ROMA La plastic tax, inserita in manovra, dovrebbe finire in discarica: dal governo trapela il Parlamento potrebbe cancellarla. Restano, indistruttibili, le solite divisioni. Renzi dice no alla tassa, il presidente della Regione Bonaccini pure. i dem Amendola, Orlando e Gentiloni dicono sì, il ministro grillino D'Incà pure: la rappresentazione plastica delle divisioni nel Pd (più M5S).
IL NODONella manovra economica almeno per ora, la plastic tax c'è. Va a colpire le industrie che lavorano nel settore. Ma qual è la regione che ha più aziende del comparto in Italia (228 con quasi 17 mila occupati) e vanta una packaging valley? L'Emilia-Romagna, che andrà al voto il 26 gennaio e dove si gioca l'ultima decisiva battaglia per la sopravvivenza del Pd. Stefano Bonaccini, governatore Dem in cerca di riconferma per resistere all'onda verde (nel senso di Lega, non di ambientalismo), l'altro giorno si è sentito con il ministro Gualtieri, con Zingaretti, e con i parlamentari del centrosinistra emiliano-romagnoli. Ha spiegato a tutti, più o meno: con la plastic tax ci suicidiamo. Dice Bonaccini (che esterna anche contro la tassa sulle auto aziendali): «In Emilia-Romagna il piano regionale plastic free lo stiamo condividendo anche con le imprese del settore, studiando meccanismi di compensazione e incentivi che non danneggino il comparto, per una svolta ecologica assolutamente necessaria, ma che non deve colpire imprese e lavoro; la stessa logica di gioco di squadra dovrebbe essere adottata a livello nazionale». Chi è vicino al governatore sottolinea che non c'è un asse con Renzi: da giorni Bonaccini aveva sollevato il problema. Prima, dunque, dell'intervista al Messaggero in cui il leader di Italia Viva, è andato nella stessa direzione: «Anziché replicare la foto di Narni, se il governo vuole dare una mano a Bonaccini tolga le tasse sulla plastica visto che l'Italia è leader mondiale del packaging e le aziende migliori si trovano sulla via Emilia». Appunti dall'Emilia-Romagna: la packaging valley è tra Bologna, Modena e Reggio, ma aziende di rilievo sono anche nel Riminese, nel Ferrarese e a Parma. E se Bonaccini sostiene che l'Emilia-Romagna diventerà plastic free puntando non sulle sanzioni, ma su incentivi e collaborazione con il settore, dal centrodestra la bolognese Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, attacca: «Ridiamo per non piangere, è una maggioranza di plastica divisa su tutto». In effetti all'appello di Bonaccini e al consiglio di Renzi, sono seguite solo risposte negative dal Pd, ma anche dal Movimento 5 Stelle. Esempi. Il ministro dem per gli Affari europei, Enzo Amendola: «Sono tutti ambientalisti con la plastica degli altri. Bisogna invece esserlo nei fatti evitando slogan facili. Per questo nella legge di bilancio c'è una misura per disincentivare la plastica monouso». Andrea Orlando, vicesegretario del Pd: «Ci sono interessi consolidati contro la plastic free. Nella manovra, peraltro, non c'è una tassa sulla plastica, ma sulla plastica monouso utilizzata negli imballaggi». Ancora dal Pd, il commissario europeo Paolo Gentiloni: «Meno plastiche monouso, più materiali biodegradabili e riciclabili. Ovvio, no? No. Appena questo obiettivo si traduce in misure economiche si scatena un pandemonio. Bisogna spiegare bene ogni decisione e proteggere le persone, le aree geografiche, i settori che possono esserne danneggiati. La lotta al cambiamento climatico non può attendere». Da M5S il ministro Francesco D'Incà: «La tassa sulla plastica non va messa in discussione». Eppure, mentre Bonaccini ieri proseguiva il tour de force da un angolo all'altro dell'Emilia-Romagna (era a Parma al November Porc, fiera di leccornie locali), dal governo già trapela che in Parlamento la plastic tax potrebbe essere rivista.