Data: 04/12/2022
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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La spinta di D'Alfonso ai treni Roma-Pescara Le criticità annunciate da Salvini per il potenziamento della ferrovia. Il deputato dem: «Abbiamo i progetti i finanziamenti e le autorizzazioni»
Chiesta un’operazione chiarezza che comprenda anche gli interventi per la sicurezza di A24 e A25 PESCARA Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, lo ha comunicato nei giorni scorsi nel suo intervento in Parlamento senza troppi giri di parole: «Sono emerse molte criticità sul raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma». Così il progetto di un'opera strategica per il territorio nazionale, inserita nel Pnrr con una previsione di spesa che supera abbondantemente i 6miliardi di euro, torna momentaneamente nel cassetto. E restano i treni da vecchio West ad arrancare a fatica sulle pendici di Lazio e Abruzzo, per coprire in più di 3 ore e mezza la tratta Pescara-Roma contro le 2 della nuova linea ferroviaria progettata da Rfi.
LE CARTE - C'è però chi non ci sta e invita il ministro a rivedere le carte. Come il deputato del Pd Luciano D'Alfonso, ex governatore della Regione e oggi componente della commissione Finanze della Camera dopo avere guidato quella del Senato nella precedente legislatura: «Per la Pescara-Roma ci sono le risorse, ci sono i progetti e i poteri straordinari per controdedurre alle osservazioni venute dal territorio. Non c'è bisogno di magheggi insiste D'Alfonso -, e vale anche per le urgenze della A24 e A25. Per l'una e per l'altra infrastruttura serve una operazione verità». Il parlamentare pescarese rimanda alle leggi dello Stato sulle opere pubbliche: «Che sono chiare e implacabili spiega su adempimenti e inadempienze che non possono attendere oltre per evitare il rischio una morandizzazione (la tragedia di Genova) del territorio: facciamo in modo che non arrivino sorprese su ferrovie e autostrade». Due dossier che D'Alfonso ha seguito molto da vicino quanto è toccato a lui (tra il 2014 e il 2018) guidare le sorti della Regione, e sui quali teme adesso un gioco politico: «Non vorrei che si aprissero pozzanghere per proporsi poi come la soluzione del problema».Il deputato dem rimanda il ministro a una lettura delle carte che conduce a due sigle: l'Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali), istituita nel 2019 dopo il crollo del ponte Morandi, e l'Ainof, l'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche. «Dove spiega ancora D'Alfonso è riportata anche la condizione di quelle realizzate in Abruzzo 50 anni fa, con gallerie e viadotti che hanno esaurito la vita tecnica».
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