Data: 27/10/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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La giungla delle strade: buche e verde selvaggio «Bus sempre in ritardo» Il grido d'allarme di autisti e cittadini sulle 19 linee della Panoramica E compare una locandina satirica indirizzata agli amministratori
CHIETI Si accumulano minuti e ritardi sulle strade teatine. I cittadini aspettano alle pensiline e si chiedono perché l'autobus per cui hanno appena comprato il biglietto non passi. E poi saltano le soste degli autisti che sono allo stremo dovendo raccogliere anche le lamentele, che a volte si trasformano in vere e proprie offese, per il disservizio. Inizia così il viaggio del Centro sulle strade su cui transitano ogni giorno i 19 autobus di linea della Panoramica. Dal Colle alle periferie come Brecciarola e San Martino, le criticità sono ormai all'ordine del giorno: vegetazione incolta, buche e soste selvagge sono le costanti che fanno dilatare i tempi di percorrenza delle tratte. Un punto su cui gli autisti hanno puntato il dito da mesi portando il tema anche ai vertici della Regione, che si è data un mese di tempo per verificare i tempi di ogni linea. In media un autista della Panoramica «deve percorrere 140 chilometri al giorno», racconta Giuseppe Lupo dell'Ugl, «e li facciamo, più delle volte, senza sosta tra una tratta e l'altra». Un esempio è quello che quotidianamente accade sulla linea 8 che collega Chieti al quartiere di San Martino. Si parte alle 12.20 dal capolinea in Largo Cavallerizza e si arriva al bivio alle 12.45, anziché alle 12.40, come indicato nelle locandine degli orari. Saltano così i primi cinque minuti di sosta per l'autista. Con lo stesso bus, si riparte con il 3/ all'una meno un quarto in direzione di Manoppello stazione. Lungo il percorso, tra le fermate nascoste dalle soste selvagge e dai rami degli alberi, iniziano i problemi che rallentano la marcia. Si procede a una sola corsia su via Pescara per via delle macchine parcheggiate: si dimezza così la carreggiata e si perdono altri minuti preziosi per la sosta dei conducenti quando si incontra un altro autobus dall'altro senso di marcia. «Qui la sera la situazione peggiora», continua Lupo, «i lampioni ci sono ma sono coperti dai rami». I punti di discesa per i viaggiatori sono poi di frequente occupati dalle auto. «Se deve scendere una persona con la carrozzina», prosegue l'autista, «non riusciamo a poggiare sul marciapiede la rampa di discesa perché lo spazio è occupato». La situazione si complica poco dopo l'una, quando sui bus arrivano a frotte gli studenti. Le pensiline diventano formicai di giovani che si buttano persino in mezzo alla strada perché il marciapiede non è sufficiente a ospitarli tutti. Sul Colle la linea più gettonata è la 1 che scende alla stazione dei treni. Per la folla di passeggeri le porte dei mezzi a malapena riescono a chiudersi. A bus pieni riprende lo slalom sulle strade per schivare buche e dossi. A bordo della linea 11, si blocca il traffico in via Pianell a causa delle macchine dei genitori in sosta che attendono l'uscita dei figli da scuola. «Non c'è un bus che arriva in orario», dice Gianluca Masciulli della Rsa Ugl, «dobbiamo rallentare di continuo perché ci sono arbusti che ci limitano la visuale della strada, buche sui cui rompiamo le sospensioni e macchine che ci dimezzano la carreggiata». Disagi che si riflettono poi sul servizio offerto ai passeggeri e che non mancano di far notare appena salgono sull'autobus. «Perché la linea 3 non è passata alla stazione?», chiede Dina Di Pietro, «mi ero persino chiesta se avessi sbagliato fermata». Problemi che nota anche Francesco Di Caro. «Il pomeriggio arrivo sempre in ritardi a lavoro», racconta il passeggero, «pago un servizio che non è efficiente». Gli autisti sono sul piede di guerra e si rivolgono agli amministratori con una locandina satirica che è stata appesa da ignoti sui muri di Chieti. «Per combattere il verde pubblico selvaggio», si legge, «nel Comune di Chieti offresi "autoarbusti" gratuiti per tutto il mese di ottobre. Per info, contattare i numeri del dormitorio degli amministratori comunali, tanto non rispondono mai».
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