Data: 06/05/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Lavoro agile verso lo stop ma l'isolamento rimane. Già modificata e alleggerita la raccolta degli indicatori sull'andamento dei contagi
ROMA È terminata l'emergenza Covid dice l'Oms. Archivieremo per sempre tutte le misure contro la pandemia ancora attive in Italia? Il processo sarà graduale, ma sarà completato il ritorno alla normalità su cui, fin dal suo insediamento, lavora il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Non dipende da lui il ricorso al lavoro agile (da casa) per i fragili: scade il 30 giugno, la proroga appare poco probabile, quanto meno se collegata al Covid. Discorso diverso per le misure sanitarie. Un esempio per tutti, il più importante forse: i cinque giorni di isolamento obbligatori per chi è positivo, anche se asintomatico. Questa disposizione sarà eliminata? Se ho l'influenza resto a casa perché non sto bene, perché sono prudente, perché non voglio contagiare altre persone, ma nessuna norma mi impone di non uscire di casa. Perché questo non può valere anche per il Covid? In effetti si andrà a una modifica delle regole, ma non nell'immediato. Non da subito. Si stanno calibrando le valutazioni, perché la semplice dichiarazione della fine dell'emergenza pandemica non elimina dal nulla la malattia e i pericoli che corre un soggetto fragile se contagiato.
REGOLE - Cosa dice la circolare in vigore? Risale al 31 dicembre, era stata firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero, Gianni Rezza. Recita: chi risulta positivo se è asintomatico può uscire dall'isolamento dopo 5 giorni anche senza test; se è sintomatico deve attendere che i sintomi cessino per due giorni, per poi tornare libero dopo altri cinque. Per i contatti stretti è sufficiente l'uso delle mascherine Ffp2, ma non c'è l'obbligo di restare in casa. Queste regole hanno conseguenze sulla vita quotidiana di ognuno di noi e sull'economia, visto che un asintomatico per cinque giorni resterà assente dal posto di lavoro. Ci saranno modifiche, ma non subito, anche alla luce dei numeri diffusi ieri dal Ministero della Salute sulla settimana compresa tra il 28 aprile e il 24 maggio: 20.822 nuovi casi positivi (-10 per cento rispetto alla settimana precedente); i deceduti sono stati 166 (+6,4 per cento). Bene, ma se è finita l'emergenza diremo addio alle mascherine negli ospedali o nelle Rsa? Le nuove regole sono scritte in una recente ordinanza del Ministero della Salute, valida per tutto il 2023: ridotta l'imposizione dei dispositivi di protezione in corsia. Attenzione, però: ridotta non significa eliminata. In vari contesti sono ancora richieste e non c'è al momento l'intenzione di modificare l'ordinanza nonostante la decisione dell'Oms.
CORSIA - Sintetizzando: se dovete andare in un ospedale o in uno studio medico, portatevi una mascherina. Dice l'ordinanza: lavoratori, utenti e visitatori delle strutture sanitarie devono indossarla «nei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificate dalle direzioni sanitarie». Chiaro? Decide il direttore sanitario e in un ospedale, in un qualsiasi reparto, le possibilità che vi sia un paziente fragile o anziano sono altissime. Negli studi medici, l'imposizione della mascherina va a discrezione dei medici stessi. L'ordinanza lascia a direttori sanitari e regioni discrezione sull'obbligo di tampone per chi accede ai pronto soccorso. L'orientamento del Ministero è mantenere queste regole (che tutelano da tutte le malattie respiratorie, non solo dal Covid) fino alla scadenza dell'ordinanza (31 dicembre 2023). Sullo smart working (la proroga per i fragili e per chi ha figli under 14 scade il 30 giugno) non c'è una decisione, ma la fine dell'emergenza porterà a una riflessione. Ciò che cambia subito, e lo ha deciso con una circolare ieri Rezza, è la raccolta dei dati sul Covid: dopo tre anni, finalmente ci si limiterà solo a quelli essenziali (diffusione del virus, ricoveri, decessi, ma anche sequenziamento per vigilare sulle varianti) ma terminano (si spera per sempre) tutte le valutazioni sui vari fattori a rischio nelle regioni.
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