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Data: 29/04/2020
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
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L'Aquila: polemica su proroga lavoratori Ama, lettera al vetriolo di Berardi a Biondi

L’AQUILA – L’amministratore unico dell’Ama, società partecipata del Comune dell’Aquila che si occupa di trasporto locale, Gianmarco Berardi, con una risposta al vetriolo all’amministrazione guidata dal sindaco Pierluigi Biondi, interviene sulla proroga di altri 6 mesi per la contrattazione di II livello dei dipendenti dell’azienda.

Dunque, nonostante l'emergenza sanitaria in corso legata al Coronavirus, le polemiche in merito all'azienda municipalizzata non accennano a diminuire: lo testimonia una lettera inviata da Berardi agli assessori al ramo e allo stesso primo cittadino.

Berardi, in quota Lega, ritiene “assolutamente necessario che sia preventivamente acquisito il parere positivo da parte della struttura preposta al controllo individuata, come previsto dall'art. 147-quater, comma 1, del Tuel, nel settore valorizzazione e controllo delle società partecipate, nonché quelli del revisore legale e del collegio sindacale di Ama Spa” e chiede l'intervento del Socio unico “per deliberare modalità, tempi e contenuto delle misure richieste”.

Nelle scorse settimane, il consigliere comunale Roberto Junior Silveri, ex Forza Italia, ora nel Gruppo misto, in forte posizione critica con il sindaco del capoluogo abruzzese di Fratelli d'Italia, in una nota ha parlato di una decisione “estremamente grave”, annunciando la possibilità di rivolgersi alle “autorità preposte”, sottolineando che “la contrattazione è stata azzerata alla fine del 2019 dall'Azienda come indicato dal Consiglio comunale”.

Silveri addirittura ha denunciato che “Aumentare i costi fissi in un momento in cui i ricavi sono destinati a scendere appare un’operazione irrazionale se non addirittura suicida”.

Una posizione che sembra dunque condivisa dallo stesso amministratore unico.

Berardi, nella lettera inviata al sindaco, all’assessore alle Società Partecipate Fausta Bergamotto, all’assessore ai Trasporti Carla Mannetti, ai dirigenti alle Società Partecipate e del settore Rigenerazione Urbana, al collegio sindacale e al revisore unico dell’Ama, fa riferimento al verbale di deliberazione della Giunta numero 167 del 19 marzo scorso, rubricata tra i provvedimenti del Comune relativi all'emergenza Covid-19.

“Il sottoscritto non può davvero esimersi dal rappresentare come l'impartito indirizzo, sostanziandosi in una richiesta di applicazione unilaterale, per sei mesi, dell'ipotesi di accordo sindacale, rifiutato dai dipendenti stessi, non soltanto non perseguirebbe l'obiettivo di equilibrio economico, patrimoniale e finanziario individuato dal Consiglio comunale come prioritario e assorbente di ogni altra finalità in un'ottica di continuità ed efficienza aziendale, ma neppure quello di preservare l'azienda da ulteriori gravi e probabili pregiudizi, stante la non condizionalità dell’applicazione a qualsivoglia forma di rinuncia, da parte dei dipendenti dei contenziosi attivati e/o attivandi”, si legge nella missiva.

Tra l'altro – precisa Berardi – “la permanenza di tale rischio contenzioso, imporrà all'azienda di appostare un congruo fondo rischi, il cui impatto a livello economico non potrà che andare a sommarsi a quello, già dirompente, del costo per il personale (laddove si procedesse secondo l'indirizzo indicato) e dei mancati ricavi così come illustrati”. Inoltre, Berardi precisa che “il paventato pericolo di possibili stati di agitazione di disservizi è escluso dalla normativa di settore che fa divieto di scioperare in caso di avvenimenti eccezionali di particolare gravità come nel caso dell’attuale emergenza sanitaria legata al Coronavirus, prevedendo in tali circostanze l’immediata sospensione di scioperi di qualsiasi genere eventualmente dichiarato o in corso di effettuazione”.

Come si è arrivati a questo punto? Per comprendere la difficile e delicata situazione dell'Ama è necessario fare un passo indietro.

A fine 2019, sulla società partecipata pendeva la spada di Damocle della liquidazione, con lo spettro della privatizzazione del servizio: l'azienda era al punto di non ritorno.

La svolta è arrivata, dopo settimane di scontri sul tema, il 15 novembre scorso, quando il Consiglio ha approvato la ricapitalizzazione della società partecipata al 100% con il riconoscimento del debito fuori bilancio e contestuale variazione di bilancio, vincolando allo stesso tempo tale operazione di ricapitalizzazione da 1 milione e 300 mila euro al tassativo rispetto dei saldi indicati nel piano di ristrutturazione aziendale del 14 ottobre 2019.

Successivamente, come ricorda nella lettera l’amministratore unico, “è stato aperto e portato avanti un tavolo con le Rsa, che ha trovato la sintesi nell’ipotesi di contratto aziendale, chiamato poi accordo, sottoscritto il 31 gennaio 2020; questa ipotesi, dovendosi attenere all’indirizzo indicato dal Consiglio comunale è stata costituita nel tassativo rispetto dei saldi indicati nel piano di ristrutturazione aziendale e nel rispetto del dettato del Ccnl di categoria”.

L’accordo aziendale, del costo di 548.589 euro, ha trovato sostanziale fattibilità esclusivamente in ragione dell’individuazione di specifiche ed ulteriori coperture economiche e finanziarie discendenti dallo stanziamento sul bilancio di previsione triennale 2020-2022 della Regione Abruzzo, deliberato il 28 dicembre 2019 per 400.000 euro; il blocco del turn-over relativo al 2020; l’incremento di produttività derivante dalla riorganizzazione dell’orario dei turni di lavoro.

In ogni caso proprio, “nell’ottica dell’effettiva sostenibilità economica e finanziaria dell’accordo stesso, la sua efficacia era espressamente subordinata alla ricorrenza di due requisiti: che vi fosse l’adesione da parte della maggioranza assoluta del personale dipendente in sede e che si verificasse la sottoscrizione da parte di tutti dipendenti in servizio di un verbale di conciliazione individuale in sede sindacale di esplicita rinuncia al contenzioso derivante dalla precedente contrattazione di secondo livello, quest’ultima ipotesi mai verificata poiché – aggiunge Berardi - soltanto 69 lavoratori su 229 hanno aderito alla sottoscrizione e quindi l’accordo non si è mai perfezionato in termini di legge; pertanto, con decorrenza primo febbraio 2020, si è dato corso nei confronti di tutto il personale dipendente del trattamento economico e normativo del solo Ccnl autoferrotranvieri”.

Il 20 marzo, infine, è pervenuta la comunicazione della delibera a mezzo della quale la Giunta ha deliberato di conferire indirizzo all’amministratore unico dell’Ama, affinché proceda per un periodo di tempo massimo di sei mesi, entro il quale dovrà raggiungere chiarezza e certezza in ordine allo stato dell’accordo sindacale aziendale, all’applicazione provvisoria di quest’ultimo nei confronti della totalità dei dipendenti a decorrere dalla mensilità di marzo 2020.

“L’indirizzo non appare in linea, difettando di ogni valutazione di ordine economico finanziario, vista anche la mancata verifica dell’ammortizzazione del Pef e del piano di ristrutturazione del 14 ottobre 2019 da parte di un gruppo di lavoro appositamente istituito, a mente dell’accordo sottoscritto nell’assemblea tra lavoratori e proprietà del 13 novembre 2019, condizione questa ritenuta necessaria ed imprescindibile ‘nell’ottica di ridurre l’impatto sul costo del lavoro ipotizzato nel piano industriale’ con quanto deliberato dal Consiglio comunale riportato nella stessa delibera”.


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