ROSETO Da ieri mattina è chiuso a tempo indeterminato il casello autostradale di Roseto in uscita per chi proviene da nord e in entrata per chi è diretto verso nord. Il provvedimento è la conseguenza del sequestro, disposto ieri mattina dall'autorità giudiziaria di Avellino, delle barriere sul viadotto dell'A14 che passa sopra la Ss 150 del Vomano nel tratto Teramo-Roseto. Per questo motivo il traffico transiterà su una sola corsia per senso di marcia.Secondo quanto riferisce Autostrade per l'Italia, la chiusura della parte nord del casello si è resa necessaria a causa della presenza ravvicinata delle rampe di accelerazione e di decelerazione con il viadotto stesso; la stazione di Roseto sarà riaperta solo quando la magistratura riterrà opportuno revocare il sequestro. La chiusura del casello rosetano è solo l'ultimo, e probabilmente si rivelerà il più grave per la viabilità ordinaria della zona, dei disagi generati nelle ultime settimane dalla carente sicurezza di un certo tipo di barriere, che ha portato a sequestri di viadotti in tutt'Italia e a forti rallentamenti del traffico autostradale. L'operazione rientra nell'inchiesta bis della Procura di Avellino sulla strage di Acqualonga del luglio 2013, quando un pullman di pellegrini volò giù da un viadotto sulla Napoli-Canosa, nel territorio di Monteforte Irpino: persero la vita 40 persone.Del provvedimento che ha preso la magistratura riguardo il viadotto "Ss 150" erano al corrente in pochi. Anche il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici del Comune di Roseto Simone Tacchetti conferma che l'amministrazione non aveva ricevuto alcun preavviso di quello che sarebbe accaduto ieri. «Io personalmente non ho ricevuto nulla», dichiara il vicesindaco, «e se anche la notizia non fosse arrivata a me, sarei stato prontamente avvertito da altri, avendo lavorato assieme al sindaco in Comune fino alla tarda mattinata di venerdì». Secondo quanto afferma Tacchetti, l'amministrazione comunale per il momento non avrebbe intenzione di prendere provvedimenti particolari in merito ai possibili ingorghi che potrebbero sorgere all'interno del territorio cittadino. «Se si dovessero creare problemi», precisa l'assessore ai lavori pubblici, «è chiaro che la polizia municipale interverrà, magari spegnendo i semafori o presidiando gli incroci. Si deciderà al momento, anche perché non c'è stato dato modo di prepararci».Molto più decisa è invece la presa di posizione della Provincia di Teramo, con il presidente Diego Di Bonaventura che invita il ministero, la società Autostrade per l'Italia e la magistratura a trovare urgentemente una soluzione. «Non si può paralizzare la seconda dorsale più importante del Paese», dichiara Di Bonaventura, «un problema come questo non può essere risolto sequestrando. Chi di dovere si sieda per concertare un piano e un cronoprogramma per la sostituzione dei guard-rail incriminati, non dovrebbe essere così complicato il dialogo fra poteri dello Stato». Sono diversi i problemi che mette in evidenza, non soltanto sul piano della viabilità ma anche su quello ambientale. «Code e disagi saranno il problema minore», commenta Di Bonaventura, «perché buona parte del traffico pesante e anche di quello leggero si riverserà sulla statale 16, attraversando centri abitati con un aumento inaccettabile dei livelli di inquinamento e del rischio di incidenti». Di Bonaventura ribadisce infine come non ritenga così complicata la risoluzione della questione per chi avrà il compito di occuparsene. «Noi siamo "solo" piccoli amministratori di provincia», conclude, «ma francamente non crediamo che sostituire delle barriere sia un'impresa titanica tale da giustificare questi vuoti decisionali che stanno massacrando l'immagine del Paese e le fragili economie dei territori».
E per il Cerrano giovedì vertice in prefettura
Sequestri, restringimenti di carreggiata, traffico paralizzato e la spada di Damocle di una ipotetica chiusura anche per il viadotto del Cerrano: è uno scenario futuro che si annuncia ancora più a rischio quello dell'A14 nel territorio teramano. Ieri i sigilli alle barriere sono scattati anche nel tratto compreso tra San Benedetto del Tronto e Val Vibrata. Giovedì, invece, in prefettura ci sarà l'incontro tra le autorità e la società autostrade per decidere sul futuro del viadotto Cerrano che è a rischio chiusura per i mezzi pesanti. L'ipotesi è stata ventilata dopo uno scambio di note tra l'ufficio ispettivo territoriale (Uit) del ministero delle Instrastrutture (Mit) e Autostrade per l'Italia (Aspi). Secondo il gestore c'è un monitoraggio continuo e le analisi effettuate evidenziano che non c'è alcun rischio statico. Diversa è l'opinione dell'ufficio ispettivo territoriale che ha evidenziato due questioni: l'esistenza in zona di una frana che è monitorata ma tocca le sottofondazioni dei piloni e la presenza di cerniere di taglio che uniscono le campate ammalorate e ossidate.