LE RIPERCUSSIONI L'AQUILA E' in subbuglio l'intero mondo del commercio abruzzese, in linea con quanto avviene nel resto d'Italia. Ieri la Filcam-Cgil regionale, per bocca del coordinatore regionale Lucio Cipollini, ha proclamato lo sciopero di tutto il comparto per domenica prossima, 29 marzo. Le ragioni sono spiegate in una nota molto articolata: «I negozi sono oramai, dopo gli ospedali, il luogo di maggiore diffusione del virus. Oggi alcuni negozi e catene hanno deciso in autonomia di ridurre l'orario di apertura infrasettimanale e di ridurre l'orario o chiudere alla domenica. Per effetto di ciò i clienti si sentono autorizzati a spostarsi di diversi chilometri per raggiungere i negozi aperti, come dimostrano le testimonianze dei lavoratori e le tantissime ammende comminate dagli agenti di pubblica sicurezza negli ultimi giorni. È una follia che le istituzioni lascino queste scelte al libero arbitrio degli imprenditori. Bisogna far passare il messaggio prosegue Cipollini - che i negozi sono aperti solo per garantire l'approvvigionamento dei beni di prima necessità. Non possiamo far finta di condurre gli stessi stili di vita, non ha senso continuare a rimanere aperti con gli stessi orari, sette giorni su sette. Non è necessario fare la spesa anche di domenica, non è necessario fare la spesa a tutte le ore». Per questo la Cgil chiede « che ci sia una normativa, anche a livello regionale, che limiti gli accessi nei negozi e che obblighi la chiusura di tutti gli esercizi commerciali la domenica. Fino a quando questo non ci sarà, chiederemo a tutte le lavoratrici ed i lavoratori di scioperare nella giornata della domenica».
LA MOBILITA' Tra la altre ripercussioni evidenti dell'epidemia c'è il taglio del trasporto pubblico. Il governatore Marco Marsilio, come già annunciato nei giorni scorsi, ha firmato l'ordinanza numero 14 con cui dispone di ridurre i servizi di trasporto pubblico su gomma in concessione comunale e regionale da un minimo del 50% fino ad un massimo dell'80% delle percorrenze, «preservando esclusivamente le esigenze di mobilità conseguenti al Dpcm del 22 marzo ed in particolare quelle del pendolarismo lavorativo, in relazione alle attività ancora consentite, e per l'accesso alle strutture sanitarie». Sono sospese le corse dedicate al trasporto degli operai verso le aree industriali, ad eccezione di quelle concordate con il Dipartimento Trasporti della giunta regionale con «le modalità più opportune di organizzazione dei servizi, tenendo conto delle necessità di salute pubblica ed economicità del servizio».