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Data: 01/11/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Manovra, nuovo scontro su auto e pensionati Conte: «Bugie sulle tasse» Buffagni (M5S) e Renzi contro l’incremento dell’imposizione Irpef sulle vetture aziendali. Premier e Tesoro, ira sugli alleati «Sono misure proposte da loro»

 

Premier e Tesoro, ira sugli alleati «Sono misure proposte da loro»

«Il presidente del Consiglio è dispiaciuto, amareggiato e anche irritato da questi atteggiamenti infantili e un tantino irresponsabili», racconta chi ha parlato con Conte. «Si sono fatti tavoli su tavoli di maggioranza per scrivere la legge di bilancio, dove tutti hanno potuto portare il proprio contributo. E Gualtieri ha ascoltato e, insieme al premier, ha cercato di assecondare tutte le richieste dei partiti. Ebbene, assistere adesso a questo tiro incrociato contro la legge di bilancio, da parte di esponenti che hanno contribuito a scriverla attraverso i loro rappresentanti, denota una mancanza di serietà e di coerenza. In più è autolesionistico: si finisce per raccontare all'opinione pubblica la bugia che aumentiamo le tasse, mentre è vero l'esatto contrario».
Gualtieri condivide lo stesso stupore e la stessa irritazione del premier. Raccontano e osservano al ministero dell'Economia: «E' davvero tutto molto sorprendente. Mercoledì, nell'ultimo vertice di maggioranza sulla legge di bilancio, è stata la viceministra grillina Laura Castelli a proporre di introdurre a tassa sulle auto aziendali. Gualtieri si è subito dichiarato contrario, affermando: Questa misura rischia di essere devastante. Ma l'osservazione del ministro è stata tacitata in coro da tutti i presenti: Mettiamo la tassa, così troviamo qualche risorsa in più. Gualtieri ha preso atto, ma ha ripetuto: E' un errore grossolano». Salvo poi leggere, ieri, un diluvio di dichiarazioni contro l'imposta. A cominciare da Renzi, che al vertice era rappresentato dalla ministra Teresa Bellanova, e dal viceministro allo Sviluppo, il grillino Stefano Buffagni.
«SITUAZIONE PARADOSSALE» «Una situazione paradossale e assurda», continuano al ministero dell'Economia, «tanto più perché stiamo tagliando ben 26 miliardi di tasse ed è di questo grande sforzo che dovrebbero parlare gli esponenti di maggioranza all'opinione pubblica. Invece non trovano di meglio che scaricare la colpa del giro di vite sulle auto aziendali su Gualtieri. Così facendo si fanno male da soli: c'è una coalizione e gli elettori quando verrà il momento non faranno distinzioni tra le varie forze politiche se passa l'idea che questo governo ha aumentato la pressione fiscale».
Insomma, per Conte e Gualtieri 5Stelle e Italia Viva fanno harakiri. «Infangano il lavoro fatto e ne pagheranno le conseguenze». In più, il premier è particolarmente «amareggiato» perché martedì, al primo vertice dopo la debacle in Umbria, aveva avvertito gli alleati: «Dobbiamo mostrarci compatti. Questa manovra economica contiene tante cose positive, ma finora le abbiamo comunicate male a causa della corsa di ogni partito a piantare le proprie bandierine. Però ora, vista la situazione, tutti devono abbassare i toni e fare una comunicazione unitaria». Parole al vento.
ARRABBIATI ANCHE I DEM Ciò irrita, e non poco, anche il segretario dem Nicola Zingaretti e il capo delegazione Dario Franceschini. «Con i distinguo e i diktat, il governo e l'alleanza non reggono», ringhiano al Nazareno dove cresce la voglia di mandare al diavolo Renzi e Di Maio e andare a elezioni. Con un problema: una grossa fetta del partito vuole far sopravvivere l'alleanza fino al 2022: solo così potrà giocare da protagonista la partita per il nuovo capo dello Stato. Poi, in serata, scende però in campo il vicesegretario Andrea Orlando. Per chiedere ciò che hanno chiesto Italia Viva e 5Stelle: «La norma sulle auto aziendali va rivista». Del resto Gualtieri non la voleva ed è inutile, per i dem, lasciare nel ruolo di anti-tasse solo gli alleati.

 

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