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Data: 20/09/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

L'allarme dei sindacati: classi pollaio e pochi bus

ROMA Oggi si torna a scuola anche in Calabria e Puglia, ultime due regioni nella riapertura delle aule, con altri 800mila alunni ai nastri di partenza, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi saranno a Pizzo Calabro (Cosenza) per testimoniare l'impegno affinché ovunque la Dad, almeno nell'ampiezza praticata nell'ultimo anno e mezzo, sia un capitolo definitivamente alle spalle. A macchia di leopardo, preoccupano i trasporti locali dedicati agli studenti e anche le cattedre vuote.In Puglia, docenti in stato di agitazione per i doppi turni nel distretto di Bari. Inizia così la seconda settimana di ripresa al suono della campanella, e il ministro Bianchi promuove i primi sette giorni e i casi di Covid già emersi non lo preoccupano. «La prima settimana di scuola è andata bene in tutta Italia e ha visto un grande entusiasmo - ha aggiunto -. Certamente avendo riaperto le aule per 10 milioni di ragazzi e 1 milione e mezzo di personale possono esserci dei casi di Covid ma sono casi isolati che stiamo controllando». Sul fronte critico dei trasporti, un report della Cisl Scuola segnala che ci sono Regioni come Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Marche e Abruzzo in cui è stato potenziato il trasporto locale aumentando le corse negli orari in cui gli autobus sono più utilizzati dai ragazzi. In altre, soprattutto al sud, non ci sono stati interventi o poco significativi, mentre in Lombardia «ci sono problemi a reperire gli autisti» e in Puglia «si è optato per il doppio turno di ingressi a Bari» per alleggerire i mezzi. «In generale non brillano le Regioni del sud e non riusciamo ad avere notizie su Sicilia, Sardegna, Campania e Veneto», spiega la segretaria di Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Un altro problema è quello dell'edilizia scolastica. «L'anno scorso - prosegue Gissi - dovevano essere costruite 40mila aule con un percorso di edilizia leggera ma ci risulta che ne siano state completate meno del 50%».In base ai dati forniti dal ministro Bianchi alla fine di agosto, le classi «pollaio» sono il 2,9% del totale e si trovano soprattutto negli istituti tecnici delle grandi città, dove si sta lavorando con «interventi mirati», le norme consentono classi con minimo 15 studenti e un massimo di 27. Altro nodo, le cattedre vuote. Duemila rinunce di supplenze a Milano, mille a Torino, 480 a Brescia, e a Firenze circa 500 rinunce di posti Ata, dice Gissi. «Le procedure informatizzate per la domanda hanno facilitato le candidature, oltre 450mila, ma poi molti si sono ritirati, soprattutto al nord, e questo sta mandando in crisi alcune scuole", osserva la sindacalista.

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