Le Frecce sibilano, l'Alta Velocità tricolore va alla conquista delle metropoli più gloriose d'Europa. Dopo oltre un secolo di storia, sorge una nuova alba. Uno scenario sicuramente più affascinante del primo perché può essere globale e altamente ecologico, trainando tutta la mobilità verso un futuro migliore. Nel pianeta saremo sempre di più e avremo bisogno di maggiori risorse. La svolta per salvaguardare l'ambiente, però, è ovvio, c'è già stata. Tutto il mondo avanzato ha sposato, dove con più vigore, dove con meno, l'energia green generata da fonti candide, decidendo di mandare progressivamente in pensione le risorse fossili e, soprattutto, gli amati-odiati idrocarburi.
Il motore del globo per molti decenni, ma nell'ultimo periodo argomento caldo per azzuffarsi. Il primo tratto di strada ferrata in Italia, la Napoli-Portici nel borbonico Regno delle Due Sicilie, ha quasi 200 anni, ma le Ferrovie dello Stato nacquero solo all'inizio del Novecento, unificando le varie realtà sotto la stessa bandiera. Il Paese è cresciuto in treno. Le distanze si sono accorciate prima del boom dell'auto (la direttissima Roma-Napoli è stata inaugurata nel 1927, il primo elettrotreno è in servizio dal 1936), esploso solo dopo l'ultima Grande Guerra. Nel tempo milioni di persone hanno lavorato per le FS: un vanto di appartenenza. E l'architettura delle stazioni è diventato il cuore pulsante delle nostre storiche città.
UNA NUOVA ERA L'inizio della nuova Era, in ogni caso, è avvenuta poco prima del cambio del millennio con la scoperta dell'Alta Velocità. In un lampo si è appreso che, almeno su certe distanze, il treno non ha rivali e può essere la rivincita del trasporto collettivo su quello individuale. Uno schema che, quando funziona, è di certo molto più efficiente e razionale di spostarsi ognuno per conto suo. In una società sempre più attenta all'individuo, poi, il treno si illumina con due valori fondamentali che vanno oltre il pur importante risparmio di tempo. Staccando, senza ombra di dubbio, tutti gli altri mezzi di trasporto, in primis l'aereo e l'auto.
Parliamo della sicurezza e dell'inquinamento che incidono direttamente sulla salute della gente. In questi territori non c'è avversario che tenga, soprattutto per l'Alta Velocità. Nel percorso verso la mobilità ecologica il treno ha già raggiunto i target che l'auto si è posta per il 2050 e l'aereo, si spera, entro la fine del secolo. Andare a quasi 400 km/h può essere sicuro quanto tanto stare sul divano di casa. Il treno, che corre sempre sullo stesso binario, si è affidato prima di tutti alle performance incredibilmente superiori, al silenzio e alle emissioni zero dei motori elettrici e dell'energia verde. Le FS, recentemente diventate FSI, sono sempre state un'eccellenza tecnologica, ma in qualche modo ancorata al nostro territorio, così come i binari.
Con il nuovo corso, l'orgoglio del made in Italy può uscire dai confini e le enormi competenze di FSI andare alla conquista dei mercati anche in paesi lontani, regioni che hanno bisogno del sapere e dell'esperienza tricolori per sfrecciare rapidi in totale sicurezza.
LE STRADE FERRATE E L'ANAS FSI negli anni Duemila è cresciuta con tanto vigore che, sotto la sua gestione, sono stati fatti confluire anche gli oltre 30 mila chilometri di rete stradale dell'Anas in aggiunta ai più di 16 mila di binari curati da RFI. Un pilastro di FSI sul territorio che ha il compito di allocare gli investimenti più ingenti. Sarà così anche nei prossimi anni perché, per accorciare il Paese, deve essere completato il network dell'Alta Velocità (attualmente rappresenta solo il 2% dell'attuale rete) e le Frecce (Rosse e Argento, ma ormai più famose di quelle Tricolori) devono poter dare un passaggio a tutti gli italiani. Per questo FSI è diventato il principale investitore nella Penisola, un Gruppo che dal 2019 al 2023 ha allocato 58 miliardi con picchi di 13 l'anno che sono il 75% in più dei 7,5 miliardi del 2018. Uno sforzo sostenuto al 24% da risorse della società, in grado di dare un contributo all'aumento del Pil di quasi l'1% e che, alla fine del quinquennio, ha l'obiettivo di sfiorare i 17 miliardi di ricavi, i 3,3 miliardi di Ebitda con un utile di 800 milioni. Un Gruppo che, con oltre 10 mila treni al giorno (8 mila in Italia, 2 mila all'estero), trasporta oltre un miliardo di passeggeri l'anno (750 milioni su rotaia, 300 su gomma).
Il più recente piano, presentato dal numero uno di FSI Gianfranco Battisti, mette le persone al centro di tutto come è da sempre nella tradizione dell'azienda. Ed ha l'ambizione di trasformare la mobilità collettiva: aumentare il numero di passeggeri sul treno di 90 milioni l'anno, riducendo contemporaneamente di 600 mila kg le emissioni di C02 e di 400 mila unità le auto sulla strade del Belpaese. Ben 42 dei 58 miliardi di investimenti sono riservati alle Infrastrutture, 28 dei quali alle opere ferroviarie e 14 alle strade; 12 miliardi ai mezzi (in questo caso coperti per l'88% da risorse interne), nuovi treni e autobus ecologici, 2 alle metropolitane, 2 all'Information Technology. In totale i miliardi trasversali dedicati alle tecnologie e digitalizzazione salgono a 6.
ORGOGLIO DEL MADE IN ITALY Una forte accelerazione è stata impressa agli oltre 1.500 cantieri di RFI e Anas, in particolare nel Sud Italia dove finiranno 16 miliardi. Ci sarà un focus sui progetti stradali che riguardano l'A2 Autostrada del Mediterraneo, la Strada Statale Jonica e l'A19 Palermo-Catania. Forte impegno anche per i programmi ferroviari Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina che si aggiungono alla Torino-Lione (costo 8,6 miliardi, con il tunnel del Moncenisio lungo 57,5 km), al Terzo-Valico (collega Liguria con Piemonte e Lombardia), al Brennero e alla Brescia-Verona-Padova. In arrivo duemila mezzi di trasporto per avere una delle flotte più giovani d'Europa. Sono previsti 600 treni regionali, per 239 dei quali la consegna è stata anticipata al 2023, 1.431 autobus (500 dei quali elettrici, ibridi e a metano a bassissimo impatto ambientale) e 14 Fracciarossa 1000 che si aggiungeranno ai 50 già in servizio. Ci saranno anche 714 carri e 100 locomotori per il settore merci. I principali porti e aeroporti saranno serviti dalle Frecce (Fiumicino, Malpensa, Civitavecchia). Ma la nuova frontiera è l'espansione all'estero dove il nostro know how è una chicca raffinata ambita da tutti. Il sistema tecnologico di sicurezza Ertms (European Rail Traffic Management System), che vede l'Italia fra i promotori e i primi utilizzatori, per esempio, è all'avanguardia mondiale. Già completamente istallato sulla rete AV, sarà esteso al resto dell'infrastruttura, aumentando notevolmente sicurezza e capacità. Questo mese scatta l'ultima tappa della liberalizzazione (la quarta) ed i vari protagonisti potranno collegare fra loro qualsiasi città d'Europa anche con l'Alta Velocità dove un servizio efficiente e competitivo può generare strategiche opportunità di crescita. A prescindere dalla nazionalità dell'operatore, un po' come è già avvenuto nel comparto aereo. Tratte ad alte capacità, e altamente appetibili per la domanda business, entreranno nel mirino dei più grandi players europei del settore (Deutsche Bahn la Sncf francese e National Rail Brexit permettendo), fra i quali spicca anche Trenitalia.
LE OPERE DELLE ARCHISTAR Il fiore all'occhiello di FSI ha accumulato grande esperienza in dieci anni di servizio in Italia dove ha trasportato, con notevole soddisfazione degli utilizzatori, oltre 350 milioni di passeggeri, ha percorso 380 milioni di km con 20 milioni di tonnellate di CO2 in meno (sottraendo clienti all'aereo e all'auto), collegando, con 144 Frecce, 80 città. Sulla Roma-Milano ha conquistato un passeggero su tre, passando da uno a due. Solo negli ultimi 20 anni FSI ha creato mezzo milione di posti di lavoro e realizzato 5 stazioni completamente nuove progettate da autentiche archistar (fra cui Calatrava, Zaha Hadid, Foster&Aru).
Parigi-Bruxelles, Berlino-Francoforte, Parigi-Lione, Colonia-Amburgo, Madrid-Barcellona sono solo alcuni dei bocconi più ghiotti. I ferrovieri potranno operare, uno contro l'altro, la crème delle strade ferrate high speed. FSI si è già portata avanti siglando un accordo in Spagna con Air Nostrum che ha dato vita al consorzio Isla vincitore della gara promossa dalla Adif (l'infrastruttura spagnola) per collegare fra loro Madrid con Barcellona, Valencia-Alicante e Malaga-Siviglia. Il servizio partirà nel gennaio 2022, avrà durata decennale e sarà effettuato dall'italianissimo Frecciarossa 1000 acquistato in 23 convogli per un totale di 800 milioni.
Il materiale rotabile verrà realizzato tutto nel nostro paese dagli stabilimenti italiani di due multinazionali, la Bombardier Transportation e la Hitachi Rail. Il Gruppo giapponese e la francese Alstom (anche lei con diversi stabilimenti in Italia) hanno vinto la gara di 4,2 miliardi per 600 nuovi convogli per il trasporto regionale.
L'ACCORDO CON SNAM La prima sta fornendo il Rock, l'altra il Pop che di aggiungono a Jazz e a Swing. Sarà uno dei parchi rotabili più giovani del Continente. Già da dieci anni FSI è impegnata all'estero sulla rete convenzionale con accordi o acquisizioni in Francia (nel 2016 ha acquisito Thello), Germania (nel 2011 Netinera Deutschland), in Grecia (nel 2017 Trainose), in Inghilterra (nel 2017 Nxet) e in Olanda (nel 2017 Qbuzz azienda anche di trasporto su gomma). Ma il Gruppo controllato dal tesoro si muove in tutti i continenti con contratti di ingegneria (Italferr) e servizi (Operation & Maintenance). Dagli Stati Uniti all'India, dalla Colombia alla Thailandia, dal Perù all'Egitto, dall'Uruguay alla Turchia, fino ad arrivare in Etiopia, Tanzania, Sudafrica, Arabia Saudita. Recentemente il Ceo Battisti ha firmato un Memorandum d'Intesa con Marco Alverà della Snam per valutare le potenzialità dell'idrogeno. Anche se la nostra rete è fra le più elettrificate del pianeta, non si trascura nulla per migliorare il rispetto ambientale.