Data: 20/03/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Marsilio lancia l'allarme: questa è la peste del secolo Il presidente della Regione: state a casa o introdurremo restrizioni più rigide
PESCARA «I dati e i numeri, nonostante l'Italia sia bloccata da giorni, dimostrano che la curva dei contagi continua a crescere e crescerà ancora. È bene che la gente sappia la verità e si attrezzi di conseguenza». Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nel fare il punto della situazione sull'emergenza coronavirus, parla in modo chiaro e non nasconde le criticità del momento per rilanciare il suo accorato appello ai cittadini: «Bisogna stare a casa», perché il sistema sanitario rischia di non reggere e «se le misure in vigore non saranno rispettate non avremo solo conseguenze sanitarie, ma le autorità, me compreso, dovranno introdurre nuove restrizioni, ancora più rigide, aggravando una situazione già difficile». GRIDO D'ALLARME. L'occasione è una conferenza stampa indetta proprio per fare il punto sull'evoluzione dell'emergenza in Abruzzo. Con lui ci sono l'assessore alla Salute, Nicoletta Veri, quello al Lavoro, Piero Fioretti, quello alle Attività produttive, Mauro Febbo, il sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto D'Annuntiis, e il referente sanitario regionale per le emergenze, Alberto Albani, coordinatore dell'Unità di crisi sanitaria istituita dalla Regione. «PESTE DEL SECOLO». Guanti chirurgici alle mani, mascherina sul volto, nel giorno in cui si registra il dato più alto in Abruzzo in termini di nuovi casi positivi, Marsilio parla di «tempi di guerra» e definisce il coronavirus come «peste del secolo», esprimendo un «profondo ringraziamento al personale sanitario» che in tutta la regione sta lavorando instancabilmente. NUOVO APPELLO. Mostrando i cartelli della campagna della Regione, che giocano sui concetti "È vita" ed "Evita" - per indicare i comportamenti giusti e quelli sbagliati - dal governatore arriva quasi un monito agli abruzzesi: «Bisogna prendere con molta serietà le misure che sono state imposte, uscite di casa solo per ragioni di estrema necessità ed urgenza, sempre adottando le dovute precauzioni». Restare a casa - gli addetti ai lavori lo ripetono continuamente - consente di limitare i contagi e di evitare il collasso del sistema sanitario, che a fatica può reggere con un'emergenza del genere. EMERGENZA VENTILATORI. «Abbiamo pochi giorni, se non poche ore, di respiro prima che finiscano i ventilatori e quindi la possibilità di assistere persone in terapia intensiva», afferma il presidente. Se altrove si parla di nuovi ospedali, il governatore sottolinea che «di idee ne vengono tante, ci sono padiglioni, ex caserme, non sono le strutture a mancare. Quello che manca davvero», evidenzia, «sono i ventilatori, i monitor e il personale». CARENZE DI PERSONALE. Altra questione cruciale, infatti, è proprio quella del personale, difficile da reperire in un momento in cui l'emergenza riguarda l'intero Paese. In tal senso, il presidente di Regione rivolge un appello agli «abruzzesi nel mondo, che sono tanti, sia per mandarci medici che volessero lavorare in Italia sia per reperire macchinari». Proprio per la carenza di personale, svela, «abbiamo dovuto dire no alla richiesta del governo di mandare qualche medico in Lombardia perché non siamo in condizioni». TANTA SOLIDARIETÀ. La solidarietà nei confronti delle altre regioni, però, non è mancata quando si è trattato di accogliere «nei nostri ospedali almeno sei pazienti dalla Lombardia e supplendo alla temporanea chiusura dell'ospedale di Termoli con la struttura ospedaliera di Vasto». Nel ringraziare il mondo della sanità privata, «che senza battere ciglio, ha fornito ventilatori e attrezzature mediche», il presidente definisce una «difficoltà oggettiva» la mancanza di macchinari e di Dispositivi di protezione individuali (Dpi) e spiega che «si sta facendo di tutto per reperirli e acquistarli». Con l'assessore Febbo, si sta inoltre «lavorando sull'industria locale per riconvertire le nostre aziende», dice ancora Marsilio, citando l'esempio della Fater di Pescara, con cui «si stanno valutando i tempi». Moltissimo il materiale, soprattutto mascherine e tute, donato da diverse aziende, in particolare del settore metalmeccanico, chimico e farmaceutico, e proprio per questo «tengo a ringraziare il mondo industriale». «PIÙ TAMPONI». Dal canto suo, l'assessore Verì, ricordando come siano stati individuati nelle quattro province gli ospedali Covid, sulla base di requisiti specifici condivisi con il ministero della Salute, spiega che «adesso il nostro intervento è finalizzato da un lato all'acquisizione dei dispositivi necessari e dall'altro alla possibilità di somministrare i tamponi a tutto il personale sanitario, che è esposto a gravi rischi». Per quanto riguarda la questione del personale, l'assessore sottolinea che «abbiamo lasciato i bandi aperti, ma, nonostante il numero cospicuo di medici ed infermieri che è stato possibile assumere, oggi abbiamo questa grande carenza». Infine, anche l'assessore rilancia il messaggio «dell'isolamento sociale», perché «la battaglia è ancora lontana dal concludersi». |
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