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Data: 07/01/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Marsilio: «Si farà il raddoppio, la superstrada è opera strategica». Il presidente: «La Regione ha previsto una rilevante quota di compartecipazione al finanziamento». Polemiche riesplose dopo l'ultima tragedia a Balsorano

AVEZZANO «Il raddoppio della superstrada del Liri si farà». Lo assicura il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Gli ultimi drammatici episodi di cronaca - sette le vittime nel 2023, decine negli anni passati - hanno fanno riesplodere la polemica sulla scarsa sicurezza della strada di collegamento tra la Marsica e il Lazio. Con l'iter progettuale fermo al palo da quasi due anni (il progetto prevedeva la partenza dei cantieri già dal secondo semestre 2024, ndc), il presidente della Regione Abruzzo individua lo stallo nei tempi lunghi delle procedure di definizione del contratto di programma tra Anas e ministero dei Trasporti, in forza del quale il governo attribuirà le risorse necessarie. QUALCOSA SI MUOVE«Abbiamo previsto una rilevante quota di compartecipazione al finanziamento al fine di contribuire concretamente alla realizzazione, anche per lotti, dell'infrastruttura». È quanto riferito dal presidente Marsilio. «La Regione non ha perso tempo», aggiunge, «ha certificato da subito come strategica e prioritaria l'infrastruttura, imprescindibile per la sicurezza della viabilità e per la riduzione dei tempi di percorrenza».DIECI ANNI PER IL CANTIERE Un cantiere imponente per un'infrastruttura monumentale, i cui costi di realizzazione sono stimati attorno ai 960 milioni di euro. Il progetto interessa il tratto abruzzese dell'arteria che collega la Marsica al basso Lazio per un tracciato complessivo di circa 33 chilometri, tra cui 8 di nuovi viadotti e 6 di nuove gallerie. Previste 41 piazzole di sosta e 8 svincoli in corrispondenza dei comuni della Valle Roveto, oltre agli innesti delle rampe di svincolo. I tempi di realizzazione sono ugualmente corposi. Secondo le stime di Anas, salvo stravolgimenti legati a imprevisti industriali e burocratici, la conclusione dell'opera sarà possibile entro 10 anni e 5 mesi a partire dalla sua approvazione. UNA STRADA PERICOLOSALa chiamano "strada della morte", o "strada killer". Un'arteria a doppio senso di circolazione, considerata a scorrimento veloce. I tanti utenti della SS 690, meglio conosciuta come superstrada del Liri, lamentano quotidianamente episodi lesivi delle più elementari norme di sicurezza. Sorpassi sconsiderati, alta velocità e guida in stato alterato sono i principali fattori di rischio e le prime cause di incidenti. Anas ha stimato una media di circolazione pari a 14.500 veicoli al giorno, compresi i mezzi pesanti. La manutenzione è insistente e onerosa in ragione dell'usura: impianti, barriere, verde, pavimentazione, opere d'arte e idrauliche. Lo stato di conservazione è ottimale, sono le caratteristiche intrinseche legate alle condizioni di viabilità a creare pericoli.IL NO DEGLI AMBIENTALISTIEsiste un fronte contrario al raddoppio stradale, in ragione dell'impatto ambientale che avrà sul patrimonio naturalistico. In particolare ci si rifà ai vincoli che l'Autorità di bacino impone per il fiume Liri rispetto agli alloggiamenti delle fondazioni delle nuove impalcature dei viadotti. «L'impatto ambientale è minimo», rassicura il presidente Marsilio, «nel tracciato già definito da Anas non c'è un significativo aumento di consumo del suolo. Non si va a tracciare un nuovo corridoio, si tratta di un mero ampliamento e la seconda corsia è in affiancamento a quella già esistente con piccole variazioni migliorative. Detto questo, restiamo disponibili all'ascolto. Fermo restando», conclude, «che tale infrastruttura resta imprescindibile»


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