Data: 10/11/2022
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Meloni, appello ai sindacati «Pensioni future a rischio» Il premier apre al confronto: «Nella crisi il lavoro è la priorità di tutte le priorità»La disponibilità di Cgil, Cisl, Uil e Ugl: «Riunione positiva e importante»
ROMA «Abbiamo sempre riconosciuto l'importanza del confronto con le parti sociali. Il nostro approccio è di totale apertura e rispetto. Dove ci porterà questo confronto dipenderà dell'approccio e dalla disponibilità di ciascuno di noi». Così Giorgia Meloni ieri ha accolto a palazzo Chigi i sindacati, per quello che è stato il loro primo incontro ufficiale. Un faccia a faccia conoscitivo in cui la premier ha chiesto un «supplemento di responsabilità» ai leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, perché «stiamo affrontando il momento più difficile della storia della Repubblica».
Inevitabile quindi, ha spiegato, che il lavoro resti «la priorità della priorità», soprattutto ora che «nel mezzo di una crisi internazionale sociale», in uscita «da una pandemia», con «una crisi energetica in corso, un aumento dei costi delle materie prime, una inflazione vicina al 10%, salari perlopiù inadeguati, pensioni di oggi basse, e quelle future rischiano di essere inesistenti». Un'allerta che ha preannunciato la richiesta di una collaborazione «leale». Richiesta che, con ogni probabilità, Meloni estenderà anche alle 22 associazioni delle imprese che saranno ricevute domani.
LE PARTI SOCIALI - La disponibilità di Meloni è stata colta in modo piuttosto positivo dalle organizzazioni sindacali, pur se con diverse sfumature al loro interno. Dal punto di vista delle parti sociali c'è la richiesta di essere coinvolti nella fase di messa a punto della legge di Bilancio: richiesta che viene tradizionalmente rivolta ai vari governi ma che quest'anno è ancora più rilevante visti i tempi necessariamente stretti in cui la manovra deve essere presentata alle Camere e poi approvata. Dunque viene apprezzata la scelta di metodo fatta da Palazzo Chigi, anche se poi il giudizio più compiuto arriverà insieme ai provvedimenti. Per questo il segretario della Cgil Maurizio Landini parla di «valutazione sospesa». «Oltre ad una disponibilità al confronto, oggi risposte di merito non ne abbiamo ancora avute» ha spiegato Landini che comunque ha messo anche le mani avanti su misure non gradite come la flat tax. «Auspichiamo che nelle prossime settimane ci possano essere ulteriori opportunità per discutere nel merito della legge di Bilancio e della prospettiva legata alla crescita, allo sviluppo, alla qualità e stabilità del lavoro» ha detto anche il numero uno della Cisl Luigi Sbarra, che comunque ha parlato di «riunione positiva e importante».
Comune è la richiesta di allargare la tassazione degli extra-profitti, di cui si è fatto portavoce il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri. Il meccanismo di prelievo, applicato finora alle società energetiche ma con molti problemi, dovrebbe riguardare in futuro altri settori per produrre un gettito di circa 14 miliardi l'anno, secondo le valutazioni della Uil. Il governo sta lavorando ad una proposta sul tema, che però verosimilmente sarà sempre concentrata sul mondo dell'energia.
Un altro dossier decisivo, sul quale i sindacati attendono risposte, è quello sulle pensioni, che dovrebbe essere oggetto di uno specifico tavolo di approfondimento. Da parte del governo c'è la volontà di non tornare alle regole della legge Fornero, ma è probabile che per il 2023 sia adottata una soluzione-ponte come la versione rivista di Quota 102 (61 anni di età e 41 di contributi), mentre il nuovo assetto potrà essere discusso nei mesi successivi.
Pensioni e lavoro, oltre naturalmente all'energia, sono i temi messi in evidenza dall'Ugl: per il segretario generale Paolo Capone Meloni ha inaugurato «una nuova stagione di confronto sociale».
IL VOTO - Intanto ieri sono approdati in Aula sia la Nadef che la risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio, cioè i documenti che rispettivamente aggiornano le previsioni economiche e impegnano l'esecutivo ad impiegare tutte le risorse aggiuntive per stemperare gli effetti del caro energia. Un passaggio che, oltre all'innegabile rilevanza economica, ha assunto anche un valore politico. Se sullo scostamento c'è stata infatti la prevedibile convergenza di tutte le forze politiche o quasi (è passata con 183 voti favorevoli 4 contrari e 5 astenuti al Senato, 357 si e 12 no alla Camera), sulla nota di aggiornamento il Terzo polo ha deciso di astenersi. Una scelta dettata dall'essere rimasti «positivamente sorpresi dall'equilibrio» del testo, spiega il leader di Azione Carlo Calenda, «con un orientamento di estrema attenzione ai conti pubblici». «Non abbiamo fatto niente più di quanto avevamo detto - spiega invece il presidente di Iv Ettore Rosato respingendo la prospettiva di un appoggio esterno -, cioè di valutare ogni provvedimento. E su questo non abbiamo riscontrato alcuna criticità.
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