L'AQUILA Qualcuno lo dice scherzando, ma forse neanche troppo: «Forse sarà perché ora a Roma siamo tutti opposizione». E chissà se davvero i nuovi equilibri nazionali, che peraltro da ieri vanno delineandosi in maniera netta nella direzione di un governo Movimento Cinque Stelle-Pd, possano aver giocato un ruolo nel rasserenare il clima all'interno della maggioranza di centrodestra in Regione che ieri si è riunita nel secondo vertice di verifica politica. Un summit su cui è aleggiato un certo mistero fino al primo pomeriggio, quando si è concretizzato lo spostamento di sede da palazzo Silone, sede della giunta, all'Emiciclo, casa del Consiglio. Al tavolo il coordinatore regionale della Lega, il deputato Giuseppe Bellachioma e il responsabile Enti locali, il deputato Luigi D'Eramo; il coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Nazario Pagano; il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri; il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Etelwaldo Sigismondi con il capogruppo regionale Guerino Testa. In politica, si sa, la forma è sostanza. E c'è sicuramente un significato nell'aver voluto smarcare nettamente l'incontro dall'aspetto governativo, anche fisicamente. Basti pensare che il presidente, Marco Marsilio, come già accaduto in altre circostanze, non ha partecipato. D'altronde i temi sul tappeto erano molto politici, in particolare per ciò che riguarda i 145 posti da assegnare in nome dello spoil system. Argomento, però, su cui, nonostante le 4 ore di discussione, sono arrivate risposte piuttosto generiche. Le questioni di peso sono state rimandate a un nuovo incontro. Nessun nome, insomma. Né tantomeno, come dice Pagano, «calcoli di natura cencelliana». Della famigerata ripartizione numerica (73 alla Lega, 31 a Forza Italia, 26 a Fratelli d'Italia e 9 alla quota Marsilio) neanche l'ombra. E, dunque, non è dato sapere se, per esempio, la quota Marsilio sia concreta o meno. Pagano, sul tema, è chiaro: «Penso che il presidente non solo abbia il diritto, ma sicuramente anche il dovere di esprimersi sulla qualità delle persone o di indicare figure particolarmente quotate». Lo stesso Pagano si è spinto a dire che «mai c'era stata tanta armonia e condivisione». Bellachioma, a caldo, lo ha confermato: «L'unione fa la forza». La nota stampa finale, congiunta, dice che «i nomi verranno individuati puntando non all'etichetta politica, ma piuttosto alle capacità e ciò sarà evidente quando, nei prossimi giorni, verranno firmati i decreti». «Primo passo recita ancora la nota - è stato quello di condividere il metodo e i criteri per l'individuazione dei nomi. Più che l'etichetta politica si sta valutando la qualità degli uomini e delle donne. Naturalmente si rispetteranno i tempi dello spoil system, non c'è alcuna corsa alla poltrona visto che siamo arrivati praticamente al 10 settembre, ovvero all'ultimo giorno utile. A ciascun nuovo consiglio d'amministrazione abbiamo assegnato un obiettivo riformatore da raggiungere. Infine è vero ed evidente che ciascun partito ha un peso diverso, ma è altrettanto vero che sulla bilancia peseranno di più le professionalità». I nodi, però, non sono ancora sciolti. Ieri Francesco Nicola Zavattaro, designato come manager dell'Asl di Chieti, ha ufficialmente detto no. Aveva chiesto integrazioni al contratto di natura programmatica, sollevando anche il caso degli stipendi troppo bassi.