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Data: 21/05/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO
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La Cassazione conferma l'assoluzione di D'Amico: rigettato il ricorso del pm La Procura si era rivolta alla Suprema corte saltando l'Appello Per i giudici di primo grado il fatto non sussiste: «Nessuna violazione»

TERAMO Il sigillo della Cassazione chiude definitivamente il caso del doppio incarico a Luciano D'Amico come rettore (oggi ex) dell'ateneo teramano e presidente del Cda della Tua, la società unica di trasporto abruzzese: i giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso della Procura contro l'assoluzione sentenziata dal tribunale di Teramo. Lo hanno fatto al termine dell'udienza che si è svolta ieri mattina con l'ex rettore difeso dagli avvocati Gennaro Lettieri, Renzo Di Sabatino e Tommaso Navarra.Anche per gli Ermellini, dunque, il fatto non sussiste. Il ricorso era stato presentato dal pm Davide Rosati per saltum che, così come previsto e disciplinato dall'articolo 569 del codice di procedura penale, evita quello in Appello e va immediatamente alla Suprema Corte. Venti pagine in punta di diritto per chiedere agli Ermellini di annullare la sentenza con cui, dopo tre anni di udienze, D'Amico nel 2021 è stato assolto dal tribunale teramano con la formula più ampia del fatto non sussiste. Secondo l'accusa della Procura tra il 2014 e il 2017 D'Amico avrebbe percepito indebitamente 57mila euro e questo perché, sempre per l'accusa, avendo assunto l'incarico all'Arpa e poi alla Tua (svolto gratuitamente), avrebbe smesso, di fatto, di svolgere l'attività di docente a tempo pieno, requisito che la legge prevede come necessario per poter ricoprire la carica di rettore. Da qui l'accusa di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. All'ex rettore la Procura contestava anche il peculato per la consegna, nell'ambito della cerimonia «Welcome Matricole», di 10 tablet dell'università al personale tecnico di supporto. Il ricorso in Cassazione era stato presentato anche contro l'assoluzione dell'ex preside di Scienze della comunicazione Stefano Traini accusato, nell'ambito dello stesso procedimento, di abuso d'ufficio.Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione dell'ex rettore, i giudici del tribunale teramano avevano così spiegato i perchè della decisione: «Non può affatto individuarsi, sulla scorta delle emergenze processuali, alcun profilo di incompatibilità tra gli incarichi istituzionali e quelli extra moenia assunti dal D'Amico nel periodo considerato. Non può, conseguentemente, ravvisarsi alcuna violazione di legge e/o di regolamento nell'atto di autorizzazione al D'Amico ad assumere l'incarico esterno».Dopo il pronunciamento della Cassazione, le cui motivazioni saranno rese note tra qualche tempo, l'ex rettore D'Amico ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Così, invece, ha commentato il senatore del Pd Luciano D'Alfonso: «Con il pronunciamento anche della Cassazione possiamo dire che a favore di Luciano D'Amico la verità ha battuto il verosimile 3 a 0 e tutta l'iper rubricazione accusatoria è stata spazzata via come acqua piovana sui tetti. Resta un problema. Con D'Amico alla presidenza di Tua, la società unica dei trasporti, gli abruzzesi avevano trovato un amministratore irripetibile per bravura e onestà. Quella inchiesta risultata fangosa lo ha tolto di mezzo e questo è stato un danni patito da tutti gli abruzzesi».

21 maggio 2022 il centro

 

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