove pensioni di invalidità. «Le cifre ci danno una dimensione dell'economia abruzzese che mantiene gli stessi standard degli anni precedenti», ha spiegato Gino Pantaleone, presidente del comitato regionale Inps Abruzzo, «il grande gap rimane essenzialmente il problema delle prestazioni a sostegno del reddito, soprattutto la Naspi che segnalano una occupazione giovanile discontinua, fatta di precarizzazione che dobbiamo, in termini politici, arginare. Se non si dà occupazione di qualità e stabile, il problema della sostenibilità dell'ente c'è e rimane». CRESCITA ZERO. Alla presentazione del report, che si è svolta nella sede del Gssi, all'Aquila, ha partecipato anche il presidente nazionale del consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, Guglielmo Loy che, nel suo intervento, ha posto l'accento «sulle aree di sofferenza e sul dualismo, in Abruzzo, tra area costiera e zone interne, anche per le problematiche derivanti dal terremoto. Una situazione vicina allo zero di crescita: in altri termini, il sistema cresce leggermente, ma l'impatto sulle persone, in termini positivi, è ancora relativo». Quanto a quota 100 e al reddito di cittadinanza, Loy ha sottolineato come «tali misure non abbiano dato la risposta, di rimbalzo, che ci si aspettava in termini di ricambio occupazionale, per coloro che sono usciti da quota 100, e che non hanno avuto un'automatica sostituzione, soprattutto nella pubblica amministrazione. Peggio ancora, l'effetto sul reddito di cittadinanza: l'inclusione attiva», ha concluso il presidente del Comitato di vigilanza, «e l'opportunità di lavoro sono praticamente nulle, mentre l'impianto normativo è lento dall'essere efficace. Si è verificato quello che si temeva: che fossero prestazioni benemerite per dare un sollievo alla persona, ma non risolutive». |
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