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Data: 03/09/2019
Testata Giornalistica: RASSEGNA SINDACALE
    RASSEGNA SINDACALE

Landini, rimettere mano a Jobs Act e articolo 18

“Abbiamo bisogno di un governo, il problema è capire che scelte farà. Servono segnali di cambiamento, di equità e di giustizia sociale, serve un governo chiaramente antifascista e antirazzista”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in un’intervista pubblicata sabato 31 agosto sul Sole 24 Ore: “Serve un cambiamento delle politiche, mi riferisco sia a quelle dell'ultimo esecutivo sia dei governi precedenti, sul terreno degli investimenti, delle politiche industriali, della creazione del lavoro e della lotta all'evasione fiscale per recuperare le risorse necessarie da investire in infrastrutture materiali e sociali. Da questo governo, se si formerà, mi attendo che riconosca la necessità di aprire un confronto preventivo con le parti sociali”.

Landini evidenzia che il lavoro è ancora l'emergenza principale. “L'occupazione si crea con gli investimenti pubblici e privati, soprattutto nel Mezzogiorno, in settori strategici come la formazione e la ricerca”, spiega il leader sindacale: “Servono assunzioni stabili in tutta la pubblica amministrazione. Occorre una vera riforma fiscale, non la flat tax, che mantenendo il principio della progressività consenta a lavoratori dipendenti e pensionati di pagare meno tasse”. La Cgil chiede anche “di ridurre il cuneo fiscale per la parte che riguarda il lavoro” e di “detassare gli aumenti dei contratti nazionali, per far aumentare i consumi con gli stipendi più alti”.

Dal nuovo governo la Cgil si attende pure “una seria lotta all'evasione fiscale. Nessuno si scandalizzerà poi se verrà chiesto un contributo di solidarietà a quel 10 per cento di contribuenti su cui si concentra la ricchezza per finanziare un piano di investimenti per la sostenibilità ambientale e la manutenzione del territorio. Il fisco può rappresentare la base di un nuovo patto di cittadinanza”. In conclusione, Landini ricorda che “si è precari e poveri anche lavorando, ciò ha alimentato il rancore. Chiediamo di rimettere mano al Jobs Act cambiando completamente impostazione, dando attuazione alla proposta di legge di iniziativa popolare che abbiamo presentato in Parlamento con oltre un milione e mezzo di firme che disegna un nuovo Statuto dei lavoratori, con il ripristino dell'articolo 18 e la sua estensione, per allargare i diritti a tutte le forme di lavoro”.


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