Data: 04/03/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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La Lega esce in blocco: saltano le nomine In Consiglio va in scena lo strappo nella maggioranza. E il M5S indossa le magliette "poltronavirus"
L'AQUILA La Lega si alza in blocco per uscire dall'aula facendo saltare il numero legale, quindi tutte le nomine e il resto del Consiglio regionale di ieri. Il Carroccio mette in scena lo strappo con Fratelli d'Italia e Forza Italia usando, come assist, l'emergenza prioritaria del coronavirus. Ma in realtà non è così. Andiamo per ordine.Niente nomina del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, niente designazione di Paolo Gatti alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti; niente nomina del componente dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo e, infine, nessuna surroga al sottosegretario Umberto D'Annuntiis con l'ingresso in consiglio di Gabriele Astolfi (Forza Italia). L'aula, prima del rinvio, fa in tempo solo a prendere atto delle dimissioni del consigliere regionale Giovanni Legnini. Il presidente Lorenzo Sospiri, quindi, sospende per pochi minuti i lavori per riunire l'Ufficio di Presidenza e completare l'iter della surroga dichiarando la sostituzione di Legnini con Pierpaolo Pietrucci, primo dei non eletti nella circoscrizionale dell'Aquila. Anche se l'efficacia del subentro non è stata immediata ma decorre dal giorno successivo all'adozione del Consiglio regionale della delibera.É questa l'altra faccia del consiglio di ieri dedicato, nella prima parte, all'emergenza coronavirus (vedi alle pagine 2 e 3), che però per l'opposizione del M5S diventa "poltronavirus" con tanto di scritta sulle magliette dei sette consiglieri.È Pietro Smargiassi il primo a intervenire dopo la fuga dall'aula dei leghisti. «È un atteggiamento vergognoso», sbotta il pentastellato riferendosi al partito di maggioranza relativa. Poi parla Sandro Mariani (Abruzzo in Comune) che si limita a un laconico: «Mi fanno tenerezza». Sia Domenico Pettinari (M5S) che Silvio Paolucci (capogruppo del Pd) sottolineano «la profonda spaccatura nella maggioranza» e «si tratta di una lacerazione che avrà conseguenze».Chiude la 5 Stelle Sara Marcozzi che parla di «istituzioni umiliate» e invita la maggioranza «a restituire dignità al Consiglio regionale rinunciando allo sperpero di denaro pubblico» sia non designando più Gatti alla Corte dei conti (incarico da un milione di euro per cinque anni) sia non approvando la legge che equipara D'Annuntiis a un assessore, con stesso trattamento economico. La rottura di ieri mattina in maggioranza sembra portare proprio verso questo epilogo. Ma è uno strappo da prendere con il beneficio del dubbio perché la sortita della Lega non è stata una sorpresa per gli alleati di Forza Italia ed Fdi ma è come se ci fosse l'accordo per ricucire dopo la rottura. La pace con i leghisti è già confezionata per sabato 14 marzo. Quel giorno Marco Marsilio terrà la convention al gran completo del suo governo per celebrare il primo anno della giunta di centrodestra. E la Lega non ha dato disdette.
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