Data: 19/02/2022
Testata Giornalistica: PRIMO NUMERO |
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La denuncia “Autisti Atm ancora senza ristori dopo mesi di attesa”, sindacati sul piede di guerra per il mancato ristori a quegli autisti che si sono visti ridurre il salario a seguito del ricorso da parte dell'Atm agli ammortizzatori sociali
Una nota congiunta delle rappresentanze sindacali dell’azienda di trasporto pubblico Atm denuncia mancati pagamenti ai dipendenti in relazione al fondo nazionale dei trasporti. Barbecue a gas 3 bruciatori, scopri l’offerta AD Barbecue a gas 3 bruciatori, scopri l’offerta Scopri OBI-italia.it Raccomandato da Secondo la versione fornita da Nicola Minotti (Filt Cgil), Antonio Vitagliano (Fit Cisl), Peppino Assogna (Uiltrasporti) e Nicolino Scarano (Faisa Cisal) durante questa pandemia “tante aziende del settore hanno fatto spudoratamente cassa ricorrendo in maniera abnorme agli ammortizzatori sociali”. Atm è tra queste: ha ridotto il salario ai suoi lavoratori con la promessa che l’Inps avrebbe corrisposto gli importi mancati grazie al fondo nazionale dei trasporti. “Ebbene oggi, ad un anno esatto dalla primavera del 2021 e dalla riduzione delle sole corse extraregionali – questo scrivono i rappresentanti dei lavoratori – lo sventurato autista Atm ancora non riesce ad entrare in possesso di quegli importi a lui spettanti. Ma non è cosa nuova per i malcapitati autisti di quest’azienda nota da tempo immemorabile per i mancati pagamenti degli stipendi e di altri obblighi contrattuali nella colpevole assenza dell’assessorato (Trasporti e Mobilità in capo a Quintino Pallante, ndr)”. Poi ancora: “La moltitudine di aziende italiane che operano nel trasporto delle persone hanno avuto innegabili riduzione del servizio prestato, ma dai loro bilanci si evince che nessuno è fallito: i contratti di servizio sono stati regolarmente pagati, le tante corse-bis puntualmente liquidate e i risarcimenti hanno scongiurato tutti i tipi di sofferenze aziendali. Il dato che manca, e che non rende l’idea del Paese che siamo, è quello relativo agli operai che hanno dovuto rinunciare ai progetti famigliari. Quando fallisce un’azienda qualcuno ne parla e si cerca di porre rimedio, quando fallisce un capo-famiglia la notizia passa in sordina e degli effetti non importa nulla a nessuno. A far gli imprenditori, in regime di appalti pubblici con conseguente riscossione degli importi che scaturiscono da un contratto di servizio e con i dipendenti che vengono pagati dal fondo dei trasporti, son buoni tutti. La cosa insopportabile è la latitanza e l’ignavia dei controllori”. |
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