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Data: 23/06/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA
    CORRIERE DELLA SERA

Mes ad alta tensione Caos in commissione di Andrea Ducci Sì con i voti di Pd e Iv-Azione, M5S si astiene. La maggioranza non si presenta Salta il Consiglio dei ministri. Salvini: sintonia con il ministro dell’Economia

ROMA È una delle giornate più difficili da quando Giorgia Meloni è a Palazzo Chigi. Nell’arco di poche ore salta il Consiglio dei ministri convocato per il pomeriggio e si acuiscono le tensioni sul Mes. Lo stallo tra la premier e il vicepremier Matteo Salvini si crea sulla nomina del commissario per la gestione del post alluvione in Emilia-Romagna. Una battuta di arresto che spinge Meloni a rinviare, senza preavviso e per «sopraggiunti motivi personali», il Cdm che si trasforma in una breve riunione per esaminare alcune leggi regionali.

Ma ieri è anche l’iter di approvazione del Meccanismo europeo di stabilità, conosciuto come fondo salva Stati, a mostrare quanto sia in difficoltà il governo di fronte alla ratifica del trattato già adottato dagli altri Paesi dell’Eurozona. Nelle ultime ore i partiti di maggioranza alla Camera hanno scelto di non partecipare alla votazione in commissione Esteri sulla convalida del Mes. Una decisione che ha comunque come esito l’approvazione del testo del disegno di legge di ratifica del Mes, avanzato dal Pd. A votare la proposta, in assenza dei deputati della maggioranza, sono stati appunto il Pd con Italia viva-Azione. Il resto dell’opposizione, ossia il M5s e i Verdi-Sinistra, hanno scelto di astenersi. Il testo con la proposta di ratifica appena votata passa così all’esame della commissione Bilancio per tornare nei prossimi giorni in commissione Esteri, dove sarà votato il mandato al relatore. Il passaggio successivo è quello indicato dal calendario dei lavori di Montecitorio, dove il provvedimento è atteso in aula per il 30 giugno.

Tra una settimana il governo potrebbe, dunque, trovarsi nella condizione di dover scegliere se affossare la ratifica del Mes, impedendo l’entrata in vigore delle nuove funzioni del fondo salva Stati e precludendone l’utilizzo ai Paesi che lo hanno già ratificato. Uno scenario che alimenta sia gli attacchi dell’opposizione, sia una crescente fibrillazione nelle forze di governo, sebbene la premier Meloni e il vicepremier Salvini siano da sempre contrari al Mes.

Tra una settimana il governo deve decidere se andare avanti o affossare la ratifica

A intervenire è Salvini, per precisare che il parere tecnico favorevole al Mes, formulato per conto del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non va letto come un dissidio all’interno della Lega o del governo. «Sul Mes decide il Parlamento. Se arriverà la discussione in Parlamento, lì si voterà. Quella del ministero dell’Economia è un’opinione tecnica. Politicamente tutto il centrodestra, dalla Meloni al sottoscritto, ha sempre ritenuto che il Mes non è strumento utile per il Paese», ribadisce Salvini, aggiungendo, però, di essere in «piena sintonia» con il ministro Giorgetti. Una rassicurazione che non convince l’opposizione. «L’Aventino della maggioranza, che sul Mes ha disertato il voto in commissione esteri della Camera, è patetico e ridicolo. Evidentemente, fare i conti con la realtà è troppo per chi vive di propaganda. Hanno deciso di non decidere. Imbarazzanti», constata il senatore del Pd, Antonio Misiani, che rimarca il fatto, senza precedenti per il Parlamento italiano, di avere la maggioranza e il governo che non partecipano ai lavori parlamentari. Il cosiddetto Aventino è, infatti, da sempre prerogativa delle opposizioni. «La maggioranza è talmente divisa che ha disertato il voto sul Mes. Non si è mai visto», attacca la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Un governo fantasma — dice — che non sta in piedi, fa perdere credibilità all’Italia e continua a non dare risposte a chi è in difficoltà».

In cerca di risposte sono anche le istituzioni Ue che seguono con «attenzione» il travagliato percorso di ratifica del Mes da parte dell’Italia. A confermarlo sono fonti europee, segnalando che all’ultimo Eurogruppo il governo italiano e i membri dell’Eurozona hanno discusso i passi da compiere affinché la riforma del fondo salva Stati entri in vigore prima della fine del 2023. La pressione sul governo italiano è, insomma, costante e dopo il voto di ieri la maggioranza sta considerando l’ipotesi di presentare un pacchetto di emendamenti per ribadire la necessità di modificare lo strumento del Mes. La possibile «exit strategy» del governo prevede, del resto, di guadagnare tempo, con un’audizione del ministro Giorgetti e prevedendo ulteriori pareri da parte delle commissioni parlamentari. L’intento è rinviare il voto finale a dopo l’estate.


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