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Data: 03/08/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Lombardia, Veneto e Liguria: niente distanze su treni e bus. Caos normativo in Piemonte: convogli pieni e distanziamento sui mezzi pubblici. Pirellone contro il governo: «Non accettiamo da Roma attacchi strumentali e sconclusionati»

MILANO Ore 14 di domenica, stazione Centrale di Milano. Una sessantina di viaggiatori con mascherina è in coda alla biglietteria e non si avanza di un millimetro. Nel giro di mezza giornata i treni ad alta velocità sono partiti tutti pieni e tornati a posti alterni, in tanti sono rimasti a piedi. Ma se si resta in Lombardia, Veneto, Liguria e Piemonte la regola dei posti vuoti anti-contagio non vale. È l'ennesimo scontro aperto dal Nord che contrappone decreti regionali a decisioni dello Stato. E su treni e bus pieni il Pirellone lancia la sfida al governo: «Restiamo aperti al dialogo ma - annuncia l'assessore lombardo ai Trasporti Claudia Terzi - non accettiamo attacchi strumentali e sconclusionati».
LA DEROGA Venerdì sera il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha firmato un'ordinanza che è un colpo di spugna alle distanze di sicurezza sui convogli Trenord, su metropolitane, tram e autobus. Niente più sedili alternati, «in deroga all'obbligo di distanziamento interpersonale di almeno un metro e al coefficiente di riempimento» stabilito dal Dpcm del 14 luglio. Confermate invece le limitazioni per i passeggeri in piedi, dal 25 al 50% della capienza in base al tipo di mezzo. Da due giorni dunque via libera al gomito a gomito sui treni e sui mezzi di trasporto regionale e interurbano, ma anche sui bus di linea, sui traghetti lacustri, sulle funivie e sui pullmini scolastici. E il Veneto va oltre: è consentita l'occupazione di tutti i posti, sia seduti che in piedi, con l'obbligo di mascherina e disinfezione delle mani. Un vento di liberalizzazione che non è stato fermato né dall'ordinanza firmata sabato dal ministro della Salute Roberto Speranza né dall'allarme del Comitato tecnico scientifico, tant'è che i viaggi a pieno carico sono stati ribaditi dal governatore Fontana dopo le direttive ministeriali: «Nell'ottica di un proficuo confronto da avviare in tempi rapidissimi con il governo e con la Conferenza delle regioni, confermiamo la nostra ordinanza», sottolinea il Pirellone. Che motiva così: «Le decisioni assunte, oltre a essere in linea con i risultati dei dati sanitari relativi alla Lombardia delle ultime settimane, puntano a un allineamento in materia di trasporto pubblico locale, da regioni confinanti. Il tutto anche per dare la possibilità, a chi gestisce il trasporto locale, di programmare e sperimentare nuove azioni in vista della ripresa dell'attività scolastica di settembre». E comunque in Lombardia, ricordano dalla Regione, per salire sui mezzi pubblici «è sempre obbligatorio indossare la mascherina o indumenti idonei a coprire naso e bocca». Una presa di posizione analoga arriva dalla Liguria, che si sgancia da Roma. «Restiamo stupiti da questo provvedimento del governo, diramato nel bel mezzo di un weekend di estate, quando molte persone sono già partite e dovranno tornare a casa», si indigna il governatore Giovanni Toti. «Tutto ciò aumenta solo la confusione, specie in Liguria dove i treni e i mezzi pubblici sono indispensabili visto che da ormai due mesi il governo ha deciso, senza alcuna spiegazione, di inchiodare le autostrade con un piano scellerato di cantieri che sta mettendo in ginocchio la nostra mobilità. Anche in questo caso da Roma non hanno consultato nessuno». Alla fine Toti sbotta con un tweet: il ministro della Salute e quello dei Trasporti «da ore litigano, ma evidentemente su una cosa sono perfettamente d'accordo: bloccare la Liguria! Prima con le autostrade, ora con i treni».
CAOS IN PIEMONTE Il segretario nazionale della Filt Cgil Stefano Malorgio fa notare che il virus «non muta in base alle regioni e ci vorrebbe un indirizzo nazionale», tuttavia sul caso dei trasporti oltre alla dissidenza di Lombardia, Veneto e Liguria c'è il paradosso del Piemonte: si viaggia a pieno carico se il treno è un regionale di Trenitalia, ma con la distanza di un metro e un sedile vietato ogni due se il mezzo è della Gtt, l'azienda di trasporti pubblici torinese. Una groviglio di normativo che dovrebbe essere risolto nei prossimi giorni. Venerdì scorso il governatore Alberto Cirio ha prorogato l'ordinanza sul pieno carico che treni e mezzi extra urbani stanno applicando con modalità differenti a seconda delle interpretazioni: secondo la Gtt, infatti, per riempire tutti i posti a sedere bisogna misurare la febbre. Un caos che l'assessore ai trasporti Marco Gabusi promette di risolvere con «un'ordinanza più chiara, che semplifichi le procedure e non imponga la misurazione della febbre impossibile sulle medie percorrenze, con tante stazioni e continuo flusso di salita e discesa dei viaggiatori».


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