Data: 01/03/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Lavori bloccati sulla strada parco: il 9 marzo la decisione dei giudici Il Consiglio di Stato esaminerà la richiesta di Masci di sospendere l'efficacia della sentenza del Tar
Viene rimesso in discussione il primo round vinto dal comitato cittadino, il cantiere potrebbe ripartire PESCARA Si riaccende lo scontro tra Comune e residenti contrari al progetto della filovia sulla strada parco. Ieri la giunta, su proposta del sindaco Carlo Masci, ha approvato una delibera con cui si dà mandato all'Avvocatura dell'ente di costituirsi nel ricorso davanti al Consiglio di Stato, insieme a Tua, per far annullare la sentenza del Tar del 9 dicembre scorso che ha, di fatto, bloccato i lavori sull'ex tracciato ferroviario accogliendo il ricorso presentato dal Comitato strada parco bene comune.E il 9 marzo il giudice esaminerà la richiesta di sospensiva per poi decidere successivamente nel merito. Se l'istanza cautelare dovesse essere accolta, i lavori ora bloccati potrebbero riprendere ed essere completati. Sarà, dunque, un giorno importante per il futuro della filovia, il primo round vinto dal comitato cittadino verrà rimesso in discussione. Sono più di trent'anni che Pescara attende la realizzazione di un nuovo sistema di trasporto pubblico di massa veloce ad emissioni zero per collegare Pescara a Montesilvano e all'area metropolitana su percorso dedicato. Un progetto, tradotto all'epoca in finanziamenti Cipe che hanno permesso di riqualificare l'ex tracciato ferroviario dando vita all'odierna via Castellamare, ribattezzata strada parco, perché al percorso lineare riservato alla filovia si affiancano aiuole, piste ciclabili e pedonali. Ma sono anni che alcuni cittadini e residenti, riuniti in uno o più comitati, si battono per bloccare la realizzazione della filovia sulla strada parco, contestando il progetto di Comune e Tua, per cercare di mantenere l'ex tracciato ferroviario un percorso pedonale e ciclabile. E a dicembre il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione al comitato cittadino. In particolare, il comitato ricorrente ha impugnato il nulla osta del ministero delle Infrastrutture contestando la terza variante del progetto dell'impianto filoviario che si sviluppa sulla maggior parte del tragitto sulla strada parco. Il nulla osta impugnato che riguarda la terza variante, secondo i residenti, non sarebbe stato preceduto da altri nulla osta ai fini della sicurezza rilasciati sui precedenti progetti. Tali elementi, ha fatto presente il Tar, «farebbero dunque dubitare il fatto che il ministero dei Trasporti avrebbe rilasciato un nulla osta tecnico vero e proprio ai fini della sicurezza». A detta dei residenti, dalla relazione del progetto di massima elaborato nel 1992 per ottenere il finanziamento dell'opera, «emerge che la strada parco era larga quasi 30 metri, mentre oggi misura circa 7 metri. Dunque, la decisione presa allora di farvi transitare 6 filobus è diventata con il trascorrere del tempo sempre più problematica».Le contestazioni del comitato non sono finite qui. Infatti, la con un secondo atto aggiuntivo, è stato fatto presente che i precedenti nulla osta fossero in realtà semplici pareri preliminari e hanno comunque riguardato un diverso mezzo, rispetto a quello che verrà adottato ora. Per giunta, secondo il Tar, sarebbero state trascurate le prescrizioni fatte dal ministero in merito alla sicurezza stradale e pedonale. «Appare evidente», scrivono i giudici, «che si tratti di problemi del tutto centrali sulla sicurezza dell'opera e della sua interazione con il traffico veicolare nella sede propria e sulla sede promiscua, nonché in merito alla sicurezza dei pedoni». «Tali censure», hanno aggiunto, «sarebbero assorbenti per l'accoglimento del ricorso, anche perché la grave lacunosità della valutazione, che esse denotano, implica l'obbligo di una rinnovazione sostanzialmente complessiva e globale su tutti gli aspetti più critici dell'opera in termini di sicurezza».Ora, quindi, sarà il Consiglio di Stato a pronunciarsi sul ricorso in appello presentato dalla Tua e dal Comune. Questi ultimi hanno chiesto l'annullamento e la riforma, previa sospensione dell'esecutività della sentenza del Tar. In ballo c'è un'opera costata decine di milioni di euro.
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