Data: 27/03/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Lo sciopero dei rider: «Più tutele e autonomia»
Pizza, sushi, hamburger, dal clic sul computer alla consegna a casa. Quasi in un attimo, comunque in maniera veloce e professionale. E con tanta passione, per un lavoro dal quale si può ricavare anche uno stipendio accettabile. Male condizioni di lavoro non lo sono. E così i rider manifestano, aderendo anche in città allo sciopero nazionale che vede coinvolte venti piazze nel Paese. Anche se a piazza Salotto ieri erano in pochi a dire la loro. Con il lockdown, le quarantene, il coprifuoco, sono sempre più i ragazzi e le ragazze che si vedono girare in bicicletta per le consegne a domicilio, che sia per il pranzo o la cena. Di fatto, garantiscono anche il procedere di una catena che coinvolge gli esercizi della ristorazione che con le chiusure legate al virus vedono nell’asporto l’unica soluzione per rimanere a galla. Alle singole iniziative si unisce quella di martedì prossimo a Roma con la Ugl rider, che guida il fronte del no ad un contratto di lavoro subordinato. «Potrebbe apparire insolito rifiutare un contratto subordinato, tuttavia il lavoro dei rider, nato per la consegna di cibo a domicilio, ha delle dinamiche e delle esigenze differenti». Intanto, nei giorni scorsi, AssoDelivery - l’associazione che riunisce e rappresenta le principali piattaforme di food delivery in Italiacome Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Social Food ha firmato dei protocolli con Cgil, Cisl, Uil e Ugl per la tutela dei rider e per prevenire il fenomeno del caporalato. Il protocollo prevede l’adozione di un modello organizzativo e di un codice etico, l’impegno a non ricorrere ad aziende di intermediazione, la costituzione di un organismo di garanzia e di un tavolo per un confronto fra parti sociali e Ministero del Lavoro. «Paghe da fame e sfruttamento estremo si accompagnano a illegalità di tutti i tipi comedecurtazioni dei compensi, caporalato, elusione fiscale, non rispetto delle norme sulla sicurezza e perfino confisca delle mance» commentano da Rifondazione Pescara. |
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