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Data: 19/11/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Nuova strada A24-Prati di Tivo D'Alonzo: «Progetto utopistico» Il sindaco di Crognaleto bacchetta la Provincia che sta conducendo uno studio di fattibilità Di Bonaventura replica: con i dati valuteremo se è possibile un collegamento che aiuti la montagna

TERAMO Il progetto di una strada fra il casello dell'A24 di Colledara e i Prati di Tivo, annunciato sul Centro dal presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, accende gli animi.A intervenire è il sindaco di Crognaleto Giuseppe D'Alonzo. «Necessitano misure mirate innanzitutto al ripristino della viabilità e alla sicurezza della stessa, compromessa dal dissesto idrogeologico e più volte segnalate alle autorità, ma con scarsi risultati. Urgono visioni e strategie volte alla crescita dell'intero comprensorio montano, già tanto "depauperato" dalle numerose questioni in essere, oltre alla "disattenzione politica", di cui l'utopia avanzata dalla Provincia è l'ennesima dimostrazione. In montagna si vive se ci sono strade percorribili, contesti ambientali messi in sicurezza e migliori servizi, non con piste autostradali!». D'Alfonso parla di «questioni ben più importanti» fra cui «lo spopolamento, le scuole, la sanità (una giusta ubicazione del nuovo ospedale sarebbe Villa Tordinia, che darebbe respiro alle aree interne, a partire dal centro di riferimento di Montorio), la ricostruzione». E poi, rimarca, «i costi di questo progetto utopistico sono elevatissimi. Altre proposte, ben più facili da realizzare e di beneficio concreto, potrebbero essere valutate, capaci di abbracciare i territori che vanno da Tossicia a Campotosto (già in progettazione dalla Mo.Te.)». Immediata la replica di Di Bonaventura: «E' vero che i territori montani pagano da troppo le conseguenze di una scarsa attenzione delle istituzioni: io non c'ero e non mi risulta che nessuno, nemmeno l'amministrazione provinciale che ho ereditato dal centrosinistra, sia partita dall'unica cosa concreta da fare: commissionare uno studio di fattibilità che confronti le diverse possibili ipotesi per creare o migliorare le vie di comunicazione della montagna teramana».E ancora: «La montagna esce da quell'isolamento - così ben descritto da D'Alonzo - anche con una infrastruttura di collegamento che sia alternativa a quella esistente, risalente al tempo dei Romani, e che la avvicini a Roma e all'Adriatico ma anche, direi al resto della provincia e all'Abruzzo. Le ipotesi in campo, e non da ora, sono più d'una (non si comprende perché D'Alonzo nel suo comunicato finga di ignorare la metà dell'articolo de Il Centro da cui ha tratto spunto dove molto chiaramente sono elencate tutte e due): una strada che dall'autostrada attraversa percorsi già esistenti ma inutilizzati e che ha il vantaggio di rimettere in comunicazione tutti i Comuni del comprensorio teramano o una bretella di collegamento veloce da realizzare ex novo. Qualunque confronto però non può che partire da dati e valutazioni tecniche e la Provincia, per la prima volta, si assume l'onere di uno studio di fattibilità che fornisca a tutti, Provincia e Comuni, gli elementi sui quali ragionare. Senza uno studio su cosa ci confrontiamo?».

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