L'AQUILA Abruzzo in rivolta contro la decisione del governo ancora da ufficializzare di non concedere lo stato di emergenza per la grandinata che nello scorso mese di luglio ha messo in ginocchio buona parte della costa. Non una questione formale: ballano 222 milioni di euro, tanto sono stati quantificati i danni. Così ripartiti: 652 mila euro alla provincia dell'Aquila, 106 milioni in quella di Chieti, 114 a Pescara e 1,8 milioni a Teramo. Il governatore Marco Marsilio, capita l'aria, ieri ha tentato di far fronte comune con le altre Regioni a cui dovrebbe toccare la stessa, infausta, sorte. Ha scritto al presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, nella qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, e ai presidenti delle Regioni Marche, Molise e Puglia, per sollecitare un intervento comune nei confronti del Governo. Il presidente Bonaccini, informa una nota ufficiale della Regione Abruzzo, ha pienamente condiviso l'iniziativa e assicurato che se ne farà portatore a nome di tutte le regioni interessate.
LE REAZIONI I sindaci sono sul piede di guerra. In primis quello di Pescara, Carlo Masci: «La ritengo una cosa gravissima perché sicuramente abbiamo vissuto una situazione drammatica che emerge dai numeri relativi ai danni e dalle immagini di quel giorno circolate in tutta Italia. È una questione trattata con una superficialità incredibile che ora ricade sui cittadini. Si è trattato di una situazione che non si era mai verificata a Pescara: una grandinata in cui cadevano palle da baseball - sottolinea - a cui è seguita un'alluvione di quelle proporzioni». «Credo sia stato sottovalutato il fenomeno - aggiunge Masci - Le vittime di questa superficialità sono i cittadini, molti dei quali non erano assicurati. Questo non va assolutamente bene. Ci sono stati realmente dei danni e non capisco come si faccia a dire che non è stata un'emergenza».
L'ALTRO FRONTE Fronte aperto anche a Vasto, dove il sindaco, Francesco Menna, ha espresso «grande disappunto»: «I danni causati dalle palle di ghiaccio, grosse come arance, ammontano solo per il Comune di Vasto a 12,1 milioni. Questa è la cifra raccolta, in alcune settimane, dal Comune, attraverso la denuncia per la stima dei danni subiti presentata da cittadini e vacanzieri. A nulla è servita anche la richiesta da Menna al presidente della Regione Marco Marsilio per chiedere il riconoscimento dei danni. Come ente abbiamo provveduto a segnalare alla Regione i danni subiti, ma la risposta è stata negativa». Dichiarazioni che hanno fatto saltare dalla sedia il gruppo cittadino di Fratelli d'Italia, partito di Marsilio: «Menna diffonde fake news, dimostra la sua incompetenza. Lo stato di emergenza lo deve proclamare il governo, non la Regione». Il caso, a quanto pare, approderà in Parlamento. «Presenterò alla presidenza del Consiglio dei Ministri un'interrogazione - ha detto la deputata del Movimento 5 Stelle, Daniela Torto - Mi batterò per quella parte dell'Abruzzo ferita dalla violenta grandinata affinché non rimanga senza aiuto. Sto valutando anche la possibilità di presentare in commissione V della Camera dei Deputati proposte sulla legge di Bilancio per aiutare l'Abruzzo. Sembrerebbe - ha spiegato in una nota - che i requisiti per dichiarare lo stato d'emergenza non ci siano perché la forte grandinata non ha comunque fatto attivare misure straordinarie di assistenza alla popolazione. Ritengo che, qualora non ci fossero tali requisiti, le istituzioni nazionali debbano trovare un altro strumento».