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Data: 28/08/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

La prima campanella verso il rinvio. La Regione potrebbe far slittare l’inizio dell’anno didattico al 24 settembre, una volta completate le pratiche elettorali

L'AQUILA In qualche modo quella di oggi potrebbe essere definita l'ultima spiaggia, ma se neanche dalla conferenza Stato-Regioni dovessero arrivare indicazioni certe e decisioni, allora sì che la riapertura delle scuole prevista per il 14 settembre potrebbe essere davvero messa in forse. L'antipasto di ieri, con la conferenza delle Regioni, che ha semplicemente preso atto del documento tecnico dell'Istituto superiore di sanità per eventuali casi di focolai all'interno degli istituti (ci sarà un referente Covid che dovrà prendersi la briga di gestire la situazione, compresi gli avvisi ai familiari), non ha fornito ulteriori elementi. E così, come conferma al Messaggero l'assessore regionale alla scuola, Piero Fioretti, della Lega, prende corpo l'idea di riaprire direttamente il 24, dopo le elezioni: «Stiamo ancora brancolando nel buio - ha detto ieri Fioretti -, il governo non dà indicazioni sui trasporti e sul personale, in questi giorni faremo valutazioni con il presidente Marsilio. Potremmo anche rinviare la prima campanella».
Fioretti ha detto che c'è grande incertezza anche sulla questione del personale: per quello integrativo necessario per le esigenze legate al coronavirus, significa affitto di nuovi locali e sdoppiamento dei turni, servirebbero almeno 43 milioni di euro in più, ma da quanto si è saputo fino a questo momento ne sono stati resi disponibili solo 17. Delle circa duemila unità extra di personale, insomma, se ne potrebbero reperire solo circa 850. Non finisce qui. «Esiste poi - incalza Fioretti - la grande questione della disabilità: le persone con difficoltà in questo momento non vengono neanche menzionate. Come si fa, ad esempio, con i sordomuti, che dovrebbero indossare la mascherina per seguire le lezioni? Nessuno poi ha pensato di fornire a insegnanti e personale, ma anche ai bambini da zero a sei anni, delle visiere che permetterebbero di poter avere un aiuto concreto. Credo che ormai il governo non si sta occupando di tante cose. Peraltro mi sembra di poter dire che il problema non è tanto il distanziamento a scuola, visto che appare quasi conclamato che il virus e tra i più giovani abbia effetti meno importanti, ma cosa faranno gli studenti una volta tornati a casa. Nessuno si è preoccupato di indicare i comportamenti virtuosi da tenere per evitare di contagiare i familiari e più anziani». Fioretti è un fiume in piena e tra le altre criticità evidenzia i test sul personale scolastico che al momento sono solamente volontari mentre, a suo dire, avrebbero dovuto essere obbligatori: anche con un allargamento della capienza ammessa al 60- 70% del totale su ogni singolo mezzo, ci sarebbero problemi per garantire il servizio a dovere. Dulcis in fundo c'è il problema dell'edilizia sanitaria e degli adeguamenti richiesti dalle scuole: solo a Teramo devono partire 14 cantieri, le ditte stanno entrando solo in questi giorni, i tempi tecnici per chiudere tutto sembrano non esserci.


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