ROMA Alla fine i punti del programma comune tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico sono diventati 28. Luigi Di Maio ha rivendicato l'inserimento nel testo finale di tutti e 20 i punti che aveva indicato due giorni fa, quando aveva minacciato di mandare all'aria le trattative con i Dem. Dunque nel testo finale entra lo stop alle trivelle e agli inceneritori chiesto dai Cinquestelle. Ma rischia di essere soltanto un accordo di facciata. Per le ricerche in mare riguarderà solo le nuove concessioni, che di fatto non esistono. E, in entrambi i casi, toccherà a una commissione tecnica dirimere una questione politica praticamente irrisolta. Lo stesso vale per le infrastrutture, inserite nel programma in una versione salomonica. La vera novità della giornata è certamente la menzione di Roma e della questione capitale, anche se in una versione decisamente generica («rendere attrattiva la capitale» significa tutto e niente). Sui decreti sicurezza, alla fine, una quadra è stata trovata. Si tornerà alla versione Conte, il testo del decreto edulcorato da tutte le modifiche volute dalla Lega e che anche il Quirinale aveva approvato. Si tornerà insomma, al rispetto degli obblighi internazionali superando le perplessità del Colle. Nell'ultima riunione sono stati inseriti due punti programmatici su Agricoltura (rafforzamento della politica agricola comune) e Pmi (incentivi agli investimenti). Su Iva, riduzione delle tasse sul lavoro, introduzione del salario minimo è tutto confermato. Ci sono poi dei riferimenti alla revisione delle agevolazioni fiscali e al taglio della spesa che lasciano intendere che il lavoro sulla manovra fatto da Giovanni Tria non sarà cestinato.