Data: 09/06/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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«L’Abruzzo resta con Ancona» Consiglio diviso sul caso porti. «La Regione affaccia su tre mari» le parole di Marsilio fanno il giro del web. La replica: «concetti del tutto diversi»
L’AQUILA «Il porto di Civitavecchia è sull’orlo del fallimento e il Covid gli ha dato il colpo di grazia. All’Europa non interessa nulla come si governano i porti, interessa se ci sono ferrovie, nodi, collegamenti intermodali». Il governatore Marco Marsilio mette la pietra tombale sulla richiesta di cambiare l’Autorità portuale di riferimento da Ancora alla città laziale, che centrosinistra e M5s in Regione hanno sostanziato in un documento su cui si è basata la richiesta del consiglio straordinario sul tema della trasversalità che si è tenuto ieri. Tema arcinoto e, forse, un po’ stantio, che si intreccia con la questione delle reti e dei corridoi europei e, forse più propriamente, delinea le strategie interne: Zes, alta velocità, sviluppo portuale, sostegno ai nuclei industriali, turismi. Le posizioni sono chiare: il centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle sventolano la bandiera del collegamento adriatico- tirrenico, sulla direttrice che da Barcellona va a Ploce, da cui dipenderebbero, in chiave positiva, quattrini e anche le scelte infrastrutturali sul territorio e lo sviluppo delle aree interne; la Regione, Marsilio in testa, rispedisce la palla di là («Siete stati voi ad accettare una riforma che ha cancellato l’Abruzzo dalla cartina delle Autorità portuali»), sostenendo che Civitavecchia ha ormai esaurito la sua capacità propulsiva e non è in grado di assicurare né euro, né presenze e né merci. E se sui porti il confronto appare persino ideologico - il dibattito in consiglio lo conferma -, ben diverso è il discorso sulle strategie subordinate. Con un esempio emblematico: per la velocizzazione della Roma-Pescara su ferrovia ci sono, nel Recovery Plan, 660 milioni su un progetto da 6,5 miliardi. Ragion per cui Marsilio chiede al governo di sostenere la richiesta di finanziamento per questa e altre opere (i porti di Pescara, Ortona, Vasto e Giulianova e relativi collegamenti). Alla fine l’auspicio della unitarietà tramonta e vanno in votazione due documenti, uno della maggioranza e uno dell’opposizione. Quest’ultimo chiedeva di spostare l’Autorità portuale di riferimento da Ancona a Civitavecchia. Il centrodestra vince 16 a 9. Per Silvio Paolucci (Pd), «uno schiaffo alle parti sociali»: in seduta viene ascoltato il presidente di Confindustria Chieti-Pescara, Silvano Pagliuca, in rappresentanza di 16 sigle. Per Marsilio (e la maggioranza) l’Abruzzo è stato protagonista nella strategia adriatica con Marche, Molise e Puglia. Camillo D’Alessandro (oggi deputato Iv, all’epoca delegato regionale ai trasporti), dice che l’Abruzzo non è stato mai parte di una Autorità portuale «e, quindi, non ha mai goduto del piano di riparto dei fondi per la portualità nazionale», risultato ottenuto dall’ex presidente D’Alfonso. Sara Marcozzi e il M5s rimangono granitici sulla posizione Civitavecchia. Marsilio si giustifica per una frase che fa il giro della Rete: «L’Abruzzo affaccia su tre mari». Tanto da dover diffondere una piccata replica: «L’Abruzzo è l’unica regione italiana (escluse le “piccole” Molise e Basilicata), di tutte quelle che si affacciano sui tre mari, Adriatico, Ionio e Tirreno, a non avere una propria Autorità portuale. Questo il concetto». |
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