Lo smantellamento del distretto di Tua a Chieti, con il recesso del contratto di locazione della struttura deciso dal cda della società di trasporto pubblico la scorsa estate, diventa un caso politico. E presto potrebbe finire anche nelle aule di giustizia. L'avvocato Federico Gallucci, la cui famiglia è proprietaria dei capannoni da oltre 40 anni in dati in affitto prima ad Arpa poi a Tua, ha portato il dossier sul tavolo del coordinatore regionale della Lega Luigi D'Eramo oltre che del coordinatore provinciale Palmerino Mammarella. Gallucci, dopo aver rievocato le elezioni del 2010, quando con una propria lista contribuì ad eleggere il primo consigliere comunale leghista a Chieti, smonta le ragioni che hanno indotto Tua a fare carta straccia del contratto, da quelle ambientali a quelle economiche. «L'intera copertura in eternit - scrive tra l'altro Gallucci - è stata sin dal lontano 1996 regolarmente bonificata a spese esclusive della proprietà, seguendo la procedura di inascatolamento totale prevista dalle norme per i siti di notevole estensione. E per un ulteriore diligente scrupolo, sempre a proprie spese, la proprietà ha fatto eseguire dettagliate analisi ambientali da due laboratori specializzati che hanno attestato la mancanza di polveri o di fibre di amianto nel sito».
«NESSUN ALLARME» C'è poi un ulteriore aspetto, vista la presenza nella zona di via dei Peligni di numerosi palazzi: «Se fosse vera la dichiarazione circa la presenza di amianto non adeguatamente custodita - sottolinea infatti Gallucci -, andrebbe riguardata sotto il delicato profilo di un paventato potenziale pericolo per la salute pubblica e per la salute delle maestranze che operano nel distretto, ma vera non è. E si è innescato un inutile allarme sociale ed un ancor più inutile ed ingeneroso svilimento del valore commerciale del sito e della immagine pubblica del suo proprietario».
Gallucci, inoltre, ribadisce la massima disponibilità a ridurre ancora e notevolmente il canone di locazione (già tagliato del 20% durante la gestione D'Amico di Tua) ovvero a realizzare a proprie spese ulteriori opere volte ad una miglior fruizione logistica del sito. Quanto al ricorso alla carta bollata, Gallucci dice che non avrà alcun timore, laddove necessario, a rivolgersi alla competente magistratura. Intanto ha sollecitato più volte incontri (utilizzando la Pec) «senza aver nessun riscontro, neppure di semplice cortesia. Mi aspetto - conclude Gallucci nell'appello a D'Eramo - un suo autorevole intervento finalizzato a chiarire i contorni di una vicenda che appare ingiusta ed irrazionale».