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Data: 16/02/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO

Legnini: «La priorità ora è accelerare Non potevo dire “no”»

L'AQUILA Appena poche ore dalla nomina, troppo poco per delineare una strategia precisa. Quello che è certo è che Giovanni Legnini, neo commissario all'emergenza sisma 2016, ha le idee chiarissime: «Tanto è stato fatto dice in questa intervista al Messaggero ma c'è l'evidenza di dover accelerare e semplificare». In un'ottica, questa sì, che non ha un respiro corto, ma molto ampio: il progetto, ambizioso, è quello di creare un Dipartimento Ricostruzioni all'interno della Presidenza del Consiglio, per strutturare un modello di cui il Paese avrebbe gran bisogno. E Legnini, forte di un'esperienza vastissima e di un apprezzato profilo istituzionale, ai massimi livelli, può divenire un ingranaggio fondamentale di questo meccanismo. Intanto, però, c'è da gestire una ricostruzione che stenta a decollare.
Presidente Legnini, come nasce il percorso che culmina con la sua nomina, almeno fino a dicembre 2020, come commissario?
«Nessun particolare retroscena. Autorevolissimi esponenti del governo mi hanno chiesto una disponibilità, da qualche tempo. Anche in virtù dell'esperienza che avevo svolto per la ricostruzione dell'Aquila e per il fatto che mi sono occupato nei 10 anni di attività parlamentare di diverse normative sulle emergenze e sulle ricostruzioni. Quindi il percorso istituzionale complessivo e la specifica esperienza credo che abbiano condotto a questa decisione».
Vista la situazione, verrebbe da pensare a una sfida quasi impossibile. Quattro regioni coinvolte, territori con criticità differenti, un impianto normativo che non sempre favorisce la celerità delle procedure. Che fare?
«La sfida è importantissima. Si riparte da ciò che è stato fatto, ma che si siano accumulate ragioni di eccessiva lentezza della ricostruzione è sin troppo evidente. Parliamo di circa 80 mila edifici da ricostruire, con meno di 5 mila pratica fino ad oggi autorizzate. La priorità assoluta è velocizzare e semplificare. E farlo con un approccio di metodo, che io coltiverò: confronto costante con i sindaci, massima collaborazione con i quattro presidenti della Regioni vicecommissari, con il governo e il Parlamento, ascolto dei territori e dei cittadini».
E' presto per indicare obiettivi peculiari. Si può immaginare già, però, una strategia complessiva?
«L'urgenza è far funzionare nel migliore dei modi la struttura commissariale e gli Uffici così come sono strutturati, con le modifiche e integrazioni che valuterò di apportare. Contestualmente è aperto un cantiere con la norma, contenuta nella legge di conversione dell'ultimo decreto terremoto, che affida alla presidenza del Consiglio funzioni di indirizzo e di coordinamento delle ricostruzioni. Una norma voluta da Crimi, Pezzopane, altri parlamentari e Curcio. E' un obiettivo ambizioso, quello di strutturare un futuro Dipartimento delle ricostruzioni. Si tratta di una scelta politica: io nel ruolo che eserciterò darò il mio contributo, se mi sarà chiesto, anche a conseguire questo traguardo».
Tra le emergenze principali c'è quella, lamentata da quasi tutti i vice commissari, della carenza di personale. Come si può incidere?
«Che nel tempo sia stata rilevata una carenza di personale è un dato noto. E presto però per dare indicazioni, da poche ore sono stato incaricato, ho bisogno di confrontarmi, di verificare, di riflettere. Risponderò nel merito quando avrò gli elementi per farlo».
Qualcuno ha detto che finalmente Legnini ha un incarico degno del suo profilo, lasciando intendere che la Regione fosse un contesto riduttivo. E' così?
«Io non faccio graduatorie di impegni istituzionali. Questo è uno di quegli incarichi che se ti viene chiesto di ricoprire non solo non puoi dire di no, ma devi accettare immediatamente per metterti al servizio di una causa alta. E io sono onorato della fiducia che mi è stata accordata».
Cosa rimane dell'esperienza all'Emiciclo?
«Di questo parlerò martedì in consiglio regionale, nel rivolgere il saluto all'assemblea prima delle dimissioni, nei prossimi giorni».
Con il premier Conte ci sarà a breve un'interlocuzione? «Certamente ci sarà, rispondo innanzitutto al Presidente del Consiglio».


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