ROMA È considerato da sempre la madre di tutti i contratti nel settore privato. Quello che farà in qualche modo da guida agli altri rinnovi. Ma stavolta l'intesa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici - raggiunta ieri sera dopo 15 mesi di difficili trattative che hanno visto anche uno sciopero generale e poi la volata finale con tre giorni di no stop - è ancora più importante. Perché arriva nel bel mezzo della pandemia che ha sconquassato il sistema produttivo. E arriva anche nel bel mezzo di una crisi di governo, iniziata male ma che molto probabilmente finirà con una scossa benefica per l'intero Paese. «L'intesa è un segnale di fiducia nel futuro»: la pensano così tutti i leader sindacali, quelli di categoria che sono rimasti seduti al tavolo della trattativa finché tutti i nodi non sono stati sciolti, e pure i boss confederali. E la pensano così anche gli industriali. Persino la politica, in primis il Pd, si complimenta.
Tra l'altro l'aumento economico portato a casa è a tre cifre come chiesto dai rappresentanti dei lavoratori: 112 euro. Un risultato importante anche se non fossimo stati in epoca Covid. In cambio gli industriali hanno ottenuto un allungamento di un anno e mezzo della vigenza contrattuale, dal 2022 (il contratto era scaduto nel 2019) a giugno 2024 e la riforma degli inquadramenti professionali.
I DETTAGLI Il rinnovo riguarda una platea di circa un milione e 600mila tute blu. Come detto in busta paga andranno a regime per il quinto livello 112 euro, 100 euro per il terzo (la trattativa era partita con una richiesta di 144 euro da parte dei sindacati e un'offerta di 65 euro da parte delle aziende). L'incremento sarà erogato in quattro tranche: la prima arriverà il prossimo giugno e sarà di 25 euro; la seconda di altri 25 euro a giugno 2022; la terza di circa 27 euro a giugno 2023; l'ultima di 35 euro a giugno 2024. Confermati anche i 200 euro l'anno di flexible benefit. Previsto l'innalzamento del contributo aziendale al fondo Cometa al 2,2% dal 2022 per gli under 35.
Il nuovo contratto collettivo prevede anche la riforma dell'inquadramento (fermo al 1973) con l'eliminazione del primo livello. Per gli industriali è questo il punto più qualificante. «Un investimento per il futuro» lo definisce il presidente di Federmeccanica , Alberto dal Poz, che sottolinea: «La nostra volontà è sempre stata chiara: fare il contratto. Dopo un confronto serrato ma costruttivo abbiamo trovato la chiave per un rinnovo che rispettasse le due condizioni per noi imprescindibili: continuità e sostenibilità. I 112 euro? li dobbiamo vedere come lo sforzo per un investimento sul futuro per il nostro Paese». Anche l'altro firmatario da parte delle imprese, ovvero Assistal (associazione nazionale che rappresenta i costruttori di impianti, dei servizi di efficienza energetica) si dichiara «molto soddisfatto». Spiega Angelo Carlini, che di Assistal è presidente: «Il contratto appena firmato rappresenta da un lato il consolidamento di tutti quegli elementi positivi emersi dal rinnovo del 2016, quali le relazioni industriali, la formazione obbligatoria e la salute e sicurezza sul lavoro, e dall'altro l'introduzione di elementi di novità rilevanti a partire da una nuova concezione dell'inquadramento professionale che va a sostituire il model 1973». Il contratto introduce anche la clausola sociale sugli appalti pubblici, un testo (che i sindacati definiscono «molto significativo») sulla violenza di genere, e norme relative allo smart working.
Altrettanto soddisfatti i leader di Fim, Uilm e Fiom, Roberto Benaglia, Rocco Palombella e Francesca Re David. «Questo contratto permette di far ripartire l'industria con soluzione costruttive» dice Benaglia. «È il miglior contratto degli ultimi anni» rivendica Palombella, definendo i nuovi patti «un'iniezione di fiducia per 1 milione e 600mila lavoratori metalmeccanici che durante la pandemia hanno fatto la differenza e meritavano la giusta considerazione». Anche la numero uno Fiom, Francesca Re David, si lascia andare a commenti entusiastici: «È un risultato straordinario». Oltre all'aumento salariale, Re David sottolinea «l'aggiornamento e la revisione dell'inquadramento professionale» con «il superamento del primo livello: a partire dal 1 giugno del 2021 migliaia di lavoratori passeranno nell'attuale secondo livello».
Molto positivi anche i commenti dei leader di Cgil, Cisl e Uil. Per Maurizio Landini l'intesa rappresenta un «investimento sul lavoro di qualità e sul futuro del sistema industriale dell'Italia». Annamaria Furlan parla di «segnale di fiducia in un momento così difficile per la vita del Paese». Per il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, «è una vittoria dei lavoratori e del sindacato che credono nell'insostituibile funzione del contratto nazionale. Un risultato tanto più eccezionale se si considera la difficilissima fase che il Paese sta attraversando». Ora l'intesa sarà sottoposta alle assemblee dei lavoratori.