Data: 01/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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L’Iva sarà congelata. Resta il nodo risorse. Scontro nel governo sugli aumenti selettivi, no di Renzi e Di Maio. Dal Cdm sì a manovra da 29 miliardi. Il deficit per ora resta al 2,2%. Su latte, pane e bollette calo tasse allo studio
Su latte, pane e bollette calo tasse allo studio Si pensa ad un Bonus Befana di 475 euro, su una spesa massima di 2500 euro, per chi usa le carte Stop all'aumento dell'Iva e avvio del taglio delle tasse sul lavoro, grazie a 14 miliardi di flessibilità e 7 miliardi di proventi dalla lotta alla evasione. A meno di un mese dalla sua nascita, il governo Conte approva la nota di aggiornamento al Def, il documento che disegna la cornice di una manovra da circa 29 miliardi. Il deficit viene fissato al 2,2% del Pil, come auspicato dal ministro Roberto Gualtieri che assicura il rispetto delle regole Ue. Il debito però non è nei parametri di Bruxelles, dal momento che il calo è ridotto (dal 135,7% al 135,1% del Pil). La crescita viene stimata nel 2020 allo 0,6%, anche se Gualtieri afferma che ora «c'è l'opportunità di un vero rilancio economico », dopo la frenata dell'anno gialloverde. Per il governo resta però il nodo, assai spinoso, di indicare come in concreto si ricaveranno i sette miliardi di lotta all'evasione. E' il premier Giuseppe Conte, in mattinata, ad annunciare che il Consiglio dei ministri serale avrebbe fermato ogni aumento dell'Iva. Le sue parole arrivano dopo ore di grande tensione nella maggioranza e dopo un vertice notturno burrascoso, segnato dal niet di Luigi Di Maio e Matteo Renzi a ogni aumento selettivo dell'Iva. La scelta, sul tavolo del governo, di aumentare alcune aliquote, magari con un meccanismo di restituzione per chi paghi con carta di credito, viene stoppata da M5s e Iv. E apre ora il problema di trovare, in due settimane, le risorse necessarie. Tanto che fino all'ultimo i partiti provano a far salire il deficit, vincendo le resistenze del ministero dell'Economia. Conte prova a rasserenare gli animi: calerà, promette il premier, l'Iva su bollette, pane e latte, ci sarà un superbonus della Befana e si avvierà il taglio delle tasse sul lavoro da 2,7 miliardi nel 2020 e 5,4 miliardi nel 2021. E le coperture? Conte chiede ai leader dei partiti di non limitarsi a criticare e fare giochini attribuendo a Palazzo Chigi la volontà di aumentare l'Iva: se volete evitare misure impopolari - dice alle due di notte di ieri, dopo un lungo vertice con i capi delegazione di M5s, Pd, Leu e Iv - indicate dove trovare i soldi. Il clima nella maggioranza è infuocato. Franceschini parla a Di Maio e Renzi quando avverte che la smania di visibilità «logora i governi». Ma al tavolo di governo Teresa Bellanova e Luigi Marattin sono intransigenti: piuttosto che aumentare l'Iva si riveda quota 100 o si rinvii di un anno l'avvio del taglio delle tasse sul lavoro, magari si usino fondi non spesi dei Comuni. «Franceschini voleva far salire l'Iva per 5 o 7 miliardi», accusa Marattin. E il ministro della Cultura cita Dante: «Non ti curar di loro...». Bloccare il taglio delle tasse sul lavoro è escluso: ribattono i Dem che con Roberto Speranza di Leu hanno posto il tema in cima all'agenda. I toni si alzano, si litiga via social. «Aumentare l'Iva sarebbe uno schiaffo ai più poveri», tuona Renzi. «Nessuno vuole alzarla. Bisogna tagliare le tasse in busta paga a chi non arriva a fine mese», ribatte Nicola Zingaretti. Il clima è pessimo e la discussione su come reperire le risorse per una manovra che si annuncia ad alto tasso green (sono previsti due fondi da 50 miliardi per le città e l'ambiente), promette di essere animata. Ci sono 23 disegni di legge collegati alla legge di bilancio, dal cuneo fiscale, al green new deal, alla revisione del superticket, fino a un nuovo disegno di legge sull'Autonomia differenziata. Si annunciano, attacca Matteo Salvini, «miliardi di nuove tasse: hanno già tradito tutte le promesse». Ma Gualtieri ribatte in via indiretta «Le fibrillazioni politiche » e le dichiarazioni antieuro «hanno contribuito» ad indebolire la crescita. Su latte, pane e bollette calo tasse allo studio. Si pensa ad un Bonus Befana di 475 euro, su una spesa massima di 2500 euro, per chi usa le carte ROMA Non fare aumentare l'Iva ma, anzi, cercare di abbassare l'imposta sui beni di prima necessità, dal latte alle bollette. Mentre chiude la nota di aggiornamento al Def, la cornice per la prossima manovra, il governo lavora alle soluzioni per abbassare le tasse e dare un segnale in particolare ai ceti medio-bassi. E spunta anche un nuovo «bonus Befana», per i virtuosi che pagano con carte e bancomat acquisti nelle aree più a rischio evasione. Finora si era immaginata la riduzione del carico fiscale attraverso il taglio del cuneo per i lavoratori. Una misura, osteggiata da Italia Viva, che il Pd e anche i 5S continuano a sostenere, e che potrebbe partire da giugno/luglio per dimezzare il finanziamento per il 2020 (5 miliardi a regime). Ma accanto all'intervento per rafforzare le buste paga si stanno studiando meccanismi per ridurre il peso dell'Iva: il premier, Giuseppe Conte, ha fatto gli esempi delle bollette (da passare dal 10% al 5%) ma anche del pane, del latte e della frutta, che potrebbero vedere scendere l'imposizione indiretta fino all'1%. Sul tavolo ci sono diversi schemi, alcuni che prevedono una rimodulazione delle aliquote, almeno di quella intermedia, e altri che invece si muovono dall'attuale sistema (aliquota ordinaria al 22% e le agevolate al 10% e al 4%). Per introdurre nuovi scaglioni agevolati servirebbe un preventivo confronto con Bruxelles (l'Iva è imposta comunitaria) mentre se si puntasse sul cashback sarebbe lo sconto ad abbassare l'aliquota che formalmente resterebbe invariata. Accanto o al posto del cashback (uno sconto tra il 2 e il 4% delle transazioni tracciabili) si sta valutando anche l'idea di un superbonus per premiare chi dà una mano contro l'evasione, usando moneta elettronica nei settori più a rischio (si parla dei ristoranti, o dell'idraulico). Al momento si lavora attorno a un tetto massimo annuo di spesa di 2.500 euro cui applicare una detrazione al 19%. Al massimo, si avrebbe un bonus da 475 euro che nelle intenzioni sarebbe erogato entro la Befana. Anche se una scadenza così ravvicinata alla fine dell'anno sembra complessa da centrare. Per chi non ha un conto corrente dovrebbe arrivare la card unica, pubblica e gratuita, che funzionerà da carta d'identità e tessera sanitaria, ma anche da borsellino elettronico su cui caricare bonus e sconti. Per scoraggiare l'uso dei contanti si lavora alla riduzione delle commissioni e a un credito d'imposta per gli esercenti che dovranno dotarsi di Pos.
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