Data: 19/04/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Marsilio: «Rispettate i divieti la situazione è ancora critica» Troppa gente a passeggio nelle città. Così cambia la Zona rossa Da domani riaperti 5 Comuni pescaresi. I teramani e Villa Caldari ancora a rischio
L'AQUILA Le tante immagini di gente che passeggia nelle città d'Abruzzo, anche senza mascherina lì dove c'è l'obbligo, hanno spinto più di un sindaco a lanciare allarmi e rinnovare appelli alla responsabilità. Anche il presidente della Regione, Marco Marsilio, richiama gli abruzzesi al rispetto delle regole.Presidente, sole e passeggiate: sembra quasi il ritorno alla normalità. Giusto rilassarsi?«No, per tutti rimane valido l'invito a mantenere alta la guardia, a rispettare i divieti, a non considerare finita l'emergenza. Abbiamo superato la fase acuta, ma la situazione è ancora critica e pericolosa. Lo dico anche a beneficio di qualche fesso che per fare polemiche contro la realizzazione dei Covid hospital racconta che non ci sarebbero ragioni d'emergenza che giustificano questo tipo di impegni».Però il tema è sensibile in questa regione dal mastodontico debito sanitario. Per qualcuno c'è il timore che i solo Covid siano un altro spreco.«E si sbaglia. Si va in questa direzione in tutto il mondo civile e istruito. L'esigenza è quella di avere delle strutture pronte e protette rispetto agli ospedali che non saranno toccati da ricoveri Covid. In autunno o anche prima ci potrebbe essere una nuova ondata, il virus può conoscere una nuova recrudescenza: invece di sgomberare ospedali, doverli chiudere, tenere bloccata l'attività sanitaria, in ambienti esposti a promiscuità, noi ci facciamo trovare pronti con strutture dedicate e sicure mantenendo il più possibile, se non integralmente, il resto dell'offerta sanitaria. Chi trova da fare polemiche su questo mostra la sua miopia, non so in che mondo viva».Un appalto da 5 milioni per il Covid di Pescara. A disposizione ne avrete 11 di milioni. Gli altri come verranno spesi? «L'appalto è per la parte edilizia, la restante somma riguarda la dotazione degli arredi, delle attrezzature tecniche. Servono letti, monitor, respiratori...».I dati sui contagi restano altalenanti e sull'utilizzo dei tamponi ci sono differenti scuole di pensiero. L'Abruzzo è in ritardo?«Nessun ritardo, sta affrontando l'epidemia come le altre regioni, non voglio dire meglio perché non sto qui a fare gare a chi è più bravo. Qui c'è un problema oggettivo perché i laboratori che possono processare i tamponi, i tamponi stessi, i reagenti che rendono possibili le analisi scarseggiano in Abruzzo, in Italia, in Europa, nel mondo. Ci sono giornate in cui il numero di tamponi che si può fare è condizionato in negativo dalla scarsa reperibilità sul mercato mondiale. Non possiamo allargarci troppo, respingendo dolorosamente, molte volte, richieste pure legittime e fondate da parte di categorie di lavoratori, di cittadini, di poter eseguire tamponi su tamponi. La nostra regione ha moltiplicato per tre i laboratori e spero presto di avere il quarto all'Aquila. Torniamo al punto di partenza: l'emergenza non è finita, è aumentato il numero di tamponi e la capacità di scovare i malati, anche quelli meno sintomatici o asintomatici».E il super macchinario annunciato quando arriverà?«Il laboratorio di Pescara sta cercando di reperirlo da settimane. Non so dire di preciso quali siano i tempi, non esiste più un mondo normale. Annunceremo l'arrivo quando sarà arrivato, mettiamola così».Via la zona rossa dall'area Vestina. E le altre?«Mi devo attenere alle relazioni Asl. Quella di Pescara ci ha fornito la nota con la quale non ritiene necessario prorogare la zona rossa. Per la Val Fino, la Asl di Teramo ritiene che ci siano ancora ragioni di cautela e di prevenzione che motivano il prolungamento. Per Caldari di Ortona, l'Asl di Chieti si sta riservando una valutazione nei prossimi giorni, anche a seguito di un approfondimento epidemiologico in corso».Come immagina la fase 2? E da quando?«Avremo un confronto con tutti i presidenti di Regione per dare indirizzi al governo. Penso si debba lavorare per riaprire in sicurezza. Credo che alcune attività, come quelle che si fanno all'aperto, compresa la cantieristica, possano ripartire prima di altre, nelle fabbriche con gradualità, con rispetto di protocolli e numeri. Per molti mesi sarà un mondo diverso, dovremo ipotizzare modalità di lavoro scaglionate in più orari, in modo da distribuire servizi, senza orari di punta, in scuole o fabbriche. Sarà prudente consentire gli spostamenti in maniera graduale, verso una vita normale».Normalità: una parola che si può accostare al turismo?«Siamo tra le primissime regioni a consentire la preparazione degli stabilimenti balneari, nella speranza che almeno l'attività all'aria aperta possa riprendere. Le condizioni, oggi, non sono pronosticabili. Ci vuole sostegno vero e forte da parte del governo perché il comparto del turismo sarà quello che soffrirà di più. Servono contributi veri, non prestiti, contributi a fondo perduto che compensino almeno parzialmente la perdita di fatturato». Il tema degli aiuti. Perché quelli alle imprese con questi forti ritardi?«Vince sempre la burocrazia, tramontano le buone intenzioni. Sarebbe stato più normale procedere a una distribuzione immediata di risorse economiche da mettere direttamente sui conti delle famiglie, invece si è scelta la strada dei bonus, dei click day, poi i sistemi informatici saltano, si accumulano ritardi e le strutture non tarate per soddisfare tante domande ci mettono il doppio o il triplo del tempo che servirebbe».Teme che il disagio sociale spinga verso maggiori problemi? Anche in Abruzzo?«Lo temono tutti, se il Paese resterà in una condizione di forzata reclusione e di inattività. Speriamo che il decreto di aprile arrivi prima di maggio e ci siano risorse significative».È critico col governo nazionale, ne sottolinea gli errori. C'è qualche errore che ha fatto lei e non rifarebbe? «Penso che siamo stati tutti travolti dagli eventi e dalla loro velocità. Dovendo prendere cento decisioni al giorno, difficile pensare di non aver fatto sbagli. Da parte mia non ho mai polemizzato gratuitamente con il governo. Se mi sono permesso di sollevare il tema della mancata autorizzazione alle spese sanitarie già fatte è perché è sbagliato da parte del governo stimolare interventi urgenti e continuare ad assumere una logica burocratica. Sono certo che qualcuno si sbizzarrirà a fare cause, inchieste, Corte dei Conti... Perché avete speso? Chi vi ha autorizzato? Se mi fossi messo in posizione di difesa legale rispetto a ogni passaggio fatto non avrei attrezzato ospedali e non avremmo avuto strumenti per salvare vite umane».Un messaggio ai suoi governati?«Ne sottolineo la serietà, gli abruzzesi sono abituati dalla storia ad affrontare emergenze e criticità. È una regione modello per capacità di ripartenza». E per il premier Conte? «C'è l'urgenza, nel decreto legge di aprile, senza emendamenti, di misure per semplificare la ricostruzione del terremoto, questa è la terza catastrofe per l'Abruzzo e non può non tenerne conto. Sbloccando la ricostruzione, alla ripartenza potremmo essere la regione che correrà più di altre, potremmo aprire diecimila cantieri e creare economia vera».
Così cambia la Zona rossa Da domani riaperti 5 Comuni pescaresi. I teramani e Villa Caldari ancora a rischio
PESCARA Stop alla zona rossa per i cinque Comuni del Pescarese, ancora off-limits i paesi del Teramano e la frazione ortonese di Villa Caldari fino a cessate esigenze. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha firmato l'ordinanza che ridisegna la mappa regionale delle zone rosse. Elice, Civitella Casanova, Farindola, Montebello di Bertona e Penne da domani saranno riaperti a seguito delle valutazioni della Asl di Pescara che «ritiene non necessario il mantenimento delle ulteriori restrizioni nei centri oltre la suggerita scadenza del 19 aprile», poiché «la valutazione del numero dei casi e dei trend ad essi associati nei vari Comuni della provincia, relativa all'ultima settimana di osservazione, permette di evidenziare in senso generale un ulteriore rallentamento delle nuove diagnosi anche nelle zone urbane più popolose». Non vale lo stesso per Castilenti, Castiglione Messer Raimondo - dove il sindaco Vincenzo D'Ercole non è ancora guarito dal contagio -, Bisenti, Arsita, Montefino, Comuni per i quali la Asl di Teramo ha ribadito «l'importanza della prosecuzione delle misure ulteriormente restrittive, circoscrivendo la suddetta area, anche in riferimento alle situazioni in corso di accertamento ed alle attività territoriali di profilassi».Anche Caldari, dove ieri è iniziato lo studio epidemiologico che ha previsto la possibilità per tutti i residenti di sottoporsi a tampone, la Asl Lanciano Vasto Chieti ha dato per il momento parere sfavorevole allo stop delle restrizioni. «La contrada presenta un tasso cumulativo di prevalenza pari a 1441/100.000, superiore di oltre 10 volte il tasso di prevalenza dell'intero Comune di Ortona». Pertanto secondo la Asl «il focolaio epidemiologico della contrada Caldari di Ortona non può assolutamente definirsi spento e di conseguenza, salvo più approfondite indagini sul campo, una intempestiva revoca delle restrizioni ivi adottate porterebbe con molta probabilità a riaccensioni e pericolose ulteriori diffusioni del Covid-19».
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