PESCARA Quattro Regioni del Mezzogiorno su quattro hanno ottenuto dal governo il via libera alla istituzione della Zes, le Zone economiche speciali destinata ad attirare investimenti produttivi attraverso incentivi fiscali e agevolazioni amministrative nelle aree dotate di infrastrutture portuali e collegamenti funzionali allo sviluppo. Tra le quattro ancora nel limbo c'è l'Abruzzo, anche se rispetto alle altre tre ferme al semaforo (quella sarda e le due siciliane), l'istruttoria relativa alla Zes abruzzese sarebbe in fase avanzata.
Questa, in sintesi, la risposta fornita ieri alla Camera dal ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, al question time formulato in aula dal deputato di Italia Viva Camillo D'Alessandro. Interrogazione che aveva proprio lo scopo di fare il punto su una misura che stenta a decollare, spesso per ragioni legate alla interpretazione delle norme. In sospeso, nella interlocuzione tra il Ministero per il Sud e la Regione Abruzzo, c'è soprattutto la grande questione del collegamento degli scali marittimi interessati (in particolare Pescara, Ortona e Vasto) con l'Autorità del Sistema portuale di riferimento, individuata dalle norme nazionali in quella del Mare Adriatico Centrale con sede ad Ancona, mentre in un primo momento sembrava che l'orientamento della Regione fosse quello di puntare su Civitavecchia. Questione di fondo, su cui verte la principale osservazione del ministero al progetto trasmesso dalla Regione.
Il governatore Marco Marsilio è pronto a rispondere con un atto concreto che nella giornata di oggi dovrebbe portare alla stipula di un protocollo d'intesa con il presidente dell'Autorità del sitema portuale dell'Adriatico centrale, con sede appunto ad Ancona, che servirà a definire nei dettagli i compiti e le funzioni nell'ambito della governance della Zes. Si punta anche ai programmi finanziati con la politica di coesione, che la Regione intende affrontare attingendo alle risorse Por Fesr 2021-2027 e del Masterplan, per dotare le aree produttive delle necessarie infrastrutture (vedi insediamento Sevel e interporto di Manoppello).
Soddisfatto D'Alessandro della risposta fornita al suo question time: «Il ministro ha chiarito che è possibile l'attivazione della Zes anche in aree portuali al cui interno sono presenti porti classificati come comprensive, ovvero Civitavecchia, e non solo core, come Ancona, mentre il precedente governo, in uno specifico incontro con quello regionale, aveva affermato esattamente il contrario». Questo per D'Alessandro cambia tutto: «Ora la palla torna al presidente Marsilio e alla sua maggioranza, ben sapendo che, per effetto della risposta fornita oggi in aula dal ministro, laddove la giunta regionale dovesse optare per il ritorno alla strategia con Civitavecchia dovrebbe ripresentare il progetto Zes».
In realtà, secondo quanto appreso in via ufficiosa, proprio oggi Marsilio dovrebbe mettere la firma sul protocollo di intesa con Ancona. A questo proposito D'Alessandro fa un'altra considerazione: «Non possiamo accumulare ritardi rispetto a ciò che si sta muovendo. Oltre alle risorse garantite dallo Stato per attivare il credito d'imposta sugli investimenti e le facilitazioni doganali e amministrative, il sistema bancario ha stanziato 2,6miliardi per accompagnare gli investimenti e gli insediamenti industriali nelle aree Zes». Sul punto il ministro ha sottolineato che «le Zes non possono comunque essere considerate la panacea per risolvere tutti i problemi di sviluppo del Mezzogiorno». «Non saranno la panacea ha replicato D'Alessandro ma si tratta dell'unico strumento disponibile in certe aree del Paese per attrarre nuovi investimenti».