ROMA Abbassata la soglia di Rt (indice di trasmissione) che fa scattare le chiusure, il governo è pronto ad aggiungere nuovi criteri secondo i quali si entra in zona rossa. La proposta che intende illustrare alle regioni e ai comuni nella riunione di domani, prevede che se l’incidenza settimanale dei casi di contagio degli ultra cinquantenni è superiore a 250 ogni 100 mila abitanti scatta in automatico la zona rossa. C’è anche un’altra ipotesi: applicare lo stesso principio,ma senza distinzioni di età. Rischiano, alla luce degli ultimi dati, Veneto ed Emilia- Romagna (oggi entrambe arancioni). Questo criterio non esclude, comunque, gli altri già in vigore, che prevedono le chiusure massime in fascia rossa se una regione si trova nello scenario 3 e dunque con l’Rt sopra 1,25. Integra le valutazioni elaborate sui 21 criteri, anche perché si è capito che in una regione come il Veneto, con molti casi giornalieri ma costanti, l’Rt rischia di essere unvalore poco significativo.
ALLARME VARIANTI Perché sono necessari interventi più forti? Lo spiega un documento del gruppo di lavoro dell’Istituto superiore di sanità che ha elaborato la proposta: «Gli ultimi dati europei mostrano come il numero di casi, ricoverati e decessi stia aumentando in modo evidente in vari Paesi. Questo potrebbe essere in parte legato alla emergenza di varianti virali a maggiore trasmissibilità. In Italia, la trasmissibilità è in aumento da quattro settimane, contestualmente i casi e l’incidenza sono nuovamente in aumento. L’epidemia si trova, quindi, in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti». I dati di ieri non sono buoni: 19.978 positivi su 172.119 tamponi, 483 decessi, altri 183 pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva. La nuova stretta, sostenuta da Speranza sulla base dei pareri di Istituto superiore di sanità e Cts, dovrebbe essere inserita nel dpcm del 15 gennaio. Ci sarà il blocco degli spostamenti tra regioni, anche in zona gialla. Si ragiona sull’istituzione di una nuova colorazione, verde o bianca, che varrebbe per le aree di fatto Covid-free o con un numero di contagi bassissimo: 50 ogni 100 mila abitanti o con l’Rt a 0,5. L’istituzione di una quarta colorazione è stata chiesta dal ministro della Cultura Dario Franceschini e anche se per ora nessuna delle regioni si trova in queste condizioni, rappresenta un segnale di speranza soprattutto per quelle categorie produttive, cinema e teatri, che attendono di sapere sotto quale incidenza del virus possono ricominciare a sperare. Confermato il coprifuoco alle 22, si va verso la proroga dello stato di emergenza per altri sei mesi. Improbabile il via libera alla riapertura degli impianti da sci (su cui nelle prossimeore si pronuncerà anche il Comitato tecnico scientifico). La ripresa della circolazione del virus impone a governo e regioni una nuova stretta anche se nella maggioranza non mancano le voci dissonanti. Nelle Regioni la reazione all’introduzione del criterio basato sull’incidenza provoca reazioni contrastanti. Il Lazio è d’accordo; altre Regioni sono perplesse, soprattutto al Nord: ritengono che questo criterio penalizzi chi va a cercare i positivi eseguendo molti tamponi.
PREVENZIONE Cosa dice il documento del gruppo di lavoro dell’Istituto superiore di sanità? «Quando viene raggiunta una incidenza settimanale di 300 casi per 100.000 abitanti, sia considerando l’intera popolazione che la popolazione di età pari o superiore ai 50 anni, si verifica un sovraccarico (avvenuto o imminente) dei servizi assistenziali nella maggior parte delle Regioni ». Conclusione: «Volendo intervenire prima di raggiungere valori di incidenza critici, si propone l’adozione del massimo livello delle misure di mitigazione quando l’incidenza nella popolazione di età uguale o superiore ai 50anni sia maggiore di 250 casi/ 100.000 abitanti». Bene, ma con i dati dell’ultima riunione della cabina di regia quali Regioni rischiano il rosso? Ancora non è stato deciso se prendere come riferimento l’incidenza settimanale sopra i 50 anni (come chiesto dal documento) o quella generale, ma non c’è un grande tra i due dati. L’incidenza per tutte le fasce di età è sopra la soglia critica di 250 in Veneto (454), mentre sfiorano il limite l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia.