Data: 19/12/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Natale e Capodanno: tutti i divieti per evitare i contagi Zona rossa e lockdown nei giorni festivi e prefestivi: torna anche l'autocertificazione Nei feriali scatta l'arancione. Si possono accogliere in casa solo 2 parenti non conviventi.
Ma solo l'Abruzzo resta isolato Marsilio si sfoga: «È un'ingiustizia». Il no al giallo ci impedisce anche domani di spostarci tra regioni Dieci giorni di lockdown totale per l'Italia. Dal 24 al 27 dicembre e poi da 31 dicembre fino al 6 gennaio l'intero Paese sarà zona rossa. Gli altri giorni saranno da zona arancione con divieti meno restrittivi. Il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto legge che non permette ai governatori di prendere decisioni proprie per le feste di Natale, Capodanno e dell'Epifania. I contenuti del decreto sono stati illustrati, ieri sera, dal premier, Giuseppe Conte, che ha annunciato anche lo stanziamento immediato di 645 milioni di euro in favore di bar e ristoranti costretti alla chiusura. Tre articoli e una serie di divieti che, di fatto, danno il via ad un Natale senza feste, né cenoni in famiglia. I GIORNI ROSSI. Il 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020, e nei giorni 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021, in tutta Italia saranno in vigore le regole relative alla zona rossa. Sarà vietato uscire di casa se non per ragioni di salute, lavoro, necessità e urgenza, ma si potrà far visita ad amici e parenti non conviventi, seppure con precise limitazioni. In particolare, non ci si potrà spostare in più di due persone. Il divieto non vale per i figli minori di 14 anni e per le persone disabili o non autosufficienti conviventi, che non vanno conteggiate nel limite di due. Inoltre, lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una volta sola al giorno nell'arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, quando scatterà il coprifuoco, che resta in vigore per l'intero periodo delle feste. Ci si può recare in una sola abitazione, che sia di parenti o amici, a patto che la stessa sia ubicata nella medesima regione. Per fare un esempio, chi fosse andato a pranzo a casa dei nonni, non potrà andare la sera stessa a cena da cugini o fratelli. È vietato, inoltre, recarsi nelle seconde case in altre regioni o province. Torna l'autocertificazione anche per gli spostamenti all'interno della città. NEGOZI CHIUSI. Nei giorni indicati dal Governo come rossi, i negozi al dettaglio e i centri estetici resteranno chiusi, eccezion fatta per i supermercati e i negozi di generi alimentari, edicole, tabaccherie, farmacie, parafarmacie e barbieri. Chiusi i bar e i ristoranti, mentre resta consentito l'asporto fino alle 22 come anche le consegne a domicilio. Sarà possibile svolgere l'attività motoria nei pressi della propria abitazione. Le chiese resteranno aperte ai fedeli fino alle 22. Chi non rispetterà i divieti andrà incontro a pesanti sanzioni, che variano da 400 a mille euro. IL COPRIFUOCO ALLE 22. Non è previsto alcun anticipo del coprifuoco, rispetto all'orario attualmente in vigore, le 22, nel decreto sulla stretta di Natale. Per le visite consentite a massimo due conviventi per una volta al giorno si fa esplicito riferimento «ad un arco temporale che va dalle 5 alle 22», ovvero ai limiti dell'attuale coprifuoco. I GIORNI ARANCIONI. Nei giorni 21, 22, 23, 28, 29 e 30 dicembre 2020, e nel giorno 4 gennaio 2021 (per l'Abruzzo si aggiunge anche la giornata di domani, 20 dicembre), saranno in vigore le regole relative alla zona arancione. Giorni che, per l'Abruzzo, salgono a otto, a partire da domani. In questo periodo non ci si potrà spostare dal proprio comune e neppure muoversi tra regioni. Ma il Governo ha introdotto un'importante novità che riguarda i piccoli comuni: si potrà, infatti, muoversi dai comuni con meno di 5.000 abitanti, a patto che il comune che si vuole raggiungere non sia più lontano di 30 chilometri. Resta vietato, in ogni caso, uscire dal proprio comune per recarsi nel capoluogo di provincia. Il testo del decreto recita testualmente: «Nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 si applicano le misure previste all'articolo 2 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 (quelle delle zone arancioni), ma sono altresì consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia». È possibile sempre rientrare nella propria abitazione o residenza, ma non si potrà andare nelle seconde case. BAR E RISTORANTI CHIUSI. Come per la zona rossa, non cambia la situazione per i bar e i ristoranti neppure con il passaggio, a singhiozzo, in area arancione. Le attività di ristorazione continueranno a restare chiuse: saranno consentiti solo l'asporto fino alle 22 e le consegne a domicilio. Anche in questo caso, come per la zona rossa, è consentita l'attività motoria ma solo vicino alla propria abitazione. Le chiese resteranno aperte, per le funzioni religiose, fino alle 22, quando scatta il coprifuoco. Le sanzioni, per chi viola i divieti, vanno dai 400 ai mille euro. LE REGOLE CHE NON CAMBIANO. Il nuovo decreto legge di Natale lascia in vigore tutte le norme stabilite dal precedente decreto legge numero 158 che prevede che «dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome». Il rientro nella propria residenza, domicilio o abitazione è sempre consentito. È invece vietato andare nelle seconde case situate in un'altra regione e, il 25, 26 dicembre e il 1° gennaio, anche in altro comune. Ma solo l'Abruzzo resta isolato Marsilio si sfoga: «È un'ingiustizia». Il no al giallo ci impedisce anche domani di spostarci tra regioni PESCARA L'Abruzzo, da domani, rimarrà l'unica regione italiana in zona arancione. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, infatti, non firmerà nuove ordinanze. Altre regioni passeranno in fascia gialla, ma solo perché scade il provvedimento in vigore. Per l'Abruzzo, invece, sulla base dell'ordinanza ministeriale del 13 dicembre, le misure andranno avanti fino al 26 dicembre. Poi scatteranno le regole introdotte per Natale e l'Abruzzo, alla fine, non potrà vedere la zona gialla prima del 7 gennaio. Il governatore Marco Marsilio, che fino all'ultimo ha spinto per il passaggio nell'area di rischio inferiore, si sfoga e si definisce «deluso». Se dal 24 dicembre al 6 gennaio le regole sono uguali in tutta Italia, l'eventuale zona gialla avrebbe significato due cose per l'Abruzzo. Da un lato la riapertura di bar e ristoranti fino alle 18 per quattro giorni, cioè dal 20 al 23 dicembre. Dall'altro, gli abruzzesi avrebbero potuto sfruttare la finestra temporale di 24 ore che avrebbe consentito gli spostamenti tra regioni, permessi nelle aree gialle fino alla mezzanotte di domani. Il problema non è legato ai dati, che sono in miglioramento, ma è esclusivamente di tipo formale e burocratico. L'Abruzzo, stando alle regole previste dal Dpcm, deve passare almeno 14 giorni in zona arancione, ma con dati compatibili con l'area gialla. Il monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero, relativo al periodo 7-13 dicembre e presentato ieri, conferma il miglioramento della situazione in Abruzzo, la cui classificazione complessiva di rischio resta comunque «moderata». Si riducono i focolai e migliora l'indice Rt, ovvero il tasso di riproduzione netto della malattia, che scende a 0.80, a fronte di una soglia di allarme pari a uno. Ancora alto, invece, il dato relativo al tasso di occupazione dei posti letto: è pari al 31% per le terapie intensive e al 40% per l'area non critica, a fronte di soglie di allarme rispettivamente del 30 e del 40%. Quei valori, però, alla luce dei dati di ieri, ora sono scesi al 22 e al 37%, come certificato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).In sostanza l'Abruzzo oggi ha tutte le carte in regola per essere in fascia gialla. «Ci siamo trovati di fronte questa insistenza a non voler fare i conti con la nostra realtà. Siamo tra le cinque migliori regioni d'Italia per l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. C'era la possibilità di andare a derogare sulla base dei nostri numeri», si sfoga Marsilio, che ha a lungo fatto pressioni e che ieri mattina ha anche inviato, invano, una lettera al ministro Speranza. |
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